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Merckx e il record soffiato a Girardengo: 43 anni fa il 7° trionfo del Cannibale alla Milano-Sanremo

Marco Castro

Aggiornato 19/03/2019 alle 23:17 GMT+1

Il 19 marzo 1976 Eddy Merckx vince per la settima volta la Classica di Primavera, superando il primato stabilito nel 1928 dal grande Costante Girardengo. Sarà anche l'ultima corsa monumento conquistata dal fenomenale belga.

Eddy Merckx in azione a Versailles durante il Tour de France 1972

Credit Foto Getty Images

Il 25 marzo 1928 Costante Giradengo brucia Alfredo Binda in una volata a due sotto il cielo ligure ed eleva l’asticella ad altezze epiche. È la sua sesta Milano-Sanremo e anche nel ciclismo post-albori ci si rende conto che l’impresa è straordinaria, probabilmente irripetibile. E in effetti rimane tale per quasi mezzo secolo, fino a quando un 32enne che qualche corsa l’aveva vinta decide di aggiornare il libro dei record come solo lui e un’altra manciata di atleti hanno saputo fare nella storia dello sport. È il 19 marzo 1976, 42 anni fa, che Eddy Merckx dipinge l’ultimo girasole sulla sua tela, conquistando la Classicissima per la settima e ultima volta.
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Costante Girardengo negli anni '20. Il corridore italiano ha vinto per sei volte la Milano Sanremo, due il Giro d'Italia e tre il Giro di Lombardia.

Credit Foto Other Agency

Girardengo è presente il giorno in cui la Milano-Sanremo vive il suo battesimo. È la primavera del 1907, lui ha 14 anni e in quella giornata uggiosa la sua mente cavalca veloce. Sogna di poter emulare quei 33 corridori che stanno scrivendo il capitolo d’apertura di una storia gloriosa. Il suo desiderio va oltre le aspettative. Costante diventa il primo grande campione del nostro ciclismo e fa della Milano-Sanremo il suo terreno di conquista preferito. Dalla prima perla, nel 1918, segnata da una fuga di oltre 200 km che è ancora oggi un record. Alla sesta, dieci anni dopo. Quella domenica, Girardengo impiega più di 11 ore e mezza per terminare la gara. Ciclismo epico e romantico, proprio com'è quel ragazzo di origine piemontese che stimolerà la creatività musicale di Francesco De Gregori.
Vai, Girardengo, vai grande campione,
nessuno ti segue su quello stradone!
Vai Girardengo, non si vede più Sante
è sempre più lontano, è sempre più distante! [Francesco De Gregori]
Nel ciclismo a colori degli anni '70 il panorama è decisamente cambiato. La Sanremo non è più un'affare quasi esclusivamente per i corridori nostrani, ma si è aperto all'internalizzazione della disciplina. Francesi, spagnoli e belgi entrano con continuità nell'albo d'oro, nobilitato sempre più dalle vittorie di alcuni dei migliori interpreti delle corse di un giorno e non. Il fascino della corsa è innegabile. Il profumo di primavera e la brezza marina che si mescolano sugli strappi su cui si può decidere la gara sono i tratti inconfondibili del primo grande appuntamento della stagione. Ed Eddy Merckx, che di corse importanti se ne intende, sviluppa un feeling particolare con questa gara fin dal suo approdo tra i professionisti.

Il confronto Girardengo-Merckx alla Sanremo

Atleta/risultatoPartecipazioniVittoriePodi
Costante Girardengo15611
Eddy Merckx1077
La sua epopea sanremese nasce nel 1966. Eddy regola il gruppetto che aveva resistito al suo forcing con una volata di potenza e diventa a 21 anni il più giovane vincitore della Classica di Primavera. È l'inizio di qualcosa di straordinario, di inedito. Nel mezzo di una carriera dove nessun traguardo resiste alla sua onnipotenza, Merckx scandisce una sinfonia dietro l'altra alla Milano-Sanremo. Di forza o di astuzia, in volata o in solitaria. Tra il 1967 e il 1975 vince la gara altre cinque volte, eguagliando il record di Girardengo. Ma non c'è primato che non tremi davanti alla presenza di quel semidio belga a cui nulla sembra precluso. E nel 1976 Eddy ci riprova.
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Eddy Merckx e Gianni Motta alla Milano-Sanremo del 1971. Il belga vincerà quell'edizione davanti a Felice Gimondi.

Credit Foto Eurosport

Francesco Moser e Roger De Vlaeminck sono considerati i favoriti della vigilia: il primo vuole vendicare il secondo posto dell’anno precedente, il secondo è il corridore più in forma del momento e forte delle vittorie al Giro di Sardegna e alla Tirreno-Adriatico. È proprio Moser a far esplodere la corsa, attaccando nella discesa che porta ad Oneglia. Con lui se ne vanno in 14. Naturalmente c'è anche Merckx, che a ogni occasione utile cerca l'allungo decisivo per lasciare la compagnia. Gli italiani (ci sono anche Panizza e Baronchelli) fanno buona guardia, ma non possono nulla quando il gruppetto approccia il Poggio. Lì Merckx azzanna la concorrenza, con uno scatto a cui solo il giovane Vandenbroucke riesce a replicare. I due belgi scollinano, si bevono la discesa e imboccano l'Aurelia. Ma Vandenbroucke, che sarà squalificato dopo il controllo antidoping, è al gancio: non ne ha più. Merckx se ne accorge e con una rasoiata micidiale anticipa la volata. Per la settima e ultima volta il traguardo di via Roma incorona lui, il più forte di tutti. Con buona pace di Costante Girardengo.
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Nibali, sei nella leggenda! L'Italia torna a vincere la Milano-Sanremo dopo 12 anni

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