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La famiglia Pantani perde il ricorso contro Davide Tassi, attore-autore di uno spettacolo sul Pirata

Andrea Tabacco

Aggiornato 15/06/2016 alle 15:43 GMT+2

Inizialmente pensato per ricordare la memoria del Pirata, lo spettacolo studiato e portato in scena dall’attore e autore romano ha finito per trascinare ancora una volta il nome di Marco Pantani in tribunale.

2 août 1998 : Pantani remporte le Tour

Credit Foto Eurosport

All’inizio dell’anno, era l’8 gennaio, vi avevamo presentato lo spettacolo teatrale di Davide Tassi dal titolo “Avrei voluto essere Pantani”. Sarebbe partito da lì a poco (il tour sarebbe cominciato il 12 di quel mese al teatro Ambra, alla Garbatella di Roma), e così è andata per il primo periodo, con lo spettacolo che ha ricevuto da subito una buona risposta dalla critica. A non aver apprezzato il lavoro di Davide Tassi è stata invece la famiglia di Marco Pantani, che è voluta ricorrere al Tribunale di Roma per bloccare lo spettacolo. E' stato lo stesso autore e attore romano, tramite un comunicato ufficiale, a darne notizia.
“Dopo varie diffide - si legge nella nota trasmessa ai media -, i genitori di Marco Pantani sono ricorsi al Tribunale di Roma per bloccare lo spettacolo teatrale di Davide Tassi e Alessandro Donati dal titolo “Avrei voluto essere Pantani" (regia F. Rizzi) nel quale, secondo gli eredi del ciclista, il nome del campione viene ingiustamente accostato al doping. Per inibire lo spettacolo dalle scene hanno accusato l’attore romano di uso illegittimo del nome, dell’immagine e del marchio “Marco Pantani” ma Tassi è andato avanti e, assistito dall’avvocato Miroli di Civitavecchia, ha avuto ragione”.

Davide Tassi in una scena di "Avrei voluto essere Pantani"

Davide Tassi in una scena di "Avrei voluto essere Pantani"
Mi dispiace, ma non posso accettare che qualcuno, chiunque esso sia, si arroghi il diritto di decidere cosa si può e cosa non si può dire. Il mio spettacolo non lede in alcun modo l’onore di Marco Pantani, anzi. Semmai è un atto d’accusa nei confronti del sistema del doping, un comitato d’affari che usa l’atleta per i propri fini: medaglie e sponsorizzazioni.
Davide Tassi, autore e attore nello spettacolo “Avrei voluto essere Pantani” -
Marco Pantani - Davide Tassi
Questa ordinanza non è importante solo per il mio spettacolo ma per tutti quegli autori che esercitano un proprio diritto: informare il pubblico e indurlo a riflettere, a trarre le proprie conclusioni, come sancito dalla Costituzione. Un marchio non può essere usato come una clava sul nostro ingegno e sulla nostra creatività
Davide Tassi, autore e attore nello spettacolo “Avrei voluto essere Pantani” -

Sandro Donati in una scena di "Avrei voluto essere Pantani"

Sandro Donati in una scena di "Avrei voluto essere Pantani"
Raggiunto al telefono, Davide Tassi ci ha ribadito la propria delusione nell’essere stato costretto a difendersi tramite avvocato, “ma – dice – ne andava del mio lavoro. Non potevo permettere che lo spettacolo venisse bloccato”. Resta l’amarezza per una vicenda che si era proposta come un’occasione in più per ricordare lo scalatore più forte di tutti i tempi e che, invece, si è trascinata addirittura in tribunale. Purtroppo sulla vita di Marco Pantani resterà per sempre un alone di mistero, lo sappiamo bene. Il rammarico d’altronde è lo stesso da quel maledetto 14 febbraio 2004: quanto sarebbe bello poterlo ricordare solo e soltanto per le emozioni che ha saputo trasmettere in montagna, quando si sfilava la bandana, si alzava sui pedali e faceva il vuoto dietro di sé…
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