Peter Sagan il Cannibale: Sanremo, Roubaix e poi la trasformazione per vincere un Grande Giro
Aggiornato 18/10/2016 alle 17:30 GMT+2
E’ una provocazione, ma fino a un certo punto. Il fuoriclasse slovacco, che a Doha ha vinto il Mondiale per il 2° anno di fila, ha ancora un paio di obiettivi tra le Classiche Monumento, poi potrebbe anche provare a cambiare preparazione per misurarsi con un’altra grande sfida in vista della seconda parte della carriera: vincere almeno un Grande Giro.
E con il Mondiale, tra l’altro vinto per la seconda volta di fila, si sale a quota 89 vittorie da professionista. Una cifra incredibile per chiunque, a maggior ragione per lui, che di anni ne ha solo 26. Peter Sagan è un fuoriclasse, il miglior corridore in assoluto della storia recente del ciclismo mondiale. Ha una classe infinita e una completezza ciclistica che solo Merckx prima di lui. In bici è un fenomeno, che si ciba di vittorie e miete vittime (sportive) in ogni dove.
La sua grandezza, però, che poi è anche la sua unicità, deriva dal suo saper arrivare alla gente. Nell’era dei social network, Sagan è fin qui uno dei pochi, se non l’unico corridore in grado di guidare il ciclismo nel futuro. E’ un personaggio a tutto tondo, lo slovacco, che fa parlare di sé non solo quando vince, ma anche quando improvvisa sceneggiati teatrali con la compagna, o quando gioca a calcio-ciclismo con Brumotti (il suo canale YouTube è pieno di clip divertenti). Sa ridere, scherzare e farsi voler bene. Perché ha la faccia giusta (con il capello lungo è molto simile a un attore, Brad Pitt) e una personalità che conquista. In gara, ma anche e soprattutto fuori.
Non voglio essere il 2° Eddy Merckx, voglio essere il 1° Peter Sagan
Ormai di Sagan si sa praticamente di tutto. Il secondo bis iridato di fila (negli ultimi 55 anni ce l’hanno fatta solo Bugno, ’91-’92, e Bettini, 2006-2007) arricchisce quella che lui stesso ha definito la “miglior stagione della carriera”. Ha vinto dall’inizio alla fine del 2016, mettendo insieme – tra le altre corse, la Gand-Wevelgem, il Fiandre, 3 tappe al Tour de France (dove ha vestito la maglia gialla e ha vinto per la 5a volta di fila quella verde!) e il campionato europeo. Numeri da fenomeno. Numeri da Peter Sagan, che guarda caso è stato premiato a Doha da Eddy Merckx, il più forte corridore della storia del ciclismo. Uno che per la prima volta vede il suo titolo quantomeno avvicinato.
Il 2016 di Peter Sagan
- Harelbeke
- Gent-Wevelgem
- Giro delle Fiandre
- Tour de France: 3 giorni maglia gialla, 4 vittorie di tappa, maglia verde (5a consecutiva)
- GP Quebec
- Mondiali: Doha 2016
Quello che ancora manca a Sagan, per essere considerato definitivamente alla pari con l’immenso Merckx, è la competitività nelle gare a tappe, ma prima di provare a trasformarsi in un corridore da grande Giro deve vincere ancora almeno Milano-Sanremo e Parigi-Roubaix. Non sarebbe un’assurdità vederlo poi cambiare obiettivo, e quindi preparazione, per testarsi su altri terreni. D’altronde Peter Sagan, che ha già dimostrato di tenere bene in salita e a cronometro, è uno che non si accontenta mai. Così come il mondo del ciclismo non si stanca mai di vederlo correre.
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