Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

CICLISMO - Filippo Pozzato ricorda Rebellin: “Era un talento unico. Ora corro a piedi, in bici ho paura"

DaOAsport

Aggiornato 03/12/2022 alle 11:38 GMT+1

CICLISMO - L'ex ciclista ha lanciato un messaggio dopo la morte del 51enne ex campione: "Siamo indietro, non abbiamo infrastrutture valide né strade adeguate per la bici, per chi va a scuola e a fare la spesa. Sulle ciclabili c’è un passo carrabile ogni 20 metri. Dobbiamo civilizzarci di più: da noi ognuno fa quello che vuole".

Rebellin: "Contento della mia carriera, mi sono divertito. Vittoria più bella? La Liegi"

Una vita spezzata. La morte di Davide Rebellin ha colpito tutti, appassionati di ciclismo e non. L’incidente tra l’ex corridore nostrano e l’arcinoto Tir, avvenuto a Montebello Vicentino, ha riportato in cima alla lista della priorità il tema della sicurezza stradale. L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport fornisce aggiornamenti circa la vicenda, relativamente al 62enne camionista tedesco, scovato in Germania da Carabinieri e Interpol dopo una fuga di 1100 km.
Sulla Rosea, poi, è riportata anche la testimonianza di chi conosceva molto bene Rebellin, ovvero Filippo Pozzato: “La rotonda la conosco bene, la strada è molto trafficata e non la facevamo mai in allenamento. Penso nemmeno Davide, era lì solo perché casa sua a Lonigo era a 6 km. Pedalava su una bici gravel, io credo che fosse uscito da uno sterrato e avesse fatto pochi chilometri sulla statale prima di riprendere i sentieri. Era sempre molto scrupoloso e aveva sempre la luce accesa”, ha raccontato alla Gazzetta Pozzato.
Pozzato non nasconde i suoi timori dopo le tragedie accadute: "Da un po’ ho paura di andare in bicicletta. Scarponi, ora Davide: a me piace ancora molto pedalare, ieri mattina volevo fare un giretto ma alla fine ho detto no, e sono andato a correre a piedi. Queste cose ti fanno pensare”.
picture

Davide Rebellin tragicamente investito da un camionista, un mese dopo aver dato l'addio al ciclismo, Getty Images

Credit Foto Getty Images

L’ex corridore, ora organizzatore di alcune gare, ha ricordato appunto quando quest’anno Rebellin ha affrontato la Serenissima Gravel e la Veneto Classic: “Era ancora competitivo, quella è una corsa dura, non è facile gareggiare contro i ragazzi di 20 anni. Ti fa capire quali erano le capacità di Davide. E’ stato il più grande talento che ha avuto l’Italia ciclistica, aveva un motore pazzesco, il migliore di tutti. Non ci sono in gruppo adesso corridori così. A 40 anni vinceva con i ventenni”.
E poi il tema della sicurezza stradale: “Siamo indietro, non abbiamo infrastrutture valide, non abbiamo strade adeguate per la bici, per chi va a scuola e a fare la spesa. Sulle ciclabili c’è un passo carrabile ogni 20 metri. Dobbiamo civilizzarci di più: da noi ognuno fa quello che vuole“.
picture

Rebellin all'ultimo ballo: "Il ciclismo è la mia vita"

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità