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Peter Sagan il Cannibale: Sanremo, Roubaix e poi la trasformazione per vincere un Grande Giro

Andrea Tabacco

Aggiornato 18/10/2016 alle 17:30 GMT+2

E’ una provocazione, ma fino a un certo punto. Il fuoriclasse slovacco, che a Doha ha vinto il Mondiale per il 2° anno di fila, ha ancora un paio di obiettivi tra le Classiche Monumento, poi potrebbe anche provare a cambiare preparazione per misurarsi con un’altra grande sfida in vista della seconda parte della carriera: vincere almeno un Grande Giro.

Slovakia's Peter Sagan celebrates after winning the men's elite road race event as part of the 2016 UCI Road World Championships on October 16, 2016, in the Qatari capital Doha

Credit Foto AFP

E con il Mondiale, tra l’altro vinto per la seconda volta di fila, si sale a quota 89 vittorie da professionista. Una cifra incredibile per chiunque, a maggior ragione per lui, che di anni ne ha solo 26. Peter Sagan è un fuoriclasse, il miglior corridore in assoluto della storia recente del ciclismo mondiale. Ha una classe infinita e una completezza ciclistica che solo Merckx prima di lui. In bici è un fenomeno, che si ciba di vittorie e miete vittime (sportive) in ogni dove.
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Sagan non si ferma più: il campione del mondo è anche re d'Europa!

La sua grandezza, però, che poi è anche la sua unicità, deriva dal suo saper arrivare alla gente. Nell’era dei social network, Sagan è fin qui uno dei pochi, se non l’unico corridore in grado di guidare il ciclismo nel futuro. E’ un personaggio a tutto tondo, lo slovacco, che fa parlare di sé non solo quando vince, ma anche quando improvvisa sceneggiati teatrali con la compagna, o quando gioca a calcio-ciclismo con Brumotti (il suo canale YouTube è pieno di clip divertenti). Sa ridere, scherzare e farsi voler bene. Perché ha la faccia giusta (con il capello lungo è molto simile a un attore, Brad Pitt) e una personalità che conquista. In gara, ma anche e soprattutto fuori.
Non voglio essere il 2° Eddy Merckx, voglio essere il 1° Peter Sagan
Ormai di Sagan si sa praticamente di tutto. Il secondo bis iridato di fila (negli ultimi 55 anni ce l’hanno fatta solo Bugno, ’91-’92, e Bettini, 2006-2007) arricchisce quella che lui stesso ha definito la “miglior stagione della carriera”. Ha vinto dall’inizio alla fine del 2016, mettendo insieme – tra le altre corse, la Gand-Wevelgem, il Fiandre, 3 tappe al Tour de France (dove ha vestito la maglia gialla e ha vinto per la 5a volta di fila quella verde!) e il campionato europeo. Numeri da fenomeno. Numeri da Peter Sagan, che guarda caso è stato premiato a Doha da Eddy Merckx, il più forte corridore della storia del ciclismo. Uno che per la prima volta vede il suo titolo quantomeno avvicinato.

Il 2016 di Peter Sagan

  • Harelbeke
  • Gent-Wevelgem
  • Giro delle Fiandre
  • Tour de France: 3 giorni maglia gialla, 4 vittorie di tappa, maglia verde (5a consecutiva)
  • GP Quebec
  • Mondiali: Doha 2016
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La maglia gialla e quella verde all'attacco: vince Sagan, Froome è 2°

Quello che ancora manca a Sagan, per essere considerato definitivamente alla pari con l’immenso Merckx, è la competitività nelle gare a tappe, ma prima di provare a trasformarsi in un corridore da grande Giro deve vincere ancora almeno Milano-Sanremo e Parigi-Roubaix. Non sarebbe un’assurdità vederlo poi cambiare obiettivo, e quindi preparazione, per testarsi su altri terreni. D’altronde Peter Sagan, che ha già dimostrato di tenere bene in salita e a cronometro, è uno che non si accontenta mai. Così come il mondo del ciclismo non si stanca mai di vederlo correre.
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Peter Sagan si aggiudica il 100° Giro delle Fiandre

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