Innsbruck, ci siamo: Alaphilippe favorito, poi Valverde e gli Yates ma la carne al fuoco è tanta
Aggiornato 29/09/2018 alle 23:08 GMT+2
Il francese, in forma smagliante, parte in pole in uno dei Mondiali di ciclismo più duri di sempre, dove però i pretendenti credibili sono davvero tanti. Occhio alla Colombia dei tanti capitani e all’Olanda di Dumoulin. Nell’Italia Nibali resta il primo capitano, Moscon la possibile seconda scelta. E Sagan...
265 km, 4670 metri di dislivello e salite che in alcuni punti sfiorano il 28 % di pendenza. No, il Mondiale di Innsbruck non è banale e sì, la prova iridata in terra austriaca è la più dura degli ultimi 30 anni e una delle più impegnative di sempre. Nessuna speranza per i velocisti, pochissime per chi non dà del tu alle salite più dure. Fondamentale arrivarci con la gamba giusta dopo una stagione infinita. In un inferno così la gamma dei favoriti cambia rispetto a un Mondiale più classico e forse la schiera di pretendenti al titolo di Campione del Mondo è ancora più ampia.
Alaphilippe numero 1, ma la Francia ha uno squadrone
La prima notizia è che il favorito principale non è uno scalatore puro. Ma Julian Alaphilippe viene da una stagione straordinaria, la migliore della sua carriera e, cosa fondamentale, la sua forma è molto vicina al 100%. Il corridore della Quick-Step ha iniziato a vincere in primavera e non ha più smesso: Freccia Vallone, due tappe al Tour e la maglia a pois degli scalatori, San Sebastian e gli ultimi acuti tra Tour of Britain e Giro di Slovenia. Nessuno va come in lui in questo momento e l’indole di cacciatore di Classiche porta altri punti alla sua causa rispetto a chi le salite è abituato affrontarle nei Grandi Giri. Ma la Francia ha anche altre frecce al suo temibile arco. Da un Romain Bardet in cerca di redenzione, a un Thibaut Pinot uscito bene dalla Vuelta, per non tacere di un’azione da outsider di Warren Barguil.
L’Eterno Valverde a caccia della Prima
Ha chiuso la Vuelta in calando, ma l’Embatido ha dimostrato di poter fare ancora la differenza. E poi, con il Mondiale, ha un conto in sospeso, avendo conquistato "solo" due argenti e quattro bronzi. Manca l’acuto della gloria eterna. È il più esperto tra i grandi favoriti, sa scegliere meglio di tutti il momento giusto per attaccare ed è in grado di sfruttare il lavoro delle altre squadre. L'unico dubbio riguarda le 38 primavere, fattore non trascurabile in una corsa così dura. Dovesse fallire lui, fari puntati su Enric Mas, fresco di secondo posto al Giro di Spagna. Mikel Landa non ci sarà, per i postumi della caduta alla Clasica di San Sebastian.
I piazzamenti di Valverde in 11 partecipazioni al Mondiale
Anno | Luogo | Piazzamento |
2003 | Hamilton | 2° |
2004 | Verona | 6° |
2005 | Madrid | 2° |
2006 | Salisburgo | 3° |
2007 | Stoccarda | 57° |
2008 | Varese | 37° |
2009 | Mendrisio | 9° |
2012 | Limburgo | 3° |
2013 | Toscana | 3° |
2014 | Ponferrada | 3° |
2015 | Richmond | 5° |
Assenti illustri in casa Gran Bretagna, ma gli Yates sono una garanzia
Chris Froome e Geraint Thomas non ci saranno e allora spazio ai gemelli terribili da Bury, Greater Manchester. Simon è quello che più ruba l’occhio in questo momento e dopo una Vuelta dominata sembra impossibile non puntare tutte le fiches su di lui. Ma occhio alle dinamiche di squadra e di famiglia. In Spagna Adam è partito col freno mano tirato e fino alla terza settimana ha messo al massimo la terza. Poi però, quando contava di più, ha fatto vedere che la gamba buona ce l’ha pure lui. C’è chi dice che Simon sia andato alla Vuelta per vincerla e Adam per allenarsi per Innsbruck. E non ci meraviglieremmo se fosse il secondo a comandare domenica 30, con il fratello completamente al suo servizio. Occhio, perchè in generale la squadra inglesa è ben strutturata, con gente come Geoghegan Hart, Kennaugh, Stannard e Swift abili faticatori.
