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Che tris di medaglie per l'Italia: Ganna oro, Paternoster argento, Plebani bronzo

DaOAsport

Aggiornato 01/03/2019 alle 22:24 GMT+1

Non c'è storia nella riedizione della finale di Londra 2016 contro il tedesco Domenic Weinstein: è ancora il 22enne di Verbania ad avere la meglio, suo il terzo titolo iridato. Medaglia di bronzo per un fantastico Davide Plebani che batte nella finalina il russo Evtushenko. Doppietta per l'Italia del ciclismo su pista, che diventa tripletta con l'argento di Letizia Paternoster nell'Omnium.

Filippo Ganna - Pruszkov 2019

Credit Foto Getty Images

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RIVIVI IL PRIMO POSTO DI GANNA


RIVIVI IL TERZO POSTO DI PLEBANI

Campione del mondo, campione del mondo, campione del mondo! Filippo Ganna entra ancor di più nella leggenda del ciclismo su pista italiano, conquistando il terzo oro in carriera nell’inseguimento individuale ai Mondiali di Pruszkov (Polonia). Dopo aver dominato le qualificazioni del pomeriggio, il fenomeno verbanese non ha dato scampo al tedesco Domenic Weinstein, spazzandolo letteralmente via in una finale a senso unico. L’Italia festeggia anche per l’incredibile ed insperata medaglia di bronzo di Davide Plebani.
Ganna, che poche ore fa aveva sfiorato il record del mondo, ha corso l’atto conclusivo da padrone. Dopo una partenza a razzo, il suo vantaggio su Weinstein era già di 1″5 mezzo dopo appena 650 metri. Una progressione inesorabile e devastante che, di fatto, sfiancava anche mentalmente la resistenza del teutonico, accortosi sin da subito di non poter in alcun modo reggere il ritmo del fuoriclasse piemontese.
Ai 2000 metri l’azzurro transitava in 2’06″792, ormai sicuro del successo grazie agli oltre 3″ di margine sull’avversario. A questo punto il 22enne verbanese cercava sino in fondo di attaccare il record del mondo, mancandolo tuttavia per meno di un secondo. Il crono conclusivo di 4’07″992 (4’12″571 quello del tedesco) la dice comunque lunga sul livello raggiunto da Ganna, miglioratosi quest’oggi di 6 secondi rispetto al precedente primato italiano che già deteneva. Il passaggio al Team Sky ha contribuito dunque ad affinare e modellare il talento sconfinato di un campione che non vuole porsi limiti.
Ganna ha celebrato quest’oggi la quarta medaglia consecutiva in un Mondiale nell’inseguimento individuale, agganciando Guido Messina e Leandro Faggin in cima alla classifica degli italiani più vincenti in questa specialità (Fausto Coppi si era fermato a due). Il primato assoluto di titoli iridati appartiene al britannico Hugh Porter (4), a questo punto prossimo obiettivo del fuoriclasse tricolore.
Per quanto riguarda la finale per il bronzo, Davide Plebani, coetaneo di Ganna, si è imposto sul russo Alexander Evtushenko con il tempo di 4’14″572, precedendo il rivale di 2″212. L’azzurro ha mantenuto il comando delle operazioni sin dal primo giro, involandosi verso il successo grazie ad un ultimo chilometro devastante. Per trovare due italiani sul podio nell’inseguimento individuale di un Mondiale bisogna tornare indietro al 1964, quando Faggin fu argento davanti ad Ercole Baldini. La strabiliante prestazione odierna di Ganna e Plebani lascia intendere chiaramente che il quartetto dell’inseguimento a squadre saprà rifarsi con gli interessi dopo la sfortunata gara di questa rassegna iridata.

Paternoster beffata da Kirsten Wild nel finale: è argento

Difficilmente le si poteva chiedere di più. A due punti dalla medaglia d’oro, contro la campionessa iridata in carica, la più forte dell’ultimo quadriennio nella specialità. Letizia Paternoster si aggiudica la medaglia d’argento iridata ai Mondiali di ciclismo su pista di Pruszkow 2019 nell’omnium, dopo essere stata per lunghi tratti in testa alla gara.Quattro prove disputate al meglio da parte della 19enne azzurra. L’esordio eccezionale con lo scratch, una spettacolare vittoria a mettere le cose in chiaro. Poi la settima piazza nella Tempo Race, che non ha comunque influito sul risultato. Di grinta e coraggio la terza posizione nella corsa ad eliminazione aveva riportato la trentina in testa alla classifica prima della corsa a punti finale.
Come di consueto una gara a parte, molto diversa da quella classica. Difficile gestirla con i gradi di favorita: l’azzurra ha provato in tutti i modi a non sprecare troppe energie, dovendo però seguire tutte le rivali. Prima metà di prova perfetta, poi un testa a testa contro la più forte al mondo, la veterana Kirsten Wild (Olanda). La campionessa in carica si è portata a pari punti con l’atleta tricolore e proprio negli ultimi due sprint è riuscita a beffarla di due lunghezze: 117 punti a 115.Una lotta a due, con il Resto del Mondo a guardare: lontanissima infatti la medaglia di bronzo, la statunitense Jennifer Valente, che chiude a 106 punti.Una conferma per Letizia Paternoster, la rabbia dell’oro sfumato deve trasformarsi in forza di volontà per provare nel colpaccio alle Olimpiadi di Tokyo 2020.
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