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Da Pantani a Coppi, da Nibali a Simoni: le 10 imprese più epiche nella storia del Giro d'Italia

Luca Stamerra

Aggiornato 31/03/2020 alle 19:45 GMT+2

Il Giro d'Italia è rinviato e, fino al mese di aprile, non sapremo come e quando possa essere corso all'interno di questa stagione. Noi proviamo a tenere duro senza ciclismo e, con la memoria, andiamo a rivivere le più grandi imprese nella storia della Corsa rosa. Ce n'è per tutti i gusti, dal Pirata allo Squalo, passandro per Contador e Froome.

Marco Pantani - Castelfranco Veneto-Alpe di Pampeago - stage 19th Giro d'Italia 1999 - Imago pub not in FRA

Credit Foto Imago

Con il Giro rinviato e le grandi corse di Primavera, per ora, cancellate, si comincia a sentire la mancanza del grande ciclismo. Ecco che per l'occasione ho provato a stilare una top 10 dei momenti più intensi della storia del Giro d'Italia. Questa è la mia personalissima scaletta (in ordine cronologico), svariando dalla storia del ciclismo ai momenti più recenti. C'è un momento di questi che vi è rimasto più nel cuore?

1) Giro 1949: la Cuneo-Pinerolo, il duello Coppi-Bartali con Coppi che parte alla prima salita

10 giugno 1949. Si decide il Giro: in testa c'è Adolfo Leoni, ma sia Coppi che Bartali sono pimpanti. I due si studiano nelle prime fasi della corsa, dando l'impressione di voler partire subito all'attacco. È un altro ciclismo quello e, infatti, Fausto Coppi parte a 192 km dall'arrivo, sulla prima ascesa di giornata: la Maddalena. Quel giorno c'erano anche Vars, Izoard, Monginevro e Sestriere. Bartali provò ad inseguirlo, ma non riuscì nel suo tentativo. Quella di Coppi resta, così, la più grande e spettacolare fuga nella storia del ciclismo, con Bartali che arrivò al traguardo con un ritardo di 11'52'' sul vincitore, Alfredo Martini pagò quasi 20 minuti, per non parlare dello stesso Leoni. Come detto, ciclismo di altri tempi.

L'arrivo di tappa

CorridoreSquadraTempo
1. Fausto COPPIBianchi9h19'55''
2. Gino BARTALIBartali+11'52''
3. Alfredo MARTINIWilier+19'14''
Lo stesso Coppi, in quella annata, si prese la soddisfazione di vincere anche il Tour de France, completando la prima doppietta Giro-Tour.

2) Giro 1956: la Merano-Monte Bondone, l'azione in solitaria di Charly Gaul tra freddo e gelo

8 giugno 1956. Se quella di Coppi resta la fuga più pazza di sempre, l'azione di Charly Gaul nel 1956 è la rimonta più pazza di sempre. Freddo e gelo hanno contraddistinto una tappa clamorosa che ha visto arrivare solo 45 degli 86 corridori partiti da Merano. 242 km con Costalunga, Passo Rolle, Gobbera, Brocon e arrivo sul Monte Bondone. Gaul partì subito, con altri corridori, ma dopo averli staccati in salita, veniva ripreso in discesa. Il freddo si faceva sentire e tanti compagni di fuga del lussemburghese, uno ad uno, mollavano per le proprie condizioni di salute. Gaul fece così il vuoto sul Brocon e andò a vincere in solitaria sul Bondone dopo più di 9 ore. Un'azione fatta quasi per inerzia che per puro tatticismo, tanto che Gaul fu portato - a forza - da un poliziotto in albergo, in quanto il corridore lussemburghese non riusciva più a reggersi sulle sue gambe. Anche Fantini (2°) e Florenzo Magni (3°) arrivarono stremati, con il corridore della Nivea che reggeva il manubrio con un tubolare stretto con i denti, avendo una spalla fratturata.

L'arrivo di tappa

CorridoreSquadraTempo
1. Charly GAULFaema9h7'28''
2. Alessandro FANTINIAtala+7'44''
3. Florenzo MAGNINivea+12'15'
In quel caso Gaul provò solo a vincere la tappa, solo dopo, immerso in un bagno caldo, il ds della sua squadra lo avvisò di aver fatto un salto clamoroso in classifica generale: partito da Merano da 24° della classifica, si ritrovò a vestire la maglia rosa il giorno successivo.
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Charly Gaul

Credit Foto From Official Website

3) Giro 1968: la Gorizia-Tre Cime di Lavaredo, Merckx fa il vuoto e conquista la rosa

1° giugno 1968. I più grandi si consacrano in condizioni estreme, fu così per Coppi, Bartali e Gaul, fu così anche per Eddy Merckx che apparve tra il freddo e il gelo per conquistare la sua maglia rosa. Il belga aveva già vinto tre tappe in quel Giro, ma voleva a tutti i costi indossare la maglia rosa. Ecco che ci voleva un'impresa e il fiammingo si presentò con grande coraggio sulla Tre Cime di Lavaredo. In molti si fecero 'venire a prendere' dalle proprie ammiraglie, lui continuava a pedalare velocemente nel gelo, perché solo così riusciva a scaldarsi. Motta e Zilioli dovettero sventolare banderia bianca, arrivando al traguardo con un distacco superiore ai 4 minuti, Felice Gimondi ne pagò addirittura 6.
Eddy Merckx e Vittorio Adorni compagni di squadra nel 1968

4) Giro 1994: la Merano-Aprica: la prima vittoria pesante di Pantani al Giro

5 giugno 1994. Nasceva una stella: Marco Pantani. Il corridore romagnolo vinse già il giorno prima a Merano, ma il bis ha tutto un altro sapore. Quello era il Giro di Evgeni Berzin, il giovane russo che mise in fila i vari Indurain, Chiappucci e Gianni Bugno. Ma quel giorno furono altri due giovani a stupire: Wladimir Belli e, soprattutto, Marco Pantani che attaccava, attaccava e attaccava. Il primo decisivo attacco fu sul Mortirolo, dando 55'' a Indurain e poco più di un minuto a Berzin, poi si fece riprendere prima dell'attacco finale a Santa Cristina. Chiappucci fu il più brillante, alle sue spalle, ma alla fine pagò anche lui 2'52''. Poi Belli con 3'27'', qualche secondo meglio di Indurain che pagò 3'30'' dal giovane romagnolo, mentre Berzin finì ad oltre 4 minuti. Quel giorno nacque una stella che rivoluzionò la classifica, con lo stesso Pantani che si issava fino al 2° posto della generale a poco più di un minuto dalla vetta.

L'arrivo di tappa

CorridoreSquadraTempo
1. Marco PANTANICarrera Jeans-Tassoni6h55'58''
2. Claudio CHIAPPUCCICarrera Jeans-Tassoni+2'52''
3. Wladimir BELLILampre-Panaria+3'27''
4. Nélson RODRIGUEZZG Mobili+3'27''
5. Miguel INDURAINBanesto+3'30''
6. Evgeni BERZINGewiss-Ballan+4'06''
8. Gianni BUGNOPolti-Vaporetto+5'50''
Pantani ci credeva, ma nella crono di Passo del Bocco, ecco che Berzin mise di nuovo tutti in fila (come capitato a Follonica), ipotecando questa volta il Giro. Poco male. Qualche anno più tardi Pantani disse la sua sia al Giro che al Tour.

5) Giro 1999: la Racconigi-Oropa, la rimonta di Marco Pantani

30 maggio 1999. Marco Pantani è la nuova maglia rosa, con il Pirata che l'ha sfilata a Jalabert il giorno prima sul traguardo di Borgo San Dalmazzo. Ad Oropa, l'arrivo è in salita, ma alla vigilia si presume ci possa essere solo qualche scatto nel finale, con Pantani che controllerà la corsa fino agli ultimi 2/3 km. Così non è. All'imbocco della salita, infatti, Pantani è costretto a fermarsi per un salto di catena e ci vorranno circa 40 secondi per rimettersi in strada. L'episodio scatena tutti gli altri: parte Roberto Heras, lo stesso Jalabert ci crede, Savoldelli, Simoni, Miceli e Clavero sperano di guadagnare secondi sul corridore della Mercatone Uno. Velo e Borgheresi si fermano, poi anche Zaina, Brignoli e Podenzana. Tutta la Mercatone Uno è attorno al Pirata come una cronometro a squadre. Pantani è in fondo al suo gruppetto, ma perde addirittura le ruote, il nervosismo è alto e le gambe non posso dare il massimo. Poi è Garzelli a dare la trenata decisiva quando la salita comincia ad avere pendenze più dure: rimane solo Marco Velo a supporto di Pantani che, ai -6 km dall'arrivo, parte in solitaria nel suo tentativo di rimonta. Il lavoro della squadra è stato eccellente per ricaricare la testa, ed ecco che il Pirata riparte, trasformando la rabbia in energia positiva. Ad ogni colpo di pedale c'è un sorpasso (ne farà poco più di 50 quel pomeriggio) e dopo 2 km ritrova un gruppetto con Savoldelli, Simoni e Clavero. Davanti Heras è in fuga, Jalabert prova a seguirlo, mentre Ivan Gotti comincia a perdere terreno. Aveva esagerato nel suo ritmo, forse pensando di staccare Pantani, ma si ritrova a far fatica. Pantani sfrutta il lavoro di Savoldelli e Simoni e va a recuperare Gotti, o meglio a staccare Gotti senza neanche guardarlo in faccia. Qualche metro più tardi, il sorpasso su Jalabert, con Pantani che va addirittura a trionfare in solitaria. Una delle vittorie più belle di tutto il ciclismo, con Pantani che ha superato davvero tutti. Il Pirata consolida così il primato in classifica e ottiene la sua seconda vittoria al Giro.
Niente da fare. Quando la salita è dura, nessuno riesce a stargli a ruota, anche con un handicap di 30/40 secondi. [Davide Cassani in telecronaca]

