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Ciclismo, Tara Gins licenziata per colpa di playboy

Carlo Filippo Vardelli

Aggiornato 28/01/2021 alle 14:22 GMT+1

CICLISMO - L’ex professionista belga doveva iniziare a lavorare come direttore sportivo con una squadra Under 23 ma è stata licenziata a causa di un servizio fotografico per playboy: "Voglio essere valutata per le mie qualità, non per le foto." L'ennesimo atto bigotto di una società insopportabile.

Tara Gins

Credit Foto Imago

Mi sarebbe piaciuto essere giudicata per le mie capacità come direttore sportivo e non da alcune foto. Il presidente della squadra mi ha detto: sono d’accordo te, ma non posso perdere gli sponsor
Le cose nel 2021 stanno ancora così. Tara Gins, 30enne ex ciclista professionista dal 2016 al 2020, non può lavorare come direttore sportivo perché ha fatto un servizio fotografico per Playboy. La belga aveva preso un accordo verbale per dirigere una squadra Under 23, ma proprio sul più bello si è vista sbattere la porta in faccia.
"Mi hanno detto che un membro dello staff si era imbattuto in qualche mia foto - ha spiegato Tara Gins tramite i suoi social - Ha girato quegli scatti agli altri membri della dirigenza e qualcuno a quel punto ha minacciato il presidente della squadra di girare quelle foto allo sponsor".
Erano due servizi fotografici: uno destinato al magazine americano Playboy e l'altro per un calendario: "Nel servizio per Playboy ero nuda, ma con le parti più intime coperte, quindi niente di volgare. Nel calendario invece ero in topless. E non c’era nessun riferimento al ciclismo. Il calendario è uscito nella prima settimana di gennaio, quindi immagino che siano quelle le immagini che hanno ritenuto compromettenti, ma di questo non sono certa al 100%." E quindi niente. Dietrofront immediato e avventura stroncata sul nascere.
Una storia abbastanza triste di per sé, che però offre tanti spunti di riflessione. Ad esempio: il Team Bora-Hansgrohe (la squadra in cui corre Peter Sagan), nel maggio del 2019, ha creato una campagna marketing in cui ha chiesto ai propri ciclisti di spogliarsi e "farsi una doccia". (Hansgrohe è un'azienda tedesca che produce sanitari).
Come vedete nel tweet qua sopra: Pascal Ackermann, il "nostro" Daniel Oss e altri (compreso Sagan) hanno posato in costume di bagno per qualche scatto fotografico. Cosa c'è di male in tutto questo? Assolutamente niente. Fare la doccia con i vestiti risulta parecchio scomodo, quindi è abbastanza naturale chiedere ad un ciclista di spogliarsi. Ed è altrettanto naturale chiedere di spogliarsi ad una ragazza che posa per Playboy.
Come può un ambiente (quello delle bici, appunto) considerare questo scatto come "normale" e quello di Tara Gins no. Oltretutto, la ciclista belga lo ha fatto per una rivista che con il ciclismo non ha niente a che fare. Purtroppo, per l'ennesima volta, ci tocca constatare che in certi ambienti uomini e donne non vivono sulla stessa lunghezza d'onda. L'uomo nudo è macho mentre la donna nuda è volgare. Quanto prima riusciremo a superare questo pregiudizio, quanto prima potremo vivere una società migliore. Bigotto è un epiteto dispregiativo che veniva utilizzato con i Normanni (tra il nono e il dodicesimo secolo). Siamo nel 2021, è ora di svegliarsi.
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