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Ciclismo, Giro di Lombardia 2022 - “La Ultima Bala”: vita e miracoli di Alejandro Valverde dietro la prossima curva

Carlo Filippo Vardelli

Aggiornato 07/10/2022 alle 18:37 GMT+2

GIRO DI LOMBARDIA - Sabato pomeriggio, al Giro di Lombardia, Alejandro Valverde parteciperà alla sua ultima gara da professionista. Ripercorriamo insieme la carriera di uno dei ciclisti più forti degli ultimi 20 anni.

Alejandro Valverde durante la Vuelta 2022

Credit Foto Getty Images

It’s time to say goodbye. Sabato pomeriggio, a Como, #LaUltimaBala succederà. Il team Movistar ha lanciato questo hashtag all’inizio dell’anno, per celebrare l’ultima stagione di Alejandro Valverde e per provare ad indorare la pillola, ma l’attesa è ormai finita. Dopo dieci mesi di durissimo lavoro, l’Imbatido (soprannome donatogli quando ancora era un adolescente) abbandonerà i suoi primi 42 anni di vita al termine di una corsa - una delle pochissime - che non è mai riuscito a vincere. Personalmente, sarà un’immagine molto dura da accettare: Valverde è stato la costante di equilibrio degli ultimi 20 anni di ciclismo. Ha pucciato i piedi nel mare magnum delle catene e dei pignoni all’inizio 2000; e oggi, che siamo quasi nel 2025, dopo un quarto di secolo, se ne va per sempre (sportivamente parlando).
Nel corso del tempo è morto e risorto più volte. È riuscito a vincere e a perdere. Dopo 20 anni possiamo concordare che la sua carriera - a meno di scherzetti proprio al Lombardia - è finita a Innsbruck nel 2018, quando riuscì a coronare il sogno della maglia iridata (dopo 6 podi). Provare a categorizzarlo è sempre stato un mestiere infame: Valverde ha vinto un po’ in tutti i modi. In salita, in volata, in fuga, con un’azione solitaria, con la sparata da finisseur. Impossibile rinchiuderlo in uno schema predefinito. Probabilmente, però, una definizione c’è: “Dietro la prossima curva”, come il titolo italiano della serie televisiva sulla Movistar. Riguardando qualche highlight, una marea di vittorie di Alejandro Valverde sono arrivate proprio così: dietro la prossima curva. Quando tutto sembrava finito e alla vittima di turno mancava solo “la prossima curva”, El Bala è apparso dal nulla e ha alzato le braccia al cielo.
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Giro d'onore per il "Bala": la Vuelta saluta Alejandro Valverde

Vittorie e piazzamenti: un elenco sconfinato

Tenetevi forte: questi sono numeri imponenti. In carriera ha il record di vittorie alla Freccia Vallone (nel 2006, 2014, 2015, 2016 e 2017) e il secondo posto ogni epoca con Moreno Argentin alla Liegi-Bastogne-Liegi (4 vittorie nel 2006, 2008, 2015 e 2017). Nelle corse di tre settimane ha vinto una tappa al Giro d'Italia, quattro al Tour de France e tredici alla Vuelta a España, giungendo sul podio di tutti e tre le manifestazioni. È il ciclista che è salito più volte (7) sul podio sia alla Vuelta a España - con una vittoria (nel 2009), tre secondi (nel 2006, 2012 e 2019) e tre terzi posti (nel 2003, 2013 e 2014) - sia nella prova in linea dei campionati del mondo: una vittoria (nel 2018), due secondi (nel 2003 e 2005) e quattro terzi posti (nel 2006, 2012, 2013 e 2014). Si è anche aggiudicato per ben quattro volte la classifica finale dell'UCI ProTour/UCI World Tour (nel 2006, 2008, 2014 e 2015).
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Balaverde: completezza, fedeltà e rinnovamento

Completezza? Nessuno come lui è stato in grado di competere su più terreni. Oggi vediamo Tadej Pogacar e Remco Evenepoel fare sfracelli ad ogni gara, ma un tempo non era così. Qualche anno fa la categorizzazione era molto più rigida: ciclisti per i grandi giri, per le classiche, per le pietre, per le volate e così via. Valverde ha anticipato i tempi, vincendo una Vuelta a España, alcuni giri di una settimana e una valanga tra classiche monumento e semi-classiche. Qualcosa di assolutamente straordinario. Se solo avesse partecipato con più frequenza al Giro della Fiandre (8° nel 2019, alla prima partecipazione), probabilmente avrebbe vinto anche quello.
Fedeltà? Il refrain che accompagna lo sport contemporaneo è questo: non ci sono più le bandiere, gli sportivi che legano il loro nome ad una sola squadra. E in effetti è vero, ma anche in questo caso Valverde fa la differenza. El Bala, tranne i primi due anni in maglia Kelme, ha votato la sua intera esistenza al credo della Movistar (prima nota come Caisse d’Epargne, Illes Balears e Banesto). Un senso di appartenenza che va oltre lo sport, va oltre ad un semplice rapporto di fiducia reciproca. Nel mondo del ciclismo ci sono alcuni atleti che cambiano maglia anno: Don Alejandro è stato la mosca bianca all’interno dello sciame.
Rinnovamento? Il primo podio alla Vuelta nel 2003; l’ultimo nel 2019. La prima top10 al Tour de France sempre nel 2003; l’ultima nel 2019. La prima vittoria alla Liegi-Bastogne-Liegi nel 2006; l’ultima nel 2017. Il primo podio mondiale nel 2003, a Hamilton; l’ultimo nel 2018, a Innsbruck (medaglia d’oro). La prima partecipazione ai Giochi Olimpici nel 2004, ad Atene; l’ultima nel 2021, a Tokyo. La prima Freccia Vallone inserita in bacheca nel 2006; l’ultima nel 2017. Il primo anno con i professionisti nel 2002; l’ultimo nel 2022. Vi serve altro? Icona di resistenza umana.
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