L'amore ai tempi di Vincenzo Nibali: lunga vita alla maglia rosa
Pubblicato 29/05/2016 alle 08:24 GMT+2
Un progetto bellissimo, un pensiero stupendo nato nella testa, e nelle gambe, sotto la neve delle Tre Cime di Lavaredo. Quel giorno, Vincenzo Nibali vinse il Giro d’Italia trionfando in maglia rosa fra le pendenze assolute delle Dolomiti, diventate tre anni dopo una tempesta azzurro tenebra. Benedette siano le altre Alpi che ci hanno reso il nostro campione e sconfitto la sua crisi di normalità
SANT'ANNA DI VINADIO - Quando diventi campione non puoi più nasconderti. Devi accogliere i favori dei pronostici e vincere un Giro “scontato”, devi correre sotto pressione e sotto i riflettori, devi incassare le critiche se non vai. Quando le attese di una nazione s'avvolgono alle tue gambe, queste si faranno lente e ogni attacco ti sembrerà fatale. Vedrai Dumoulin staccarti in maglia rosa sulle prime salite, vedrai Chaves spingerti nel baratro delle Dolomiti, vedrai Kruijswijk seminarti contro il tempo. E il cielo d'Italia sopra le guglie di roccia si coprirà d'azzurro tenebra.
Concedeteci il merito di non aver sprecato dell'inchiostro per l'epitaffio di Vincenzo Nibali. Nemmeno quando il suo Giro era rimasto appeso a un filo, sull'orlo del ritiro e al netto di un esame clinico. Si cercavano delle cause e molti hanno annaspato nella fretta: dalle pedivelle troppo lunghe per uno scalatore, a un Tour dell'Oman corso (e vinto) solo per impegni promozionali. Vincenzo è in scadenza di contratto, Vincenzo è distratto dal Bahrein, Vincenzo pensa già alle Olimpiadi. Vincenzo è vecchio. Vincenzo non è più quello del Tour.
Vincenzo non ha la forza degli antichi fasti ma sulle Alpi cercherà d'”inventarsi qualcosa”. Sul Colle dell'Agnello però, un altro gancio quando Chaves cambia ritmo in piedi sui pedali. Vincenzo sta crollando... No, Vincenzo sta ribaltando il Giro d'Italia. Primo, perché Vincenzo ha un angelo custode chiamato Michele Scarponi, il signor Cima Coppi, pretoriano della guardia Astana. Secondo, perché Vincenzo ha un cuore grande così.
Nibali fiuta l'aria del Tour de France e stravolge la Corsa Rosa dal suo epicentro transalpino. L'impresa di Risoul è fatta della materia dei sogni, ma sembra il colpo di coda del campione ferito, di un fuoriclasse che, scopertosi umano, ha raschiato il fondo per un trionfo d'autore. Eppure le Alpi sono il Valhalla degli eroi, Sant'Anna di Vinadio è il traguardo della stroria, il Colle della Lombarda è il terreno dell'epica. Consacrato en plein air nel Santuario dei monti marittimi, Nibali è tornato re del Giro con un salto triplo dalle Cime di Lavaredo. Dal senso di Vincenzo per la neve, alla rotta del normale per farsi leggenda. Viva Nibali, lunga vita alla maglia rosa.
VIDEO - Il trionfo di Vincenzo Nibaii al Giro d'Italia
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