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GIRO DEL DELFINATO - Vingegaard senza rivali: il danese si prende anche la Croix de Fer. Maglia gialla blindata

Pietro Pisaneschi

Aggiornato 10/06/2023 alle 18:17 GMT+2

GIRO DEL DELFINATO - Il corridore della Jumbo-Visma detta legge anche nella settima tappa della corsa francese. Un altro arrivo in solitaria per Jonas Vingegaard, che scatta ai -5 km dalla vetta della Croix de Fer e lascia tutti dietro. Vittoria numero 10 in stagione per il danese che blinda la maglia gialla in vista della tappa di domani. Yates (2°) balza al secondo posto della generale.

Vingegaard trionfa in vetta alla Croix de Fer: rivivi l'arrivo in solitaria

Quello di Jonas Vingegaard è un Giro del Delfinato senza rivali. Ancora una volta, quando il danese scatta nessun avversario riesce a resistergli. Qualche metro, una decina di pedalate, e poi tutti si staccano. Il corridore della Jumbo-Visma impone nuovamente la legge del più forte in salita nella settima tappa della corsa francese. Partito ai -5 km dal traguardo, Vingegaard lascia sul posto Adam Yates e il resto della compagnia e va a prendersi in solitaria gli oltre 2000 metri della vetta della Croix de Fer. I distacchi, per la distanza e il tipo di salita, sono abissali: Yates giunge a 41", Hindley a 53", O'Connor a quasi un minuto. E poi scendendo via via, si trovano Carapaz a 2'10", Ciccone a 2'49", Gaudu a 3'01" e Landa addirittura a quasi 6 minuti. Sono distacchi che impressionano e spaventano (gli avversari) a 20 giorni dall'inizio del Tour de France, dove Vingegaard andrà per provare a centrare il bis dopo il 2022. Più passa il tempo, più arrrivano dimostrazioni che il danese sia imbattibile in salita. O meglio, un corridore che potrebbe batterlo ci sarebbe e sicuramente sarà al via della Grande Boucle. Si chiama Tadej Pogacar. Intanto però, con la vittoria alla Croix de Fer, Vingegaard ipoteca il Giro del Delfinato. Con questa forma e con 2 minuti e 11 secondi di vantaggio sul secondo in classifica generale, ossia quell'Adam Yates che oggi ha desistito ben presto dall'intento di tenergli le ruote, il danese della Jumbo-Visma può già iniziare a pensare a cosa mettere in valigia per il Tour.

L'ORDINE D'ARRIVO

1. J. VINGEGAARD (Jumbo-Visma)4H15'47"
2. A. YATES (UAE Team Emirates)+41"
3. J. HINDLEY (Bora Hansgrohe)+53"
4. B. O'CONNOR (AG2R Citroen)+1'04"
5. M. POOLE (Team DSM)+1'10"
6. J. HAIG (Bahrain Victorious)st
7. G. MARTIN (Cofidis)st
8. T. TRAEEN (UnoX)st
9. D. MARTINEZ (Ineos Grenadiers)st
10. L. MEINTJES (Intermarché-Circus-Wanty)st

LA CLASSIFICA GENERALE

1. J. VINGEGAARD (Jumbo-Visma)25h22'18"
2 A. YATES (UAE Team Emirates)+2'11"
3. B. O'CONNOR (AG2R Citroen)+2'24"
4. J. HINDLEY (Bora Hansgrohe)+2'36"
5. J. HAIG (Bahrain Victorious)+3'04"
6. D. MARTINEZ (Ineos Grenadiers)+3'27"
7. J. ALAPHILIPPE (Soudal Quick Step) +3'48"
8. G. MARTIN (Cofidis)+4'14"
9. L. MEINTJES (Intermarché-Circus-Wanty)+4'19"
10. T. TRAEEN (UnoX)+4'21"

LA GARA: VINGEGAARD VOLA SULLA CROIX DE FER. LA CONCORRENZA NON ESITE

Ancora una volta, a Jonas Vingegaard è bastato un singolo scatto per mettere in croce tutti i rivali in salita. Ai -5 km dalla vetta della Croix de Fer, il danese ha finalizzato nuovamente l'ottimo lavoro della Jumbo-Visma e ha lasciato sul posto tutti quanti. I numeri fatti registrare dal vincitore del Tour dello scorso anno sono piuttosto emblematici. Vingegaard ha percorso i 13 km e 1000 metri dell'ultima salita in 30 minuti e 32 secondi per una velocità media di 25.7 km/h. Praticamente, una moto. A poche settimane dall'inizio della Grande Boucle, la riflessione sorge spontanea: c'è qualcuno in grado di competere con il danese quando la strada s'impenna? Verrebbe da dire Pogacar, ma bisognerà vedere come lo sloveno avrà recuperato dall'infortunio allo scafoide e, soprattutto, se i pochissimi giorni di gara che avrà nelle gambe al via del Tour da Bilbao saranno sufficienti per risultare competitivo.
Sicuramente, la concorrenza che Vingegaard aveva a questo Delfinato è stata completamente sbaragliata. Tutti gli altri uomini di classifica continuano a perdere terreno dal danese, giorno dopo giorno. C'è chi limita i danni come Hindley, Yates ed O'Connor, chi ci prova e viene respinto come Carapaz e chi proprio non è mai stato in gara. Le due delusioni più grandi sono forse quelle di David Gaudu e Mikel Landa, che non sono mai riusciti a tenere le ruote del gruppo ogniqualvolta la Jumbo Visma ha iniziato a fare l'andatura decisa in salita. Il francese della Groupama, quarto lo scorso anno al Tour ma ad oltre 13 minuti di distacco da Vingegaard, continua a vivere una stagione anonima. Partito bene ad inizio anno con il secondo posto in classifica generale alla Parigi-Nizza, si è progressivamente eclissato partecipando alle classiche delle Ardenne senza concludere una corsa e riapparendo piuttosto imballato qua al Delfinato. Per Landa il discorso è simile. Lo avevamo lasciato in primavera con un secondo posto al Giro dei Paesi Baschi ad "appena" 1'12" di distacco da Vingegaard e un terzo posto in cima al Mur de Huy alla Freccia Vallone dietro a Pogacar. Lo ritroviamo adesso al Delfinato intento a costeggiare la corsa, staccandosi, arrivando del suo passo in cima alle salite con il compagno di squadra Jack Haig più pimpante nonostante 21 tappe di Giro d'Italia nelle gambe. Al cospetto di Vingegaard, nessun possibile rivale lancia segnali incoraggianti in vista del Tour.

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