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Ciclismo su pista, UCI Track Champions League - Elia Viviani: "Ineos perfetta per strada e pista. A Parigi per l'oro"

Luca Stamerra

Aggiornato 02/12/2021 alle 22:12 GMT+1

UCI TRACK CHAMPIONS LEAGUE - Il veronese a 360 gradi alla vigilia della doppia tappa di Londra, nello stesso velodromo che l'ha visto debuttare alle Olimpiadi 9 anni fa. Viviani pensa già a Parigi 2024 dove tenterà l'assalto al secondo oro nell'Omnium. Tra gli obiettivi anche la Madison (ma con Consonni o Scartezzini?). Ma come fare con la Ineos? "È la squadra perfetta", assicura Elia.

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È tutto pronto per la doppia tappa di Londra, clou di questa prima edizione dell'UCI Track Champions League. Siamo al Lee Valley VeloPark, il velodromo di Londra, quello che ha ospitato le gare delle Olimpiadi del 2012. Delle Olimpiadi un po' particolari, considerando che a quell'epoca ci fu un solo italiano a rappresentare il mondo della pista azzurro: Elia Viviani. Abbiamo sentito il neo corridore della Ineos Grenadiers che ci ha parlato di quell'esperienza, ma anche della crescita esponenziale della Nazionale italiana che oggi, invece, è punto di riferimento in molte discipline della pista. Ma come si fa a gestire il doppio calendario per un pistard che fa anche la strada? Difficile sì, aggiunge Viviani, ma è il vero segreto del successo degli azzurri in questi anni. E per Parigi? Si punta... All'oro nell'Omnium!
Si fa tappa a Londra, lo stesso velodromo delle Olimpiadi 2012. Le tue Olimpiadi, quando c'era un solo rappresentante italiano per la pista: Elia Viviani. Che ricordi hai?
Ho tanti ricordi, anche perché quella fu la mia prima Olimpiade. Devo dire però che è stata la mia sconfitta sportiva più grande, perché lottavo per l'Omnium, ero primo fino all'ultimo giro e mi sono ritrovato 6°. Sai da 1° a 6° in poco tempo, è difficile da gestire. Detto questo è comunque un bel ricordo, perché grazie a quella esperienza ho gettato le basi per vincere l'oro a Rio. Nel velodromo ci sono tornato, per qualche 6 giorni, mi fa sempre un effetto positivo
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Come detto, c'eri solo te. Dal 2012 ad oggi ne è passata di acqua sotto i ponti. Che percorso avete fatto tu e il ct Marco Villa per questa rinascita del movimento italiano?
Sì, in quel momento Marco Villa era appena arrivato come commissario tecnico. Abbiamo lavorato insieme per crescere in tutte le discipline, ci abbiamo messo un po', abbiamo lavorato tanto, ma oggi possiamo dire che la Nazionale italiana è punto di riferimento a livello di pista. Il ct dice sempre che è anche mio il merito dei successi degli altri ragazzi? Ma, diciamo, che sono un po' il tramite tra Villa e gli altri. Io sono arrivato prima e loro si rapportano con me, per consigli e altre problematiche. Il ct se ha qualcosa da chiedere, la chiede a me perché sa che con me si può parlare in faccia sempre e comunque. Ci confrontiamo per capire se per una gara ci vuole un ritiro in più, se siamo già pronti per un'altra corsa e così via. Io faccio da tramite alle due componenti
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La rinascita del movimento italiano la possiamo attribuire anche ad una ritrovata voglia da parte dei corridori (di strada) di fare anche la pista? Tu hai segnato il passo in questo senso, dimostrando che si può essere performanti sia in strada che in pista. Vedi Ganna, Balsamo ecc...
Sì, è proprio questo il nostro segreto che poi segreto non è. Tutti in realtà partiamo per fare i corridori su strada e tutti vogliamo fare la strada, ma fare la pista è un'altra forma di specializzazione e porta benefici. Perché se pensi appunto a Filippo Ganna, ma anche Consonni, Milan ecc... E anche in campo femminile con la Paternoster, la Balsamo e le altre. Abbiamo un beneficio in pista perché facciamo anche la strada e abbiamo un beneficio in strada perché facciamo la pista. Dobbiamo essere bravi a gestire il calendario perché le gare devono essere programmate e preparate. Come dicevo prima, c'è da capire se è meglio fare un ritiro di qualche giorno prima per una determinata gara. Lì bisogna essere bravi a organizzarsi e proviamo a farlo con il ct, lo staff tecnico e le squadre
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A proposito di squadre, dall'anno prossimo sarai alla Ineos Grenadiers. Una squadra ultracompetitiva e che è molto attenta alla cura della preparazione su strada. Può essere un problema per te organizzare la pista con il nuovo team?
Assolutamente no, è esattamente il contrario. Magari, da fuori, si può fare l'errore di pensare che la Ineos non possa dare spazio, ma è proprio il contrario. Sono tornato qui, perché sono già stato alla Sky, proprio per tornare a fare grandi cose su pista. Durante la mia permanenza alla Sky ho vinto tappe nei Grandi Giri, ma grazie a loro sono riuscito a vincere l'oro alle Olimpiadi di Rio. Sono tornato proprio per questo: tornare a vincere nei Grandi Giri e tornare a vincere in pista
