Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Da Gimondi a Nibali: il ricordo speciale dei campioni della Milano-Sanremo

Fabio Disingrini

Aggiornato 21/03/2019 alle 19:05 GMT+1

Il motto di Gimondi, il prosecco di Saronni, la firma di Moser, la grande fuga di Chiappucci, il fiocco rosa di Fondriest, l'angelo di Bettini, il sogno di Pozzato, il capolavoro di Nibali: cinque decenni di Milano-Sanremo raccolti nei ricordi speciali dei grandi campioni italiani della Classicissima.

Italy's Vincenzo Nibali of team Bahrain celebrates on the podium

Credit Foto Getty Images

Quando le bici escono di letargo e planano verso il mare, tra i mandorli in fiore del Naviglio Pavese e gli ulivi argentei della Cipressa, c’è il primo monumento del ciclismo classico: da Felice Gimondi a Vincenzo Nibali abbiamo chiesto ad alcuni campioni italiani di chiudere gli occhi e tornare a braccia alzate sul traguardo più bello del ciclismo classico. Fra aneddoti e sorrisi, ci hanno accolto nel loro spazio emozionale.

Felice Gimondi, 1974

Felice Gimondi è un campione del mondo circondato da belgi: manca “solo” Eddy Merckx. Con un superbo colpo di pedale, il nostro se li scrolla di dosso e se ne va al traguardo con la sua bellissima maglia iridata: per Gimondi, la Milano-Sanremo è il compimento di una splendida carriera in cui ha vinto tutto nonostante «Quello là».
Il ricordo della mia Sanremo è quando staccai i due belgi nel vento, l’arrivo in solitaria, la vittoria da campione del mondo. La mia forma iniziava più avanti perché ero più portato per i grandi giri, ma quell’anno, con gli ingaggi in pista durante l’inverno, arrivai in ottime condizioni. Avevo già fatto secondo, quarto, terzo: se penso che nello stesso periodo Eddy l’ha vinta sette volte mi vien voglia di dire Ma vaffa…. Invece meglio primo senza Merckx che secondo con Merckx.

Giuseppe Saronni, 1983

Sono campione del mondo, non voglio più perdere la Sanremo contro un velocista! Nove anni dopo Gimondi, è un altro italiano a vincere la Milano-Sanremo in maglia iridata: merito della fucilata di Goodwood, di una salita (la Cipressa) da poco introdotta e di un brindisi davvero speciale…
«Alla vittoria di domani!» Senza dirlo ai direttori, chiamai tutti i compagni in stanza: ordinammo due bottiglie di vino e brindammo la sera prima! I più scaramantici, come il Ceruti o Natale, mi presero per matto. I miei compagni veneti invece dissero «Oh vèci, se vinciamo abbiamo fatto il colpo doppio! Se perdiamo invece ci siamo già consolati col prosecco!».

Francesco Moser, 1984

In Italia, una delle più grandi rivalità sportive fu tra Giuseppe Saronni e Francesco Moser. Un dualismo, magnifico, che sulla strada della Classicissima si consuma a distanza: Saronni vince Milano-Sanremo e Giro d’Italia nel 1983; Moser fa lo stesso un anno dopo e, in un certo senso, rivendica il “brevetto del Poggio”.
La Milano-Sanremo è una corsa speciale e bisogna un po’ pensarla come una lotteria. Dura tante ore ma non è durissima, la possono finire tutti però vincerla è un’altra cosa. Io attaccai sulla Cipressa portandomi via un gruppetto e in discesa ci furono delle cadute. Sul Poggio sono ripartito e non mi ha preso più nessuno: Nibali, l’anno scorso, ha vinto alla mia maniera.

Claudio Chiappucci, 1991

Straordinaria, irripetibile, unica nel suo genere. Un’impresa d’altri tempi già quando, nel 1991, Claudio Chiappucci scattò a 150 chilometri dal traguardo di via Roma, tuffandosi nel mare di Ponente. È la storia del Diablo. Del resto, giù in picchiata dal Turchino, le onde sembrano bagliori di fuoco.
Se chiudo gli occhi, mi rivedo in discesa dal Turchino. La mia vittoria alla Sanremo è partita da lontano: una fuga impossibile da ripetere nel ciclismo di oggi. Non ero nemmeno tra i favoriti: sul Poggio ho attaccato ancora e quando sono giunto in cima ho sentito in mano la vittoria.

