Giro d'Italia 2020 - Dalla rissa alla Vuelta alla vittoria al Giro: la crescita di Geoghegan Hart
Aggiornato 26/10/2020 alle 09:18 GMT+1
GIRO D'ITALIA - Nel 2019 aveva vinto due tappe del Tour of the Alps, tanto da portarsi a casa la classifica generale (c'erano il compagno Froome e Nibali tanto per fare due nomi). Ma non lasciò traccia al Giro e alla Vuelta. Nel 2020 è stata tutta un'altra storia: da gregario per Geraint Thomas a secondo britannico di sempre a vincere al Giro. Che trasformazione.
Ha appena vinto il Giro d'Italia, in rimonta. La prima tappa di Palermo lo aveva visto piazzarsi 136°, ma è riuscito a conquistare il Giro senza aver mai indossato la maglia rosa. Prima volta assoluta nella storia. Geoghegan Hart ha portato a termine un grande inseguimento, reso ancora più straordinario dal fatto di aver iniziato questo Giro da gregario, prima dell'uscita di scena di Geraint Thomas. Ma a volte si sa, capita che i gregari mettano le ali... Andiamo a rivivere un po' le tappe della giovane carriera del britannico.
Dal Giro della Lunigiana al Giro d'Italia
Tao Geoghegan Hart, dopo aver cominciato con il nuoto, cresce nella Bissel per poi passare nel 2015 alla Axeon, squadra vivaio del Team Sky. Nel 2017 la svolta, con il britannico che firma proprio con la Sky che comincia a credere in lui. Da Juniores si mette in mostra al Tour di Istria e al Giro della Lunigiana, una delle corse più importanti a livello giovanile. Vince una tappa nella Lunigiana oltre alla classifica generale, popolata per esempio da un promettente Matteo Fabbro. Nel 2016 si porta a casa una tappa del Tour di Savoia, arrivando 2° nella generale alle spalle di Enric Mas, e vince il Trofeo Banca Popolare di Vicenza. Il periodo di apprendistato è finito e può passare alla Ineos. La sua squadra del cuore, tanto da andare a vedere la prima presentazione ufficiale di quel Team Sky nel 2010, da 14enne. Chiese tanti autografi a quei corridori, spiegando loro di avere un sogno: quello di vestire un giorno quella maglia.
La sua prima vittoria tra i professionisti arriva nell'aprile del 2019, al Tour of the Alps, dove vince subito la prima tappa, quella della di Kufstein, anticipando anche il proprio compagno Froome. Batte un colpo anche a Cles, nella quarta tappa, vincendo la volata con Nibali, Majka e il compagno Sivakov. È un Geoghegan Hart che dimostra di avere una grande gamba e finisce per vincere quel Giro delle Alpi.
Ecco che viene convocato per il Giro d'Italia per fare il gregario di Sivakov (anche se si ritira dopo 13 tappe) e viene chiamato alla Vuelta dove lo si vede spesso in fuga. Non riuscì ad ottenere la vittoria di tappa, con un 3° posto al Santuario del Acebo e un 2° posto sull'Alto de la Cubilla, con tanto di litigata con Ruben Guerreiro per il piazzamento. E che litigata, con quello che è un suo grande amico essendo cresciuti insieme alla Axeon. Lo stesso Guerreiro che era lì ad attenderlo, più di un anno dopo, sul palco di Milano: uno per festeggiare la rosa, l'altro per festeggiare la maglia azzurra. Nel 2019 era ancora un ragazzo immaturo, ma nel 2020 è cresciuto tanto.
La trasformazione da gregario a capitano
Un Giro d'Italia partito tutto in salita per Geoghegan Hart che alla cronometro di Palermo era arrivato 126°, a 49'' da Hindley e a 36'' da Kelderman. Certo, Geoghegan Hart non era partito a tutta in quella cronometro, era il gregario del buon Geraint Thomas che fu però costretto al ritiro dopo quattro tappe (per colpa di una borraccia). La Ineos provò a battere un colpo con qualche fuga, ma Geoghegan Hart in salita cresceva. La tappa della svolta fu quella di Roccaraso dove attaccò nel finale recuperando qualche secondo. Non decisivo ai fini della classifica, ma sicuramente importante per l'aspetto mentale, dimostrando anche una gamba in crescita. A Valdobbiadene si difese, poi il colpaccio a Piancavallo. Fu l'unico a rimanere con Hindley e Kelderman e li batté in una volata a tre. Geoghegan Hart riuscì così a rientrare in classifica per giocarsi qualcosa di importante. Il resto è storia, con le trenate di Rohan Dennis a spazzare tutti via su Stelvio e Sestriere. Kelderman eliminato, resta solo Hindley che aveva dimostrato qualcosa di più nelle montagne.
A cronometro è però un'altra storia e Geoghegan Hart riesce a dare 39'' al proprio rivale. Non poteva che finire così, visto che il britannico fa parte di un team che ha al proprio interno cronoman esperti come Castroviejo, Dennis e l'attuale campione del mondo Filippo Ganna.
- La rimonta di Geoghegan Hart
Posizione | Distacco |
Tappa 1: 126° | a +2'04'' da Ganna |
Tappa 2: 60° | a +2'04'' da Ganna |
Tappa 3: 24° | a +3'12'' da Almeida |
Tappa 4: 22° | a +3'14'' da Almeida |
Tappa 5: 19° | a +3'18'' da Almeida |
Tappa 6: 19° | a +3'18'' da Almeida |
Tappa 7: 19° | a +3'18'' da Almeida |
Tappa 8: 19° | a +3'18'' da Almeida |
Tappa 9: 17° | a +2'41'' da Almeida |
Tappa 10: 14° | a +2'45'' da Almeida |
Tappa 11: 14° | a +2'45'' da Almeida |
Tappa 12: 12° | a +2'45'' da Almeida |
Tappa 13: 12° | a +2'51'' da Almeida |
Tappa 14: 11° | a +3'44'' da Almeida |
Tappa 15: 4° | a +2'57'' da Almeida |
Tappa 16: 4° | a +2'59'' da Almeida |
Tappa 17: 4° | a +2'59'' da Almeida |
Tappa 18: 3° | a +15'' da Kelderman |
Tappa 19: 3° | a +15'' da Kelderman |
Tappa 20: 2° | a +0.86 da Hindley |
Ma adesso cosa farà la Ineos Grenadiers? Con tutti questi capitani...
E adesso? Bella domanda perché la Ineos Grenadiers si ritrova ad avere tanti uomini per le classifiche. È vero che non ci sarà più Chris Froome (ha firmato con la Israel), è vero che Geraint Thomas comincia ad avere una certa età, ma ci sono giovani del calibro di Iván Ramiro Sosa, Sivakov e soprattutto il vincitore del Tour 2019 Egan Bernal. Senza contare Carapaz e la new entry Adam Yates. Di carne al fuoco ce n'è molta e, alla fine, di Grandi Giri ce ne sono solo tre.
Su chi dovrà puntare la Ineos?
È plausibile che dopo questo exploit Geoghegan Hart torni a fare il gregario? Ci crediamo poco: ha 25 anni e tanta voglia di fare. E la vittoria in extremis a questo Giro gli permetterà di avere una squadra a propria disposizione per vincere ancora. Cosa farà quindi la Ineos? Su chi punterà nei prossimi anni?
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