L'arrivo ad Oropa

CorridoreSquadraTempo
1. Marco PANTANIMercatone Uno–Bianchi3h47'31"
2. Laurent JALABERT ONCE–Deutsche Bank+21''
3. Gilberto SIMONIBallan–Alessio+35''
4. Ivan GOTTITeam Polti+38''
5. Daniel CLAVEROVitalicio Seguros+38''
6. Nicola MICELILiquigas+44''
7. Paolo SAVOLDELLISaeco–Cannondale+49''
Saranno 4 i successi in totale, ma non vincerà quel Giro d'Italia. Il 5 giugno 1999, infatti, Pantani venne fermato per un valore di ematocrito nel sangue non consentito (era a 52) e fu costretto a lasciare la competizione, con Ivan Gotti che conquistò così la maglia rosa. Un brutto modo per concludere un Giro che fino a quel momento fu fantastico.
Restano le gesta del Pirata: se non avete mai visto la scalata di Oropa, non perdete tempo. Su Youtube c'è ancora. L'avete già vista? Sarà un piacere riassaporare ogni sorpasso. Qui un riassunto molto preciso di tutte le tappe di quella giornata.
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24 anni fa l'impresa di Pantani a Oropa: rivivi la rimonta

6) Giro 2003: la San Donà di Piave-Zoncolan, la vittoria di Simoni sul primo Zoncolan

22 maggio 2003. Scocca l'ora del Kaiser. Per la prima volta viene affrontato lo Zoncolan al Giro d'Italia, vetta mai esplorata sulle strade della corsa rosa, se non per il Giro Rosa (quello femminile) con il successo di Fabiana Luperini nel 1997. Il 2003 è l'anno di Gilberto Simoni che, dopo aver conquistato la maglia a Faenza, comincia il suo percorso verso Milano proprio dalla vittoria sullo Zoncolan, distanziando il suo rivale Stefano Garzelli. Sulle pendenze friulane, il piano tattico di Simoni è perfetto, con il corridore della Saeco che parte a 2 km dal traguardo senza che nessuno possa stargli dietro. Garzelli, Casagrande e Popovych devono 'solo' limitare i danni dando a Simoni il primo semaforo verde di quella edizione.

L'arrivo di tappa

CorridoreSquadraTempo
1. Gilberto SIMONISaeco5h10'30''
2. Stefano GARZELLIVini Calderola+34''
3. Francesco CASAGRANDELampre+39''
4. Yaroslav POPOVYCHLandbouwkredie-Colnago+42''
5. Marco PANTANIMercatone Uno+43''
Al 5° posto, poi, il grande Marco Pantani che giunge al traguardo con un ritardo di 43 secondi. Il Pirata sembra dire "Ci sono anch'io". Forse, quella resta l'ultima grande prova del corridore romagnolo.

7) Giro 2013: la Silandro-Tre Cime di Lavaredo, la vittoria di Nibali sotto la tormenta

24 maggio 2013. Come Eddy Merckx, anche Nibali si consacra sulle Tre Cime di Lavaredo, in condizioni meteo incredibili. Già la tappa del giorno prima, con arrivo a Val Martello, era stata annullata per maltempo e, il giorno dopo, la frazione viene 'rivista' a causa di una neve fittissima. 3 gradi sotto lo zero, 600 metri di pendenza con punte del 18%: Capecchi, Brambilla, Weening, Kiserlovski e Atapuma cercano un successo storico, ma tutti devono fare i conti con Vincenzo Nibali che vuole mettere il punto esclamativo su quel Giro, il suo Giro. Nibali scatta a 3 km dall'arrivo e non ce n'è per nessuno in quella vasta distesa bianca. Solo Duarte prova ad inseguirlo, ma il colombiano si deve accontentare del 2° posto.

