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Roglic è il favorito? Che speranze ha Nibali? le 5 domande al Giro di Lombardia

Marco Castro

Pubblicato 12/10/2019 alle 08:32 GMT+2

Sabato 12 ottobre si disputa la 113esima edizione del Giro di Lombardia. L'ultima grande corsa stagionale, la Classica delle foglie morte che può salvare o coronare una stagione. I pretendenti, come sempre, sono tanti.

Vincenzo Nibali, Primoz Roglic - Giro d'Italia 2019 stage 12 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Il Giro di Lombardia, che la stagione porta via. Sabato 12 ottobre si corre la 113esima edizione della Classica delle foglie morte, monumento d'autunno che chiude da tradizione un anno di grande ciclismo. Da sempre occasione di redenzione o potenziale ciliegina di un'annata da ricordare, anche stavolta la corsa non si sottrae alle dinamiche che la contraddistinguono.

1) Dopo una stagione da Re nelle corse a tappe, Roglic è pronto a vincere una grande corsa di un giorno?

Assolutamente sì. A veder correre il (quasi) 30enne di Trbovlje sembrerebbe che nessun obiettivo gli sia precluso. Dopo una stagione da Re delle corse a tappe – non più solo quelle da una settimana, come ha dimostrato la Vuelta – il buon Primoz ha deciso di misurarsi anche nelle prove di un giorno. Con risultati eccellenti. Al Giro dell’Emilia ha sfiancato tutti sulle rampe del San Luca, alla Tre Valli Varesine ha sfruttato il “dritto” del gruppo Nibali e poi beffato tutti con una gran staffilata nel finale. In questo momento non sembra avere limiti, di certo non li conosce neppure lui stesso. Anche il percorso del Lombardia, nervoso tra strappi e discese da temerari, sembra calzargli a pennello. Sarà solo la sua quarta Classica monumento, ma non sarebbe una sorpresa vederlo tagliare il traguardo davanti a tutti anche a Como. Ci sbilanciamo: è il favorito numero 1.
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Roglic insaziabile: lo sloveno vince anche la Tre Valli Varesine

2) Un solo successo nel 2019: Vincenzo Nibali ha la gamba per provarci?

Il tabellino stagionale contiene solo una voce: la vittoria nella 20esima tappa del Tour de France. Vincenzo Nibali sarà il primo a non essere soddisfatto del suo score e al Lombardia ha le carte per lasciare il segno. Innanzitutto il percorso, lo stesso dei trionfi del 2015 e 2017. Lo Squalo conosce molto bene queste strade, meglio di qualsiasi rivale in gara sabato. Alla Tre Valli è stato sfortunato protagonista dell’episodio che ha tagliato fuori lui e il gruppetto all’inseguimento di Sanchez, ma l’azione faceva ben sperare. A inventiva e classe non ha nulla da invidiare a nessuno, quindi ne siamo sicuri: nelle fasi calde della gara, Vincenzo sarà a giocarsi il Lombardia. Sarà anche l’ultima corsa con la casacca della Bahrain Merida prima di passare alla Trek e chissà, uno stimolo ulteriore per trovare energie supplementari.
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Vincenzo Nibali, vince Il Lombardia 2017

Credit Foto Getty Images

L'albo d'oro recente del Lombardia

2018Thibaut PINOT (FRA)Groupama - FDJ
2017Vincenzo NIBALI (ITA)Bahrain Merida
2016Esteban CHAVES (COL)ORICA - BikeExchange
2015Vincenzo NIBALI (ITA)Astana
2014Daniel MARTIN (IRL)Garmin Sharp
2013Joaquim RODRIGUEZ (ESP)Team Katusha
2012Joaquim RODRIGUEZ (ESP)Team Katusha
2011Oliver ZAUGG (SUI)Leopard Trek
2010Philippe GILBERT (BEL)Omega Pharma-Lotto

3) Bernal-Valverde, confronto generazionale: chi ha più chance?

Diciassette anni di differenza tra il vincitore dell’ultimo Tour de France e l’Imbatido spagnolo. Il primo ha vinto da favorito il Gran Piemonte sulle strade di Pantani, l’altro si è piazzato in tutte le corse che ha terminato dopo il Mondiale. Punteranno forte entrambi sul Lombardia ma probabilmente Valverde parte un’incollatura avanti a Bernal nel favore dei pronostici. Più esperto e più affamato, Don Alejandro ha sfiorato due volte questa corsa (2° nel 2013 e nel 2014) e ha un conto da regolare con un 2019 da iridato con poche luci. Sarebbe un guaio per chiunque portarlo a Como in una volata ristretta. Bernal ci proverà di certo, ma rispetto a giovedì a Oropa sarà molto più complicato controllare la corsa e staccare la concorrenza.

4) Percorso: dove si potrà fare la differenza?

Da Bergamo in memoria di Felice Gimondi a Como. Il percorso ricalcherà, strade ed estremi delle edizioni 2015 e 2017, mentre rispetto allo scorso anno c’è una differenza nel finale: fuori il Monte Olimpino, dentro il San Fermo della Battaglia, ultima asperità di giornata. Dopo una prima parte di gara destinata ai fuggitivi, Ghisallo e Sormano giudicheranno i corridori, scremando la carovana. Difficile vedere l’azione decisiva su queste due salite, ma qualcuno potrebbe già faticare. La selettiva discesa dopo la Colma porterà i corridori una prima volta a Como, prima di scalare il Civiglio: qui qualcuno partirà di certo. Dalla cima, dove mancheranno 17 km al traguardo, all’arrivo non ci sarà un attimo di respiro e ogni momento sarà buono per provare a sferrare l’attacco vincente.
Il percorso del Giro di Lombardia 2019

5) Quali sono gli outsider da tenere d'occhio?

Detto delle guerre stellari tra i nomi più altisonanti in gara, come sempre c'è un folta schiera di pretendenti al titolo di Re dell'autunno che parte a fari spenti o quantomeno abbassati. Uno di loro è Michael Woods, sempre a suo agio quando le foglie cominciano ad ingiallire. Nel 2018, dopo il bronzo mondiale, fu uno dei più continui nelle corse italiane di fine anno. Quest'anno ha chiuso 2° all'Emilia e vinto di forza la Milano-Torino, domando Superga e Alejandro Valverde. Impossibile escluderlo dai giochi. Un altro che non va sottovalutato è David Gaudu. Dodici mesi fa fu il miglior scudiero di Thibaut Pinot, spadroneggiante da queste parti. Stavolta l'illustre connazionale ha già chiuso la stagione e lui dovrebbe avere i gradi di capitano. Occhio.
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