Qui Colombia: tanti capitani ma nessuna punta di diamante
Sulla carta un Mondiale così si sposa alla grande con le caratteristiche dei sudamericani, infaticabili fondisti quando la strada guarda all’insù. Eppure nessuno dei convocati sempre convincere fino in fondo e la mancanza di un capitano designato potrebbe creare qualche problema. I trials per decidere su quale uomo puntare potremmo averli visti alla Vuelta, con Miguel Angel Lopez terzo in classifica e quindi prima punta a scapito di Quintana, non brillantissimo, e Uran, poco meglio del Condor. Accetteranno questi ultimi due, eventualmente, di mettersi a disposizione del compagno di squadra?
Olanda solida, Belgio spuntato
La Nazionale oranje ha una buona squadra, ma la sensazione è che si deciderà durante la corsa su quale uomo puntare. Dumoulin parte in pole per carisma e risultati, ma su certe rampe il buon Tom potrebbe faticare non poco. Da non sottovalutare, poi, la fatica accumulata dal 27enne di Maastricht nella prova a cronometro. In seconda battuta ci sono Kelderman, Mollema e soprattutto Kruijswijk, mentre uno come Wout Poels potrebbe giocarsi le sue carte in un attacco da lontano. Lontano dai favori del pronostico, invece, il Belgio di Greg van Avermaet. Troppo duro il circuito austriaco per il campione olimpico, così come per Wellens, Teuns e Benoot. E allora potrebbe essere De Plus a giocarsi liberamente le sue carte.
L’Italia delle incognite, ma con poche pressioni: Nibali o Moscon?
"Non sono in condizione di fare la differenza al Mondiale". Le parole post Vuelta di Vincenzo Nibali suonano come un campanello d'allarme in Casa Italia. Lo Squalo è rientrato al Giro di Spagna dopo l'infortunio alla vertebra del Tour, ha faticato ed è cresciuto, provando a mettersi in mostra con qualche azione da lontano. Ma evidentemente le cose non sono del tutto a posto. Innsbruck 2018 è segnata in rosso sull calendario del siciliano fin da quando è stato svelato il percorso, l'occasione della vita per aggiungere un'altra tacca ad un palmares già staordinario. Vincenzo ha già provato le rampe mondiali in aprile e ha lavorato per arrivare nella condizione migliore possibile, ma se questa non dovesse essere soddisfacente i gradi di capitano spetteranno a qualcun altro. E il nome potrebbe essere quello di Gianni Moscon. Il 23enne del Team Sky è appena tornato dalla squalifica e ha subito vinto la Coppa Agostoni e il Giro di Toscana. Raramente ha corso da capitano, mai in una corsa così importante. Ma la sua rabbia potrebbe essere una carta importante per un'Italia che non sale sul podio da 10 anni esatti, quando Alessandro Ballan trionfò a Varese davanti a Damiano Cunego.
L'Italia negli ultimi 9 Mondiali
Rassegna | Miglior atleta | Posizione |
Mendrisio 2009 | Damiano Cunego | 8° |
Melbourne 2010 | Filippo Pozzato | 4° |
Copenaghen 2011 | Daniele Bennati | 14° |
Limburgo 2012 | Oscar Gatto | 13° |
Toscana 2013 | Vincenzo Nibali | 4° |
Ponferrada 2014 | Sonny Colbrelli | 13° |
Richmond 2015 | Giacomo Nizzolo | 18° |
Doha 2016 | Giacomo Nizzolo | 5° |
Bergen 2017 | Matteo Trentin | 4° |
Outsider: Kwiato, Martin, Roglic. E Sagan...
Come spesso accade nelle rassegne iridate, ci sono dei corridori che potrebbero scombinare i piani delle Nazionali più forti. Kwiatkowski ha già vinto un Mondiale e va forte su ogni terreno, ma viene da una stagione infinita ed estenuante. Ne avrà ancora? Anche Daniel Martin sembra in calo, oltre che distratto da questioni famigliari (la moglie ha appena avuto due gemelli). Primoz Roglic è un nome suggestivo, ha coraggio e benzina nelle gambe: con Mohoric e Polanc la Slovenia può ritagliarsi un ruolo da protagonista anche come squadra. Non è da escludere dalla contesa neanche gente come Jungels e Carapaz. Last not least, Peter Sagan. Il percorso è assolutamente proibitivo per lo slovacco, che non sembra neanche essere al 100%. Ma scommettereste mai contro di lui?
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