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Alberto Bettiol nella storia! È trionfo in solitaria al Giro delle Fiandre

Marco Castro

Aggiornato 28/05/2021 alle 11:40 GMT+2

L'azzurro della Education First attacca all'ultimo passaggio sull'Oude Kwaremont e mantiene il vantaggio sul Paterberg e nel tratto finale di pianura, arrivando a braccia alzate a Oudennarde. È la prima vittoria per lui in carriera e rompe il digiuno italiano al Fiandre che durava dal 2007, quando vinse Ballan. Sul podio Asgreen e Kristoff.

Alberto Bettiol célèbre son sacre lors du Tour des Flandres 2019

Credit Foto Getty Images

Alberto Bettiol è nella storia! Il corridore della Education First trionfa al Giro delle Fiandre con un'azione di classe, di forza e di cuore, beffando tutti grandi i favoriti della vigilia. Un uomo solo al comando negli ultimi 19 km, imprendibile per chiunque. Dall'attacco al terzo passaggio sul vecchio Kwaremont, passando per le rampe impossibili del Paterberg e quegli ultimi, interminabili chilometri di pianura verso il sacro traguardo, posto a Oudenaarde. Bettiol ha vinto perchè è stato più forte, più audace, più furbo. Un successo che non ha prezzo, per diversi motivi: perchè arriva sui muri in pavè che premiano i giganti di questo sport, perchè è il primo della sua giovane carriera. E perchè rompe un digiuno che per l'Italia durava dal 2007, quando a Meerbeke si impose Alessandro Ballan.
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Il capolavoro di Alberto Bettiol: prima vittoria in carriera al Giro delle Fiandre

L'ordine d'arrivo del Giro delle Fiandre

1. Alberto BETTIOL (ITA)Education First6:18.49
2. Kasper ASGREEN (DAN)Deceuninck-Quick Step+14''
3. Alexander KRISTOFF (NOR)UAE Emirates+17''
4. Mathieu VAN DER POEL (NED)Corendon - Circusst
5. Nils POLITT (GER)Team Katushast
6. Michael MATTHEWS (AUS)Team Sunwebst
7. Oliver NAESEN (BEL)Ag2Rst
8. Alejandro VALVERDE (ESP)Movistarst
9. Tiesj BENOOT (BEL)Lotto Soudalst
10. Greg VAN AVERMAET (BEL)CCCst
"Negli ultimi 10 anni non c'è mai stata un'edizione così indecifrabile". Così Matteo Trentin prima della partenza del Giro delle Fiandre numero 103, una gara che non ha un favorito netto. E in effetti è difficile dargli torto. La corsa parte a spron battuto, con molti corridori di squadre professional che cercano di mettersi in luce con attacchi da lontano. Se ne vanno questi quattro: Hugo Houle (Astana), Damien Touze (Cofidis), Jesper Asselman (Roompot-Charles) e Kenneth Van Rooy (SportVlaanderen-Baloise). L'andatura è molto sostenuta, tanto che la corsa arriva in anticipo sulla tabella di marcia a un passaggio a livello ed è costretta a fermarsi per il transito di un treno. La fuga ne approfitta, scollinando i 9 minuti di margine. Ma gara è ancora ben lontana dall'essere decisa.
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Il muro del Grammont o Kapelmuur, uno dei punti chiave del Giro delle Fiandre

Credit Foto Eurosport

Il primo colpo di scena arriva a 157 km dal traguardo, quando il campione uscente Niki Terpstra cade malamente ed è costretto al ritiro. Non ci voleva. Nel gruppo c'è la Deceuninck a fare il ritmo, con il "solito" Tim Declercq a tirare il collo a tutti. La corsa vive un primo scossone sul finale del Berendries, ma è sulla nobile e affollata erta del Grammont che si inizia a fare sul serio. Magnus Cort Nielsen attacca sul finale del celebre Muur e il plotone si spezza in due. La maggior parte dei favoriti si trova nella prima parte, Kristoff, Naesen e un acciaccato Gilbert rimangono attardati.
Nel tratto pianeggiante che porta al Kanarieberg c'è molto vento, ma anche tatticismo in chi si trova davanti. Matej Mohoric prova ad uscire dal gruppo, ma la sua azione dura qualche chilometro. E dietro rientrano tutti. A 60 km dal traguardo, la corsa rischia di perdere un altro pezzo da novanta. È Mathieu Van der Poel, che fora e cade malamente a terra. L'olandese è sofferente e sembra sul punto del ritiro, ma riesce a mettere il dolore da parte e rientra sui migliori con una gamba impressionante.
Il Fiandre transita su Paterberg e Koppenberg, erte micidiali con pendenze superiori al 20%. I corridori sono tutti a bocca aperta e il gruppo dei big si assottiglia sempre più. Davanti, nel frattempo, si avvantaggiano in quattro: Vanmarcke, Vanderbergh, Asgreen e Van Baarle, anche se il gruppo li tiene sotto tiro. Tra i favoriti impressionano Valverde e il redivivo Van der Poel, mentre Stybar e Sagan sono piuttosto legnosi. Nel tratto che segue ci sono diversi tentativi di attacco. Ci provano Wellens, Jungels, Van der Poel, Van Aert. Ma nessuno fa la differenza ed è chiaro che la garà esploderà sugli ultimi due muri.
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Azione straordinaria di Alberto Bettiol: attacca e stacca tutti sul Vecchio Kwaremont

E così è. Al terzo passaggio sull'Oude Kwaremont, Alberto Bettiol premia il lavoro della sua Education First e attacca. Nessuno risponde e il 25enne azzurro scollina con buon margine, in testa alla gara. Mancano poco più di 18 km al traguardo. Dopo la discesa c'è ancora il secondo Paterberg a fare da spauracchio. Ma dopo 260 km di gara tutti i corridori hanno la spia della riserva lampeggiante e nonostante Van Avermaet provi a chiudere il buco, Bettiol mantiene i suoi 15 secondi di vantaggio. Gli ultimi 13 km sembrano durare una vita. Bettiol pedala a testa bassa, facendo valere le sue doti di cronoman. Dietro sbufanno, sgomitano, rilanciano. Ma ogni tentativo è un fuoco di paglia. Bettiol non si gira mai. Bettiol arriva alla flamme rouge con la consapevolezza di avercela fatta. E l'esultanza a braccia alzate e la mano che batte forte sul petto sono le ultime pennellate di un capolavoro che resterà nella storia.

I vincitori italiani al Fiandre

Fiorenzo MAGNI1949, 1950, 1951
Dino ZANDEGU'1967
Moreno ARGENTIN 1990
Gianni BUGNO1994
Michele BARTOLI 1996
Gianluca BORTOLAMI2001
Andrea TAFI2002
Alessandro BALLAN 2007
Alberto BETTIOL2019
Realizzare di aver fatto qualcosa di speciale non è sempre immediato e succede anche a Bettiol, che sembra quasi sorpreso mentre viene celebrato dopo il traguardo. Poi l'emozione arriva, espressa in lacrime di gioia. Negli ultimi 10 anni di ciclismo italiano, solo Vincenzo Nibali aveva vinto una Classica monumento (tre per l'esattezza). Chapeau, Alberto.
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Bettiol dopo il trionfo: "Non riesco ancora a crederci, incredibile il lavoro dei miei compagni"

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