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Aru: "#andràtuttobene? No, ci vuole rispetto per chi muore. Bergamo? Una tragedia"

Giulia Cicchinè

Aggiornato 31/03/2020 alle 22:12 GMT+2

Fabio Aru, intervistato dal Corriere dello Sport parla del 2020, una stagione che sarebbe dovuta essere quella della sua rinascita, invece si è fermata subito. Un pensiero anche a Bergamo città che è stata casa sua da dilettante e che lo ha cresciuto ciclisticamente.

Fabio Aru

Credit Foto Getty Images

Sarebbe dovuta essere la stagione del riscatto per Fabio Aru, in un 2020 pieno di obiettivi tra cui ovviamente l’Olimpiade di Tokyo 2020. I Giochi sono stati rimandati al 2021 ma molti non sanno che anche la stagione ciclistica ha subito, e sta subendo, notevoli cambiamenti con l’interrogativo se si pensa al futuro. Domande che cercano anche Fabio Aru, intervistato dal Corriere dello Sport.
Sembra incredibile, ma è andata così. Però mi rifiuto di lamentarmi. Penso a chi sta perdendo molto più di questo, a chi ha perso le persone che ama, a chi ha perso la vita. Sono un po’ stanco di sentir dire che andrà tutto bene. Anche se dovesse risolversi domani, non è andata bene per niente. Ci vuole rispetto, c’è tanta gente che muore. Adesso dobbiamo pensare a loro

"Taglio stipendi? Per ora la UAE non ci ha chiesto nulla ma non mi stupirei vengano richiesti sacrifici..."

Il calendario del ciclismo dicevamo è ancora tutto in divenire: nonostante le classiche non ci siano state e il Giro d’Italia studia il piano B (dopo la rinuncia dell’Ungheria alle prime 3 tappe), il Tour de France sembra essere ancora al proprio posto nel calendario 2020.
Non so come si possa correre. Il ciclismo è uno sport molto globale, nelle squadre c’è gente di tanti Paesi diversi. Ammesso che si riesca a organizzare una corsa, chi potrà spostarsi in sicurezza? Chi potrà andare in Francia?
Se nel calcio non si gioca e i calciatori si stanno decurtando lo stipendio, una situazione simile è quella che si vive nel ciclismo. La Lotto Soudal è stata la prima nel ciclismo, stipendi congelati per i ciclisti per poter permettere “di campare” ai membri dello staff.
Per ora è una cosa che non ci riguarda, anzi la UAE ci è stata molto vicina. Ma non vivo in un altro mondo: non mi stupirei se in assenza di corse gli sponsor pensassero a difendersi. Mi auguro che anche questo possa risolversi quando si tornerà alla normalità, me lo auguro per tutto il movimento. Contratto in scadenza? Sarei un ipocrita a dire che non ci penso. Arrivo da due stagioni molto negative, e in questa non so se avrò modo di correre, di tornare quello che ero. Non è facile
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"Addolorato per Bergamo"

E se il futuro è incerto, bisogna dare uno sguardo al passato e quello di Aru è a Bergamo. Nei dilettanti infatti, il sardo ha vestito la maglia della Palazzago, squadra orobica.
Chi poteva aspettarsi quello che sta succedendo... Sento i miei amici, la situazione è anche peggiore di quella che si vede al telegiornale. Una tragedia. Non è andato tutto bene, no
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