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Da 0 a 10, V per Vicenza e Valverde: il pagellone dei Mondiali di ciclismo

Fabio Disingrini

Aggiornato 01/10/2018 alle 21:24 GMT+2

Alejandro Valverde è un campione infinito e finalmente iridato ai Mondiali di Innsbruck, che consegnano le prime medaglie d'oro a Remco Evenepoel fuoriclasse del futuro. L'Olanda vince il medagliere grazie alla sua mitica quota femminile, l'Italia è comunque protagonista nel destino di Gianni Moscon. Alaphilippe è il grande sconfitto del Mondiale; che pasticcio la Gran Bretagna e a Vicenza.

Peter Sagan e Alejandro Valverde nuovo campione del mondo sul podio di Innsbruck 2018

Credit Foto Getty Images

Voto 10… Ad Alejandro Valverde campione infinito

Al netto delle ombre sulla sua straordinaria storia sportiva, questo Mondiale è il premio alla carriera di un magnifico campione che ha spesso diviso, anche in patria, però a Innsbruck s’è ripreso tutto, riportando l’iride in Spagna dai tempi di Freire. Per dire, i complimenti dei due compagni rivali di una vita: Purito Rodriguez e Alberto Contador. Succede perché l’attesissima salita dell’Inferno (Die Höll) sembra il Mur de Huy o il traguardo di Innsbruck quello della Bastogne-Liegi: là dove Alejandro Valverde non si batte e da oggi il re delle Ardenne é finalmente, a 38 anni, campione del mondo.
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Alejandro Valverde è campione del mondo a Innsbruck, 30 settembre 2018

Credit Foto Getty Images

Voto 9… A Remco Evenepoel con un destino da fuoriclasse

Corre in bici da meno di due anni, ne ha 18 e a Innsbruck ha vinto le sua maglie iridate, a cronometro e in linea junior, con due nettissime prove di forza. Più che un fenomeno del ciclismo, Remco Evenepoel è un fenomeno sportivo che ha giocato in Nazionale di calcio e corso la mezza maratona in un’ora e 16 minuti. Classe 2000 mentre seguiamo in sala stampa i cronisti belgi per sapere come si pronuncia questo nome (Ìvenepul!) che chissà quante volte lo diremo, lui ha già firmato per la Quick-Step con le stimmate del fuoriclasse. Come un nuovo Merckx? Intanto, a Innsbruck, ha alzato la bici sulla linea del traguardo come il suo idolo nel tempio delle Fiandre: Philippe Gilbert.

Voto 8… All’Olanda che vince il medagliere 3/3/2

Visto che in Olanda le bici son dappertutto per una logica esistenziale e si prevedono piani di reclutamento sportivo con borse di studio multidisciplinari, l’olanda domina il ciclismo femminile dai miti moderni di Marianne Voss e Annemiek van Vleuten. A Innsbruck tocca alla campionessa olimpica Anna van der Breggen, che domina la corsa in linea dopo il podio tutto oranje della crono - van Vleuten, van der Breggen, van Dijk - e l’oro junior di Rozemarijn Ammerlaan. Sono 8 in tutto le medaglie olandesi: peccato “solo” per l’argento a cronometro di Tom Dumoulin, però battuto da un certo Rohan Dennis.
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Anna van der Breggen, campionessa del mondo a Innsbruck 2018

Credit Foto From Official Website

Voto 7… All’Italia comunque protagonista e che futuro Gianni Moscon

All’Italia che a Innsbruck corre una specie di Mondiale in casa con le transenne gremite di nostri tifosi. All’Italia che, col suo “centrocampo” fortissimo, accende la corsa ogni volta che si sale a Igls, sfiancando tanti attesi protagonisti. All’Italia che spende tanto e chissà se troppo al penultimo giro. Alla nuova Italia di Gianni Moscon (lui però è da 8) che ha 24 anni: alla sua età, Valverde iniziava la sua storia iridata con l’argento di Hamilton. All’infelice Italia del pensiero stupendo di Vincenzo Nibali, che ha pedalato in funzione di Innsbruck dal giorno dopo il successo al Lombardia. Bene con Trentin, Nizzolo e Moscon, manca solo quella flamme rouge che speriamo troverà Viviani nello Yorkhire. Ci rifacciamo intanto con le medaglie juniores di Alesio, Piccolo e Fancellu e quella alla carriera di Tatiana Guderzo.

