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Giro del Delfinato 2022 - Primoz Roglic, Jonas Vingegaard e Filippo Ganna sono prontissimi per il Tour: 5 verità

Carlo Filippo Vardelli

Aggiornato 13/06/2022 alle 12:04 GMT+2

GIRO DEL DELFINATO - Primoz Roglic della Jumbo-Visma, durante le 8 tappe francesi, è stato in grado di mettersi alle spalle il compagno di squadra Jonas Vingegaard e il sorprendente Ben O’Connor (AG2R). Con (circa) due settimane di pausa prima del Tour de France, proviamo a capire cosa ci ha lasciato questa corsa proprio in ottica Grand Boucle.

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Con la scalata a Plateau de Solaison, il Giro del Delfinato 2022 è andato ufficialmente in archivio. La vittoria, d’autorità, se l’è presa quel cannibale di Primoz Roglic, capace di abbinare la sua forza in salita alle indubbie qualità contro il tempo (è campione olimpico in carica). Lo sloveno della Jumbo-Visma, durante le 8 tappe, è stato in grado di mettersi alle spalle il compagno di squadra Jonas Vingegaard e il sorprendente Ben O’Connor (AG2R). Con (circa) due settimane di pausa prima del Tour de France, proviamo a capire cosa ci ha lasciato questa corsa proprio in ottica Grand Boucle.
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Primoz Roglic è pronto!

Se dopo quell’ultima tappa zoppicante alla Parigi-Nizza, in cui van Aert lo aveva letteralmente salvato dalle tenebre, e dopo un Giro dei Paesi Baschi chiuso all’ottavo posto cercavamo delle risposte da Primoz Roglic, Primoz Roglic ce le ha date. Lo sloveno, grazie ad una Jumbo-Visma con la formazione tipo (fatta eccezione per Kuss e Dennis), alla sua abilità contro il tempo e alla precisione metodica negli scatti, ha messo in bacheca un altro small tour e ha confermato il suo ruolo di anti-Pogacar. Alla partenza del Tour de France manca ancora parecchio, ma il vicecampione del 2020 c’è!
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Filippo Ganna è più pronto di Roglic

Ma se Primoz Roglic ha fatto faville dimostrando tutto il suo valore, Pippo Ganna – in proporzione – ha fatto anche meglio. Il fenomeno di Verbania, uno dei pochissimi italiani rispettati in tutto il mondo, ha vinto la quindicesima cronometro sulle 23 disputate dal 2020, riuscendo a battere ancora una volta quel marziano di Wout van Aert. Ormai da tempo, il piemontese sbandiera ai 4 venti il suo obiettivo: vestire la prima maglia gialla al Tour de France 2022. Se i 32km francesi erano una sorta di ultimo test prima della Grand Boucle, i 13km di Copenaghen (distanza più consona al motore del gigante Ineos) potrebbero essere quelli dell'ennesima consacrazione. Le premesse ci sono tutte.
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Wout van Aert: il marziano

Se cerchiamo la parola “marziano” sul vocabolario, la prima definizione utile dice così: “persona fuori dal comune per doti o aspetti inconsueti”. Rivedendo gli ultimi otto giorni di corsa di Wout van Aert al Delfinato, beh, non ci potrebbero essere lettere migliori per descriverlo. Il belga della Jumbo-Visma, oltre ad aver vestito la maglia gialla e ad aver vinto la maglia verde, ha portato a casa 4 podi (con due vittorie) e ha chiuso sei delle otto tappe nei primi 11, svolgendo anche il lavoro di gregario per Primoz Roglic. Insomma, ha fatto la differenza dimostrando di essere di un altro pianeta.
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Caruso e Cattaneo: ecco che cosa abbiamo capito

Mattia Cattaneo e Damiano Caruso sono due delle più gigantesche speranze in ottica classifica generale se guardiamo al Tour de France con la bandiera tricolore in mano. Dopo questa settimana al Delfinato, che cosa dobbiamo aspettarci da loro? Sicuramente, il veterano della Bahrain è quello che può nutrire le speranze maggiori per la top10, sia per esperienza che per effettive abilità quando la strada sale, mentre per il passistone cresciuto nella Lampre l’orizzonte realistico è (forse) la top15. In ogni caso, per entrambi, vista la concorrenza spietata, la scelta più intelligente potrebbe essere quella di cacciare qualche tappa.
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Ethan Hayter è forte per davvero

Se c’è un uomo che, pur senza vincere, ha fatto tremare i muri del Giro del Delfinato 2022, quell’uomo si chiama Ethan Hayter. Il classe 1998 della Ineos-Grenadiers, negli 8 giorni trascorsi in Francia, ha fatto secondo alle spalle di van Aert nella prima tappa, ha conquistato il terzo posto nella cronometro di La Batie d’Urfe (dietro a Ganna e van Aert), ha trovato un altro terzo posto nella volata di Chaintre (dietro a van Aert e Meeus) e ha chiuso al 15° posto in classifica generale. Sicuramente, nel computo totale, gli manca ancora qualcosina per entrare nell’élite delle due ruote, ma la sua crescita è una retta verticale. Se dovesse continuare così, presto potrebbe diventare uno dei migliori al mondo.

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