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Stephen Williams scrive la storia, primo britannico a domare il Mur de Huy! Secondo Vauquelin, terzo van Gils

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DaEurosport

Aggiornato 17/04/2024 alle 19:07 GMT+2

FRECCIA VALLONE - Per la prima volta nella storia la seconda tappa del Trittico delle Ardenne parla britannico: Stephen Williams vince una Freccia Vallone durissima, caratterizzata da pioggia, vento e neve. Sul podio insieme a lui Vauquelin e van Gils. Ritirati a causa del maltempo Pidcock, Vlasov, Teuns, Hirschi, Skjelmose e Ayuso. Davide Formolo primo degli italiani al 24° posto.

Corsa dura, Pidcock e Hirschi si arrendono, vince Williams: gli Highlights

La Freccia Vallone parla britannico, per la prima volta nella sua storia. L'iconica corsa belga, arrivata all'88a edizione, finisce nelle mani di Stephen Williams, classe 1996 in forza alla Israel - Premier Tech. Il nativo di Aberystwyth mette tutti quanti in riga nell'ultimo passaggio sul Mur de Huy, a 300 metri dall'arrivo, concludendo a braccia alzate una giornata da tregenda. Pioggia, vento e neve, infatti, hanno accompagnato i ciclisti per larga parte della corsa. Tantissimi i ritiri, tra cui quelli di Tom Pidcock, Aleks Vlasov, Dylan Teuns, Marc Hirschi, Mattias Skjelmose, David Gaudu e Juan Ayuso. Solamente Kevin Vauquelin e Maxim Van Gils, nel finale, hanno trovato la forza per rispondere alla bordata di Williams, ma il loro sforzo è servito "solamente" a guadagnarsi un posto sul podio. Fuori dai magnifici tre, invece, sia Santiago Buitrago che Richard Carapaz, apparsi decisamente in palla nel penultimo passaggio. Prestazione molto silenziosa da parte della truppa italiana, con soli tre atleti in grado di tagliare il traguardo: Davide Formolo, Lorenzo Germani e Luca Vergallito.

La top10

ATLETATEMPO
1-Williams (Israel)4h40'24"
2-Vauquelin (Arkea)st
3-van Gils (Lotto)+3"
4-Cosnefroy (AG2R)+3"
5-Buitrago (Bahrain)+3"
6-Johannessen (Uno-X)+10"
7-Gregoire (FDJ)+10"
8-Godon (AG2R)+10"
9-Benoot (Visma)+10"
10-Martin (Cofidis)+10"

La cronaca

Inizia da Charleroi l'88a edizione della Freccia Vallone al maschile. Parterre orfano di Tadej Pogacar, Julian Alaphilippe e Primoz Roglic, ma con tantissimi ciclisti pronti a fare la differenza sul leggendario Mur de Huy. Il primo tentativo di fuga è subito quello buono: guidano Calmejane (Intermarche), Jousseaume (TotalEnergies), Whelan (Q36.5) e Juaristi (Euskadi). Dopo qualche chilometro al vento si uniscono anche Chzhan (Astana) e Meens (Bingoal), per un plotoncino di sei che arriva a guadagnare anche 4'35" sul gruppo dei migliori.
Intorno ai -175, quando mancano circa 20km alla Côte d'Yvoir (2.1 km al 6% di pendenza media), davanti al gruppo si mette la Ineos di Tom Pidcock. Lo squadrone britannico vuole controllare la situazione, in modo da non lasciare troppo spazio alla fuga. Poco dopo arriva anche la Trek di Skjelmose Jensen e l'Education First di Healy e Carapaz. Il vantaggio, dopo la prima asperità degna di nota, rimane sui 4'30", con Juaristi che vince il KOM Sprint sulla Côte d'Yvoir.

Arriva la pioggia, crollano i migliori

La prima vera strappata del gruppo arriva ai -105km, contemporaneamente all'ingresso nel circuito finale. I corridori dalle UAE-Emirates, sotto un'acqua torrenziale che in alcuni tratti diventa anche neve, prendano in mano le operazioni e nel primo passaggio tra Côte d'Ereffe (2.1 km al 5% di pendenza media) e Mur de Huy (1.3 km al 9.6% di pendenza media) tolgono più di un minuto e mezzo ai fuggitivi (2'30").
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Pioggia, vento e anche la neve: Whelan non riesce a mettersi la mantellina

Un altro minutino se ne va nei chilometri successivi, quelli di passaggio tra il Mur de Huy e la seconda scalata alla Côte d'Ereffe. Il meteo non migliora, anzi se possibile diventa ancora peggio, con vento e neve che imperversano sulla testa dei ciclisti. Il ritmo in gruppo diventa lavoro per la Education First e la FDJ, che alla base del "secondo" Mur de Huy chiudono in maniera definitiva sulla fuga di giornata. Nel frattempo, sei nomi pesanti alzano bandiera bianca: Aleksandr Vlasov (Bora), Pello Bilbao (Bahrain), Tom Pidcock (Ineos), Marc Hirschi (UAE), Mattias Skjelmose Jensen (Trek) e Dylan Teuns (Israel).
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Giornataccia in Belgio: crollano Hirschi, Skjelmose e Pidcock

Fuga risucchiata, ci prova Kragh Andersen

A 60km dall'arrivo, la corsa si trasforma in sopravvivenza. Davanti contiamo un grupetto di 30 unità, composto per la maggior parte da outsider. Tra i big solo Richard Carapaz, Benoit Cosnefroy e Tiesj Benoot, capitani di EF, AG2R e Visma. Qualche metro dopo il secondo passaggio in cima al Mur de Huy, la Alpecin sgancia Soren Kragh Andersen. Il danese decide di giocare con aggressività, arrivando a guadagnare fino a 1'24" sul gruppo migliori (o quello che rimane).
Alla base del penultimo passaggio sul Mur de Huy, dopo una Côte d'Ereffe piuttosto anonima, batte forte il cuore del sudamerica: Carapaz (EF) e Buitrago (Bahrain) suonano la sveglia, seguiti da Williams (Israel), van Gils (Lotto) e Vauquelin (Arkea). Questo quintetto si getta all'inseguimento del fuggitivo, mentre alle loro spalle nel gruppo si impegnano la Uno-X e la Visma. Ai -23km, con il sole che inizia a piegare le nuvole, il dominio di Kragh Andersen perde quota: il ciclista della Alpecin sente il fiato sul collo degli avversari, che arrivano a 25" da lui.
Il gioco del danese termina sull'ultima Côte d'Ereffe, con il gruppo che lo passa a doppia velocità. Seguono 10km abbastanza tranquilli, con Staune-Mittet che tira il gruppo con personalità. La soluzione del thriller, come sempre, arriva sull'iconico Mur de Huy: nessuno si muove fino al cartellone dei -300m, poi Stephen Williams apre il gas e alza le braccia al cielo, diventando il primo britannico a vincere la Freccia Vallone. Secondo Vauquelin, che non riesce a tornare sotto nel finale, terzo van Gils. Giù dal podio Cosnefroy e Buitrago, addirittura fuori dalla top10 Richard Carapaz.
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Williams: "Un sogno vincere qui. Giornata incredibile, che freddo!"

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