L'arrivo di tappa

CorridoriSquadreTempo
1. Vincenzo NIBALIAstana5h27'41''
2. Fabio DUARTETeam Colombia+17''
3. Rigoberto URANSky+19''
4. Carlos BETANCURAG2R+21''
5. Fabio ARUAstana+44''
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Giro d'Italia 2013 Stage 20, Vincenzo Nibali (AP/LaPresse

Credit Foto LaPresse

Per Nibali quella sarà la quarta vittoria in carriera al Giro d'Italia, la seconda in quell'edizione dopo la cronoscalata di Polsa. L'ascesa delle Tre Cime di Lavaredo, però, è sicuramente la più significativa, forse la più significativa della sua storia al Giro. Un'affermazione netta per la generale, che diventerà poi sua, conquistando il suo secondo Grande Giro dopo la Vuelta di 3 anni prima. Un panorama fantastico che può diventare la foto desktop di qualche pc. Nibali aveva domato quella montagna come solo i grandi avevano fatto prima di lui.

8) Giro 2015, la Pinzolo-Aprica: la rimonta di Contador sul Mortirolo

26 maggio 2015. Vi ricordate la rimonta di Pantani ad Oropa? Beh c'è chi l'ha emulato. Siamo su un'altra salita, quella del Mortirolo, la tappa è la Pinzolo-Aprica, e Alberto Contador dà spettacolo inseguendo. Anche il Mortirolo è la montagna Pantani e Contador ha voluto tributare il Pirata, di cui era grande tifoso, con un'epica rimonta. Ovviamente il tutto è stato involontario, con lo spagnolo costretto ad inseguire per una foratura accusata nella valle, prima ancora di attaccare sul Mortirolo. Con la notizia della foratura dello spagnolo, ecco che partono gli attacchi della Katusha di Trofimov e Zakarin e dell'Astana di Mikel Landa e Fabio Aru (suo immediato inseguitore nella generale). All'inizio della salita sono 52 i secondi che separano Contador dalla testa della corsa, con Mikel Landa a fare l'andatura. All'inizio Contador non recupera, producendo comunque sorpassi su sorpassi come fece Pantani nel 1999.
È uno spettacolo. È uno spettacolo. Sono veramente emozionato oggi perché sembra che ci sia stato un disegno, che qualcuno dall'alto l'abbia disegnata questa tappa Mi viene in mente Oropa, mi vengono in mente tante imprese di Marco Pantani. Io non voglio fare accostamenti però sembra fatta apposta. [Riccardo Magrini in telecronaca]
Poi ad un certo punto, è lo stesso Aru a pagare l'andatura del suo compagno di squadra che è costretto a rallentare il ritmo. Tra un tornante e un altro, ecco che si fa avanti Contador che riesce in una rimonta insperata, riportandosi nel terzetto di testa composto da Landa, Aru e Kruijswijk. Nel vano tentativo di 'far fuori' Contador, sarà proprio Fabio Aru lo sconfitto di giornata, con il sardo che accuserà ritardo già sul Mortirlo, fino a perdere più di 2 minuti al traguardo dopo l'Aprica. A vincere la tappa fu comunque Landa, ma Contador mise una seria ipoteca su quel Giro grazie a quella storica rimonta.
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Alberto Contador - Giro d'Italia 2015 - Getty Images pub only in UKxUSAxIRLxITAxESP

Credit Foto Getty Images

L'arrivo di tappa

CorridoreSquadraTempo
1. Mikel LANDAAstana5h02'51''
2. Steven KRUIJSWIJKLottoNL-Jumbo+38''
3. Alberto CONTADORTinkoff-Saxo+38''
4. Yuri TROFIMOVKatusha+2'03''
5. Andrey AMADORMovistar+2'03''
6. Ryder HESJEDALCannondale-Garmin+2'10''
7. Fabio ARUAstana+2'51''
Il Mortirolo del 2015 è stato il giorno più duro della mia carriera. [Alberto Contador qualche anno dopo]