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Proprio per questo ti dicevo, magari da fuori l'impressione può essere sbagliata. Ma, se ci pensi, è la stessa squadra di Dave Brailsford e altri dirigenti che, prima di fare il Team Sky, avevano portato la Nazionale britannica di pista a vincere tutto alle Olimpiadi del 2008 e del 2012. Io stesso, grazie al loro contributo, posso dire di aver vinto l'oro a Rio. E per questo torno in quella squadra perché avrò modo di gestire il doppio calendario. Devo dirti che ormai ho l'esperienza per gestirmi in autonomia, ma l'essere nella loro squadra mi darà un aiuto in più. E a Parigi voglio tornare a vincere l'oro
A proposito di Parigi. Diciamo oro nell'Omnium e poi? Farai anche la Madison?
Il bronzo di quest'anno nell'Omnium mi ha fatto capire di poter essere ancora competitivo, mi sono poi confermato anche al Mondiale. Una medaglia olimpica è bella, ma devo dire che il bronzo è diverso dall'oro e quindi parto con l'obiettivo di tornare Campione olimpico a Parigi
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La Madison? Dobbiamo sicuramente migliorare. Ad oggi abbiamo tre uomini che possono farla, ma sceglieremo la coppia solo e soltanto un mese prima. Anche perché ci sono due fattori: la prima è che devono essere disponibili per fare il quartetto, la seconda è che siano entrambi in forma. Vogliamo fare un passo avanti e per questo dobbiamo lavorare duramente, allenarci, fare più 6 giorni per alzare il livello
Se preferisco farla con Consonni o Scartezzini? Non è questione di preferirla fare con Simone o Michele. Anche lì ci sono tanti fattori in gioco. Con Consonni, magari, veniamo considerati top riders e questo ci porta un problema perché siamo marcatissimi, magari con Michele un po' di meno e ci possiamo inventare un attacco che, inizialmente, non viene preso in considerazione. Detto questo, con l'argento che hanno preso Consonni e Scartezzini al Mondiale, ci siamo già giocati la carta sorpresa. Hanno perso l'oro per 4 punti... Adesso anche con Michele saremo marcatissimi. È vero che con Consonni non siamo riusciti ad ottenere grandi risultati, ma io e Simone non siamo mai riusciti ad essere al top della condizione nello stesso momento. E questo è importante. Alle Olimpiadi Simone non stava bene, al Mondiale prima sono arrivato mezzo e mezzo. Lavoreremo, faremo tanti allenamenti e valuteremo insieme al ct, perché vogliamo crescere e essere competitivi anche in questa disciplina
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Siamo partiti dal velodromo di Londra e in questi giorni vivremo due tappe di Champions League di pista. L'hai vista? Cosa ne pensi?
Sì ho visto le prime due tappe. Mi piace che ci siano anche altre competizioni internazionali oltre agli Europei e i Mondiali ed bello vedere un sacco vedere i velodromi pieni. Piace anche il fatto che si cerchi di far crescere il movimento e, il fatto di renderla più televisiva, aiuta a trovare nuovi appassionati. Quest'anno il mio calendario era pieno di corse, ma magari nel 2022 o l'anno dopo ci entrerò anch'io. Vedremo. È un format nuovo, molto veloce, tutto in un giorno solo, è molto interessante
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Con Scratch e Corsa ad eliminazione potresti essere il dominatore. Ma, sentendo Benjamin Thomas, ha detto che preferirebbe ci fosse l'Omnium completo e, perché no, anche la Madison. Anche perché sono le due discipline regine di una competizione su pista.
Ma, lo Scratch è ridotto perché ci sono solo 20 giri ed è molto diverso. La Corsa ad eliminazione mi piace molto, ma è sempre difficile.Vedremo.
Rispetto a quello che ha detto Benjamin, sai, bisogna capire cosa si vuole. Se si vuole fare una cosa storica, è chiaro che non puoi non mettere la Madison e l'Omnium. Ma sono due prove che ci vogliono due giorni interi per completarle. Mi pare di capire che questa competizione sia molto televisiva e si debba fare tutto in 2-3 ore. Non puoi metterci la Madison e l'Omnium, già se pensi che lo Scratch è ridotto. Ripeto, dipende cosa vuoi. Ci sta come scelta. È chiaro, però, che anche noi, come corridori, prima di metterla in calendario ci pensiamo un attimo. Fare un trasferta per due gare da 10 minuti l'una, ci dovremo pensare. E il discorso dell'organizzazione è molto importante
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Leadership, senso di responsabilità, idee chiare: hai già la mentalità da ct. Potresti un giorno diventarlo?
Ma, adesso non penso assolutamente a questa cosa. Io sono un corridore e voglio correre e raggiungere i miei obiettivi. Ho firmato 3 anni con la Ineos Grenadiers e voglio vincere con loro su strada e tornare a vincere nei Grandi Giri. Poi quest'anno al Giro con l'arrivo a Verona... E poi vincere su pista, voglio l'oro a Parigi
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Dove e come guardare la Track Champions League

Tutte le prove di Track Champions League di ciclismo su pista saranno trasmesse in diretta in live-streaming su Eurosport Player (anche su TIMVISION) e su Discovery+, il nuovo servizio ott di Discovery con tutto il meglio dell’intrattenimento e della programmazione sportiva di Eurosport. Potrete seguire le gare anche in diretta su Eurosport 1 (canale 210 di Sky, disponibile anche su DAZN). Tutte le prove saranno poi disponibili On Demand su Eurosport Player e Discovery+.
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