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Giro Rewind: una maglia rosa che sbuca dalla tormenta. Quando Nibali diventò uno dei più grandi

Luca Stamerra

Aggiornato 30/09/2020 alle 11:56 GMT+2

Nel maggio del 2013, Vincenzo Nibali conquistò il suo primo Giro d'Italia. Benché avesse la maglia rosa già in pugno, il successo nella penultima tappa con arrivo alle Tre Cime di Lavaredo fu il manifesto della sua ascesa. Il trionfo che cambiò letteralmente la sua carriera.

Vincenzo Nibali vince alle Tre Cime di Lavaredo

Credit Foto Eurosport

A qualche giorno dall'inizio del Giro d'Italia andiamo a rivivere con la nostra rubrica Giro Rewind alcune delle tappe più pazze e più belle della corsa Rosa.
Maggio 2013. Il mese e l'anno dell'ascesa di Vincenzo Nibali. Dopo due podi al Giro, uno al Tour e la vittoria della Vuelta (2010), si attendeva il definitivo salto di qualità del corridore siciliano che grazie all'Astana riuscì a diventare uno dei più grandi. Nel maggio di 7 anni fa la vera svolta, con la conquista del Giro, con tre successi di tappa. La tappa di Bardonecchia, la cronoscalata di Polsa e, infine, il superlativo successo della Tre Cime di Lavaredo, dove avevano vinto i più grandi come Felice Gimondi e Eddy Merckx. E dire che quel giorno Nibali se ne poteva stare appollaiato nella pancia del gruppo. Era l'ultima tappa di salita e vantava già un vantaggio di 4'02'' su Cadel Evans, 4'12'' su Rigoberto Uran e 5'14'' su Michele Scarponi. Perché rischiare? Perché così fanno i più grandi...

L'azione decisiva

Siamo ormai a fine Giro d'Italia, ultima chiamata per chiunque voglia centrare una vittoria di prestigio sul mitico traguardo delle Tre Cime di Lavaredo. La temperatura, però, è un ostacolo maggiore delle pendenze: c'è freddo, vento e su in cima comincia anche a nevicare, con l'arrivo di una tormenta. Il discorso classifica è ormai segnato e Nibali si fa scortare da Agnoli, Kangert e Aru; dietro tutti gli altri che non vogliono perdere la propria posizione. Davanti, diversi tentativi, ma km dopo km, la corsa diventa più dura e i vari Brambilla, Weening, Kiserlovski e Atapuma devono sventolare bandiera bianca. L'unico che rimane in avanscoperta è Eros Capecchi, instancabile gregario della Movistar, ma a 2,9 km dal traguardo, ecco lo scatto di Vincenzo Nibali.
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Nibali diventa grande sulla Tre Cime di Lavarado: il suo attacco nel 2013

Siamo vicini al 18%, ma il siciliano dà un'altra prova di sé, della sua concentrazione e del suo stato di forma. Nessuno prova neanche a rispondere, l'unico è il compagno di squadra Kangert che lo porta fino all'aggancio con Capecchi. Da lì in poi è una cavalcata vincente, una maglia rosa che spunta dalla tormenta, un arrivo epico quasi studiato a tavolino. Tutti finiscono ko.
Avevo parlato con Martinelli e lui mi disse 'Vincenzo oggi dobbiamo provare a vincere la tappa'. E dire che nella riunione al mattino, il nostro obiettivo era quello di portare la maglia all'arrivo perché tanto il Giro era finito. Poi mi ha detto 'no no, facciamo la gara e proviamo a vincere'. [Vincenzo Nibali]

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Vincenzo NIBALIAstana5h27'41''
2. Fabio DUARTETeam Colombia+17''
3. Rigoberto URANSky Procycling+19''
4. Carlos BETANCURAG2R La Mondiale+21''
5. Fabio ARUAstana+44''

L'epilogo del Giro

Non poteva esserci altro epilogo: terzo successo di tappa al Giro d'Italia per Vincenzo Nibali che così ha confermato in maniera definitiva la sua maglia rosa. I rivali hanno perso ulteriore terreno e a Brescia fu proprio il siciliano ad alzare il “Trofeo senza fine”. Come detto, quello fu il primo Giro d'Italia conquistato da Nibali che diventò davvero grande dopo i terzi posti del 2010 e del 2011. Un successo che proiettò il corridore siciliano verso un'altra dimensione, considerando che Nibali aveva già vinto in carriera un altro Grande Giro: la Vuelta nel 2010. Quello, inoltre, fu il primo Grande Giro di un certo Fabio Aru. Si piazzò 42° in classifica e fu davvero molto abile a scortare Vincenzo Nibali in diversi occasioni. Parlando di classifica, ci fu comunque qualche cambiamento dopo la tappa: Cadel Evans crollò e perse una posizione nei confronti di Uran, salto di due posizioni invece per Betancur che scavalcò Majka e Niemiec.
È inutile negare che senza Stelvio, Gavia, San Pellegrino, Giau e Sestriere qualcosa al Giro è mancato. Forse quello che è stato penalizzato più di tutti è stato Cadel Evans perché con le montagne sarebbe rimasto sicuramente più vicino, ma non scherziamo. Nibali ha dimostrato di essere un campione. Io lo definirei un campione tradizionale perché legato ai valori di serietà e meticolosità che sono cosa di altri tempi. Domani, una bella prima pagine nella neve se la merita proprio. Aveva già il Giro in mano? Sì, ma voleva mettere il sigillo. Dopo la vicenda Di Luca l'attenzione si era spostata sul doping. Ci voleva qualcosa di forte, come una vittoria sulla Tre Cime di Lavardo per la maglia rosa. [Riccardo Magrini in un'intervista dopo la tappa]
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La vittoria di Nibali alle Tre Cime di Lavaredo: il Giro è suo

La classifica finale

CorridoreSquadraTempo
1. Vincenzo NIBALIAstana79h23'19''
2. Rigoberto URANSky Procycling+4'43''
3. Cadel EVANSBMC Racing+5'52''
4. Michele SCARPONILampre-Merida+6'48''
5. Carlos BETANCURAG2R La Mondiale+7'28''

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