9) Giro 2016: la Pinerolo-Risoul, Nibali che riapre i giochi con Scarponi

27 maggio 2016. È il Giro di Steven Kruijswijk, fino a quel momento assoluto dominatore della Corsa Rosa. Improbabile che Esteban Chaves possa rimontargli, figuratevi Nibali che all'inizio della terzultima tappa pagava 4'43'' dalla vetta della classifica. Ma il Giro finisce solo all'ultima frazione e con le montagne non si può mai dire... Soprattutto se c'è da scalare il Colle dell'Agnello, dovendo andare a 2744 metri d'altitudine. Al termine della salita, ci sono Nibali, Kruijswijk e Chaves. Valverde è già staccato e Nibali ci prova in discesa: lo Squalo punta almeno al podio. Kruijswijk non è così brillante come nelle giornate precedenti, ma l'olandese si fionda alla caccia di Nibali, perché l'olandese non vuol lasciar partire nessuno, neanche fosse un velocista o un moscerino. Ma alla lunga questa tattica non paga, anzi. Il corridore della Lotto Jumbo comincia a far fatica e finisce per frantumarsi sulla neve a tutta velocità, proprio sulla discesa del Colle dell'Agnello. L'olandese patirà e tantissimo a livello di secondi, ma uscirà di scena a seguito di qualche costola fratturata. Nibali, invece, troverà nel suo cammino Michele Scarponi, andato inizialmente in fuga per dare manforte al proprio capitano. La "B Zona” di Martinelli, ds Astana, paga ancora e Nibali recupererà anche su Chaves, portandosi così al secondo posto nella generale, a 44'' dal colombiano.
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Nibali d'annata! L'impresa a Risoul per rovesciare il Giro 2016

L'arrivo di tappa

CorridoreSquadraTempo
1. Vincenzo NIBALIAstana4h19'54''
2. Mikel NIEVETeam Sky+51''
3. Esteban CHAVESOrica GreenEDGE+53''
16. Steven KRUIJSWIJKLottoNL-Jumbo+4'54''
Il sorpasso avverrà il giorno dopo, con Nibali che vestirà la rosa a Sant'Anna di Vinadio e vincerà il suo secondo Giro in carriera. Una rimonta incredibile, considerando che il siciliano sembrava vicino al ritiro solo qualche giorno prima.

10) Giro 2018: la Venaria Reale-Bardonecchia, la pazza fuga di Froome che attacca a 80 km dall'arrivo

25 maggio 2018. Simon Yates è ad un passo dalla vittoria del Giro d'Italia: la concorrenza non esiste più, l'unico che può provare a sfilargli la maglia rosa è Dumoulin. Ma succede quello che nessuno si aspettava... Dopo il Colle del Lis, c'erano in serie il Colle delle Finestre (la Cima Coppi di quell'anno), Sestriere e Jafferau: ed era presumibile che i big si scontrassero sulle ultime due asperità di giornata. Occhio però agli outsider, ed ecco che Chris Froome parte sul Colle delle Finestre, ad 80 km dall'arrivo. Proprio lui, che negli anni è stato ragioniere di se stesso, calcolando - in base ai watt prodotti - quando e come partire. Il britannico, invece, ha voluto sorprendere, volendo dare retta - per una volta - all'istinto. Sembrava impossibile, invece il miracolo si è concretizzato perché nessuno, proprio nessuno, è riuscito a star dietro al corridore del Team Sky che sembrava spacciato anche per il discorso podio. Simon Yates, il cannibale di quel Giro, arriverà con 38 minuti di ritardo, anche Pozzovivo andrà in crisi, mentre Dumoulin, Pinot e Carapaz arriveranno al traguardo con un ritardo di poco superiore ai 3 minuti.
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Froome sullo Jafferau: quando riscrisse la storia del Giro

L'arrivo di tappa

CorridoreSquadraTempo
1. Chris FROOMETeam Sky5h12'26''
2. Richard CARAPAZMovistar+3'00''
3. Thibaut PINOTGroupama-FDJ+3'07''
5. Tom DUMOULINSunweb+3'23''
79. Simon YATESMitchelton-Scott+38'51''
Froome vinse quel Giro ed entrò nella storia: oltre a quella pazza maglia rosa, si ritrovò in un colpo solo ad essere titolare del Tour de France, della Vuelta e del Giro d'Italia.
Bene. Questa era la mia speciale top 10. Tanti altri ricordi potrebbero essere inseriti, tante altre tappe, tante altre imprese della corsa rosa. Voi avete negli occhi e nella mente qualche altra frazione storica? Ditecelo sui nostri social (Twitter: @Eurosport_IT, Instagram: eurosportitalia, Facebook: EurosportItaly).
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Fausto Coppi, l'ascesa allo Stelvio che gli regalò il 5° Giro d'Italia

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