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Dalle Alpi alle côtes: Nibali e il suo amore per la Liegi-Bastogne-Liegi

Fabio Disingrini

Pubblicato 27/04/2019 alle 10:03 GMT+2

Da quando a vent'anni debuttò fra le mitiche côtes, Nibali non ha più smesso di pensare alla Liegi-Bastogne-Liegi, sfiorando la vittoria nel 2012. Nel pieno della preparazione al Giro d'Italia, infiammato da una settimana di attacchi sulle Alpi, Vincenzo torna al classico per l'ultima corsa che gli manca sulla strada del mito.

Vincenzo Nibali

Credit Foto Getty Images

Da quando Vincenzo Nibali ha scoperto il fascino indiscreto delle Classiche - unico corridore di questa generazione in trionfo su tutti i traguardi, dalla Tripla Corona dei grandi giri ai Monumenti italiani del Lombardia (2) e della Milano-Sanremo - la Liegi Bastogne Liegi è diventata una dolce ossessione.
La Decana delle classiche è una corsa magica, così amata dagli scalatori, ultimo grande traguardo del Nord prima del Giro d’Italia, del Tour de France e della Vuelta. Le più famose delle sue undici côtes - il Col du Rosier, la Redoute, Roche aux Faucons - hanno fatto la storia del ciclismo ornando un albo centenario d'immensi campioni: Fred De Bruyne, Rik Van Loy, Jacques Anquetil, Eddy Merckx (primatista con 5 vittorie), Hinault, Kelly e gli specialisti italiani dai 4 successi di Moreno Argentin, alle doppiette di Michele Bartoli e Paolo Bettini. Infine, Alejandro Valverde l’ha vinta 4 volte ma quest’anno, in maglia iridata, non è forse il primo favorito.
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Per Vincenzo Nibali quella di domani sarà la 14esima partecipazione alla Liegi-Bastogne-Liegi.

Credit Foto Getty Images

Il Mur de Huy ha infatti eletto Julian Alaphilippe l’uomo da battere sulle Ardenne, con la sua corazzata Deceuninck Quick Step fra cui c'è il campione in carica Bob Jungels. Lo sfideranno, oltre a Valverde, Fuglsang come alla Freccia-Vallone, Schachmann, Wellens e Kwiatkowski, Formolo e Bettiol, Bardet, Dumoulin e Vincenzo Nibali. Da quando l’ha sfiorata nel 2012, battuto solo dal kazako Maksim Iglinskij, il nostro non ha mai smesso di pensare alla Doyenne. Aveva vent’anni quando ha debuttato fra le mitiche côtes e non le ha più lasciate.
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Vincenzo Nibali sfiora il successo alla Liegi-Bastogne-Liegi del 2012, secondo dietro al kazako Maksim Iglinskij

Credit Foto Getty Images

L’anno scorso, con il dono innato dell'immaginazione e una nuova verve di ciclismo classico, Nibali aveva segnato la Liegi e Innsbruck come primi obiettivi stagionali. Vennero una Milano-Sanremo fatta della materia dei sogni, una giornata no sulle Ardenne e un Mondiale segnato dalla caduta al Tour. Domani, nel pieno della preparazione al Giro d’Italia, infiammato da una settimana di attacchi sulle Alpi, Vincenzo ci riprova perché questa è la classica degli scalatori. Perché la Decana è l’unica corsa che gli manca sulla strada (in salita) del mito.
Di buon auspicio, quando nel 2014 Nibali vinse il Tour de France, la sua marcia trionfale cominciò a Sheffield, mentre alzava le braccia dopo 3400 metri di dislivello. Quella tappa di 9 gpm la chiamarono Piccola Liegi e Vincenzo si prese la maglia gialla. Domani, nel cuore delle Ardenne, avrà il cuore pulsante e chissà se penserà a quel magnifico piccolo grande giorno.
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The Day When... Vincenzo Nibali vinse la Milano-Sanremo

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