Voto 6… A Peter Sagan milord del Mondiale e speriamo del Giro

Voleva provarci, è dimagrito, ha sacrificato qualche sprint alla Vuelta in funzione di Innsbruck. Cinquemila metri di dislivello però per lui sono davvero troppo. Dopo 3 anni in maglia iridata sui traguardi di tutto il mondo, Sagan deve abdicare al Mondiale degli scalatori come un 6 in matematica al liceo classico: lo slovacco scende dalla bici, va al traguardo, sale sul palco, prende la medaglia e premia Valverde. Gli dice: “Non avrei chiesto di meglio”. Cosa può fare di più? Venire al Giro d’Italia: lo aspettiamo già tutti a Bologna.

Voto 5… A Julian Alaphilippe, il grande sconfitto del Mondiale

Celebrato da addetti stampa e opinione pubblica, strafavorito dai pronostici: parliamo con tanti e dappertutto a Innsbruck, nessuno azzarda un nome che non sia quello del francese. Invece Alaphilippe è respinto dall’Inferno e di fatto il grande sconfitto del Mondiale degli scalatori; così la Francia, che ha gareggiato bene ma non vince l’iride dal 1997 - Laurent Brochard a San Sebastian - si salva con l’Argento di Romain Bardet. Lui sì che sull’ Höll ci sale eccome, sfidando Valverde in uno sprint fuori dalle sue possibilità, battendo il canadese Michael Woods.
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Julian Alaphilippe et Thibaut Pinot aux Mondiaux sur route, Innsbruck 2018

Credit Foto Getty Images

Voto 4… All’Under-23 che dovrebbe tornare ai dilettanti, anche se!

Anche se quest’anno ha vinto un corridore, lo svizzero Marc Hirschi, che non è ancora un professionista e perciò certe polemiche stanno a zero. Solo che vedere dilettanti gareggiare contro gente che ha fatto la Vuelta non ci piace e la soluzione sarebbe semplice: riportare il format dell’U-23 al 1995 perché fino a quell’anno la corsa fu dei dilettanti. Per capirci Remco Evenepoel, che A 18 anni ha già firmato per la QuickStep e cosa ci farebbe in questa categoria per il prossimo quinquennio.
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Marc Hirschi campione del mondo Under-23 ai Mondiali di Innsbruck 2018

Credit Foto Getty Images

Voto 3… Alle autorevoli vittime del Mondiale: da Roglic ai fratelli Yates

L’Italia anima la corsa, la Spagna la fa durissima a ogni scalata di Igls, noi contiamo le vittime sul circuito di Olympia. Risparmiando Sagan e Nibali per le note ragioni, sono Zakarin, Poels, Kwiatkowski, Simon Yates, Daniel Martin, Tim Wellens. Il percorso era durissimo, ma saltare prima dell’Inferno non vale! Ne troviamo altri due sfiancati (+4:00) quando Valverde è già sul palco: sono Primoz Roglic e Adam Yates.

Voto 2… Alla Colombia non pervenuta: che fine ha fatto Quintana?

Ma non doveva essere l’anno dei colombiani? Invece Nairo Quintana conferma sul percorso iridato la netta flessione di uno scalatore che non fa più la differenza. Arriva 15° a quasi un minuto e mezzo, ma dobbiamo cercarlo nell’ordine d’arrivo perché in corsa non l’abbiamo mai visto, mal coadiuvato dai vari Uran, Lopez e fratelli Henao. Mancavano Chaves e Bernal: non può proprio bastare come alibi.

Voto 1… Alla Gran Bretagna, o meglio al Team Sky che ci priva dei suoi campioni

La Gran Bretagna dei fratelli Yates fallisce sulle strade tirolesi, però ci preme maggiormente contestare la scelta del Team Sky che di fatto impedisce ai suoi campioni, Chris Froome vincitore del Giro d’Italia e Geraint Thomas nuovo re del Tour de France, di partecipare alla gara iridata. Quando ricapiterà loro un Mondiale per gli scalatori?

Voto 0… Alla perdita del Mondiale di Vicenza: un altro pasticcio all'italiana

Peggio ancora perché la notizia (ufficiale) giunge durante i giorni iridati. Non ci sono fondi, salta il Mondiale di Vicenza 2020, annunciato bellissimo con partenza da Venezia (circuito sui colli Berici, scenari palladiani) ma "riassegnato” dall’UCI ai Cantoni svizzeri di Vaud e Valais. Dopo la chiusura del velodromo di Montichiari, piove sulle strade bagnate, e scivolose, del ciclismo italiano.
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