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La carica di Fabio Aru: "Voglio tornare a dare spettacolo in salita, sentirmi vivo sulla bicicletta"

Daniele Fantini

Pubblicato 02/07/2020 alle 11:20 GMT+2

Il corridore sardo, a secco di vittorie da quasi tre anni, racconta le sue sensazioni in vista della ripresa della stagione dopo lo stop per la pandemia di coronavirus in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Negli ultimi tempi non ho corso al mio livello e sono stato il primo a essere critico e amareggiato. Ora voglio tornare a dare spettacolo in salita, a riprovare certe sensazioni".

Team Emirates / during the 83rd Tour of Switzerland, Stage 9 a 101,5km stage from Ulrichen to Ulrichen / TDS / @tds / #tourdesuisse / on June 23, 2019 in Goms, Switzerland.

Credit Foto Getty Images

L'ultima vittoria di Fabio Aru è datata 5 luglio 2017, quasi tre anni fa. Era la quinta tappa del Tour de France, con l'arrivo in salita a La Planche des Belles Filles, lo stesso che aveva visto trionfare Vincenzo Nibali nel 2014. Tre anni senza successi per un corridore che aveva ormai preso - proprio assieme allo stesso Nibali - la copertina del ciclismo italiano sono un'eternità. Il desiderio di riconquistare quel posto è enorme, sempre più pulsante in vista della ripresa della stagione interrotta per la pandemia di coronavirus: a febbraio, Aru aveva chiuso al 12° posto il Giro di Colombia, una corsa intrapresa senza troppa condizione né aspettative, e chissà se quel risultato, comunque buono, possa aiutarlo ad affrontare il calendario super-compresso con lo stesso spirito di un tempo. Ecco le sensazioni raccontate all'interno di un'intervista concessa alla "Gazzetta dello Sport".
Negli ultimi tempi sono stato a un livello che non mi appartiene. Per tanti corridori arrivare nei primi 15 al Tour de France è un ottimo risultato. Per me non lo è stato. Sono stato il primo a essere severo con me stesso e amareggiato. Ci sono stati tanti errori miei e non solo miei, un mix di cose. Ora ciò che voglio è essere al mio livello, quello che ho già dimostrato. La vittoria è l'apice, ma più di tutto voglio sentirmi di nuovo realizzato sulla bicicletta e riprovare certe sensazioni.

La cosa più bella: dare spettacolo, sentirsi vivo

La cosa più bella per me? Immaginate una salita. Il mio terreno. Una grande tappa di montagna. Restiamo nel finale i migliori 10 o 15. A quel punto, avere la forza di attaccare, di staccare gli altri. Di dare spettacolo. Poi magari ti riprendono e arrivi quinto. Ma sei stato vivo. All'ultimo Tour de France, invece, restavo nei primi 15, soffrivo, facevo l'elastico e mi staccavo senza aver fatto vedere niente. Un po' come un piatto di pasta insipida.
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