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Ciclismo, Vincenzo Nibali: "I giovani devono fare sacrifici, chi vuole ci riesce"

DaOAsport

Pubblicato 13/01/2021 alle 13:33 GMT+1

CICLISMO - Vincenzo Nibali prepara la nuova stagione in ritiro con la sua Trek Segafredo pianificando Giro, Tour e Olimpiadi di Tokyo. Non solo pianificazione però perché lo Squalo di Messina parla anche dei giovani: "Chi vuole, ci riesce".

Vincenzo Nibali - Giro d'Italia 2020, stage 15 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Il ciclismo si sta sempre più modernizzando, con tantissime nazioni che sfornano talenti giovanissimi e già pronti a rivaleggiare nelle corse più importanti con i fenomeni più affermati. L’esempio più lampante può essere quello di Tadej Pogacar, in grado di aggiudicarsi il Tour de France lo scorso anno.
Dell’argomento ha parlato ai nostri microfoni Vincenzo Nibali, confrontandolo alla situazione italiana
Per emergere sono dovuto andare via dalla Sicilia per vivere in una regione che mi desse la possibilità di correre ed andare a scuola. Sono anche i ragazzi stessi che a volte devono fare dei sacrifici per emergere. Chi vuole, ci riesce.
"Io per emergere sono dovuto andare via dalla Sicilia per vivere in una regione che mi desse la possibilità di correre ed andare a scuola. Bisogna trovare gli sponsor e trovare le persone che seguono i ragazzi. In Sicilia stiamo dando tanto supporto ai ragazzi con il team Nibali. Sono anche i ragazzi stessi che a volte devono fare dei sacrifici per emergere. Chi vuole, ci riesce. Le Istituzioni potrebbero aiutarci per creare un bel vivaio. Negli ultimi anni altre Nazioni hanno lavorato meglio. Non so se i giovani di oggi avranno una carriera lunga, magari sì e magari no. Oggi il ciclismo è più scientifico. Si presume che c’è un dispendio iniziale ampio, che magari potrebbe mancare a lungo andare. Solitamente si dice sempre che un atleta raggiunge il massimo della sua forza a 30 anni, ora invece avviene a 20“.
Lo Squalo si è poi concentrato su due compagni di squadra come Andrea Tiberi e Giulio Ciccone, pronti a seguire le sue orme: “Non lo so se Tiberi sia simile a me, ma sicuramente ha grandissime qualità. Sicuramente è più cronoman di me, è un corridore che si deve ancora formare, deve crescere e capire dove può arrivare. Essere arrivato in un team come la Trek-Segafredo lo aiuterà molto ad emergere. In questo momento è con me in camera, mi fa molto piacere. Gli darò dei consigli spalmati nel tempo. Ciccone può crescere ancora”.
Sugli altri talenti del panorama internazionale: “Sicuramente Evenepoel ha fatto vedere tante cose, ma ho visto che ha lavorato tantissimo e bene. Sicuramente sarà pronto per la nuova stagione. Pogacar è quello che conosco meno tra i giovani. Bernal l’ho visto crescere in maniera graduale, ma saprà riscattarsi ed è quello che mi piace di più, mi ricorda Alberto Contador”.
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Quando Pogacar sfilò la gialla Roglic a La Planche des Belles Filles

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