Maurizio Fondriest, 1993

La Milano-Sanremo si cucì addosso a Maurizio Fondriest. Specialista della Classicissima, campione del mondo nel 1988, sfidò il grande amico/rivale Bugno e due generazioni di campioni, da Fignon a Jalabert, sul traguardo di via Roma… E fu un fiocco rosa a svelargli il giorno della vittoria:
Mia figlia è nata la mattina del giorno in cui ho vinto la Milano-Sanremo: 20 marzo 1993, il più bello della mia vita. Il mio legame con questa corsa è forte anche per altri fattori: nel 1988 persi contro Fignon perché ero giovane e lo sottovalutai allo sprint, però fu il mio primo piazzamento in una grande classica, mi svoltò la carriera… E quell’errore, al Mondiale, non l’ho ripetuto.

Paolo Bettini, 2003

Herr Sanremo Erik Zabel, Cipollini, Freire, Petacchi, Cavendish: in un decennio dominato dai velocisti e le loro corazzate, Paolo Bettini s’impone saltando sul Poggio con la benedizione del suo angelo custode.
Il mio primo ricordo della Milano-Sanremo si chiama Luca Paolini. La vittoria l’abbiamo costruita insieme, allenandoci per mesi, provando e riprovando il finale: lui è stato la chiave di tutto. Erano tempi duri: iniziavo la Cipressa davanti con gente che poteva attaccare, ma avevano tutti il velocista in squadra ed erano lì per bloccare la corsa. Sembrava una gara a senso unico, io la giocai diversamente e vinsi. E nell’istante in cui pensai di non farcela, Paolini mi richiamò all’ordine e non mi fece mollare: gli devo la mia Sanremo.
picture

Paolo Bettini sul Poggio alla Milano-Sanremo del 2003: "Alaphilippe mi somiglia molto, ha lucidità tattica e se attacca... è per vincere".

Credit Foto Getty Images

Filippo Pozzato, 2006

Vero, i velocisti del Duemila monopolizzano la Milano-Sanremo, ma nell’anno di Bettini il podio è tutto nostrano… E quando vince Pozzato anche. Golden Boy del ciclismo 2.0, Pozzato resiste al ritorno degli sprinter ed è il cinquantesimo corridore italiano, da Luigi Ganna nel 1909, in trionfo alla Classicissima.
Per me la Milano-Sanremo è stata un sogno che s’avvera, la corsa che vuoi vincere da sempre. Sapevo di potercela fare. Il mio ricordo più bello sono i 2 secondi prima di tagliare il traguardo in via Roma: solo lì ho capito d’aver vinto ed è stata un’emozione bellissima, qualcosa di difficile da descrivere. Che bello poi quel podio tutto italiano con Petacchi e Paolini! (Filippo Pozzato)
picture

C'è un "gregario" molto speciale sul traguardo della Milano-Sanremo 2006: è il campione del mondo Tom Boonen, compagno di squadra in Quick-Step di Filippo Pozzato

Credit Foto Getty Images

Vincenzo Nibali, 2018

Con il dono dell’immaginazione e l’arte di correre sotto la pioggia, Nibali ha vinto l’ultima magnifica edizione della Milano-Sanremo. L’ha vinta alla maniera classica, partendo sul pezzo duro del Poggio, carezzando curve in discesa, nutrendo la sua bellissima solitudine tra due file di gente innamorata. Un anno dopo, Vincenzo ha chiuso gli occhi e ripensato a quell’istante:
La prima immagine che mi torna in mente è l’estrema felicità che ho provato quando ho tagliato la linea bianca. Quando ho attaccato non pensavo che sarebbe potuta finire così: avevo in mente le ultime edizioni e m’immaginavo un altro volatone, credevo che prima o poi mi avrebbero preso. Mi sono girato una volta sola ma ho capito che ce l’avrei fatta. Una gioia indimenticabile.
picture

The Day When... Vincenzo Nibali vinse la Milano-Sanremo

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità