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L’avvocato di Nairo Quintana: “Processo strano. L’UCI dice che non è doping, ma c’è la sanzione"

DaOAsport

Pubblicato 22/08/2022 alle 12:18 GMT+2

CICLISMO - L'avvocato di Nairo Quintana ha parlato a Marca della situazione del suo assistito, sanzionato per l'uso di una sostanza comunque non consideata doping. "L’UCI ha deciso che non è doping, ma che c’è una sanzione. Non credo ci sia un complotto, ma è tutto molto strano", ha dichiarato il legale del colombiano.

Nairo Quintana

Credit Foto Getty Images

Il caso Nairo Quintana ha sconvolto l’ambiente del ciclismo poco prima del via della Vuelta di Spagna. Il colombiano dell’Arkea-Samsic era pronto a partire per il grande giro iberico, invece è stato costretto a dar forfait per potersi difendere dall’accusa di aver assunto Tramadol durante il Tour de France. Qualche giorno fa infatti è arrivata la notizia della positività dello scalatore a questa sostanza durante la Grande Boucle: per l’UCI non è nella lista delle sostanze dopanti, ma è comunque pericolosa per la salute dei corridori e dunque c’è stata la rimozione dei risultati per la gara transalpina.
L’UCI ha deciso che non è doping, ma che c’è una sanzione. Non credo ci sia un complotto, ma è tutto molto strano
Questo l’intervento a Marca dell’avvocato di Quintana: "È un processo insolito. Sono cose nuove che l’UCI si inventa. Il Tramadol non è proibito dall’Agenzia mondiale antidoping. È un oppioide sintetico che viene utilizzato per alleviare il dolore. L’UCI ha deciso che non è doping, ma che c’è una sanzione". Prosegue: "Non credo ci sia un complotto, ma è tutto molto strano. Tutto è molto frettoloso e il regolamento dà solo 10 giorni. È stata usata una nuova tecnica del sangue secco, non so cosa sarà. Il Tramadol è consumato da chiunque perché è un ottimo antidolorifico. Nairo assicura che non l’ha consumato e io gli credo".
Tanti i dubbi: "Il campione non è stato analizzato da un laboratorio accreditato Wada. Non esiste un campione B e tutto è strano. La procedura potrebbe essere affidabile, ma non la persona che la esegue. Per i ricorsi al TAS ci sono 21 giorni, è strano che ce ne diano solo 10. C’è già la sanzione, ovvero la revoca del premio e dei punti del Tour. La cosa più assurda è che ti fanno pagare i kit e le procedure". L’obiettivo: "L’importante è revocare la sanzione. È importante guardare a cosa sta cercando l’UCI, perché se riguarda la salute, allora è da Wada. Stanno ignorando i diritti minimi di una persona. Non lo hanno avvisato né chiamato per una dichiarazione. Il regolamento dice che devono ascoltarlo".
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