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Moscon: "Un anno iniziato male e finito peggio. Ho pianto sullo Stelvio. Trentin beffato dal freddo"

Luca Stamerra

Aggiornato 02/10/2019 alle 10:59 GMT+2

Il corridore del Team Ineos ha tracciato un bilancio del durissimo 2019, che non ha portato grosse soddisfazioni. 0 vittorie in stagione e il 4° posto nella prova in linea Mondiale che sa tanto di beffa considerando il 2° posto di Trentin dopo un fantastico lavoro di squadra.

Gianni Moscon - Road World Championship 2019 Harrogate - Getty Images

Credit Foto Getty Images

È ormai passato qualche giorno dalla volata di Harrogate e dalla beffa Mondiale per Matteo Trentin, che ha concluso solo al 2° posto dopo un lavoro - però - perfetto della Nazionale italiana. Molto dei meriti per la strategia perfetta degli azzurri è da imputare a Gianni Moscon, partito al momento giusto per lanciare in seconda battuta Trentin. Moscon difende il suo capitano per il piazzamento ottenuto e poi ha spiegato tutte le vicissitudini passate durante la stagione.

Gianni Moscon difende il suo capitano. Quel freddo era terribile

Qualunque altra gara, l’avrebbe vinta. Ma aveva speso tanto per rientrare su chi era davanti. E poi il freddo, 260 km, una giornata così… Cambiano le carte in tavola. La corsa è stata veramente estrema. Mai ne avevo vissuta una così. Non vedevo l’ora che finisse. Dopo 130 km avevo già fatto tanta fatica, pensavo di stare male. All’ingresso del circuito mi sono detto `ragazzi, qui si muore’. Quei rilanci continui li subivo, mi sono salvato con la resistenza e il passo. Mi è mancato quel pizzico di brillantezza, come in tutta la stagione. Ma penso che il Mondiale di tutta la Nazionale, e il mio, sia stato ottimo. Migliore delle aspettative di chiunque. [Moscon alla Gazzetta dello Sport]
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È stata una stagione estenuante

Un anno difficilissimo. Iniziato male e continuato peggio. La voglia di strafare ti fa cadere sempre in basso. In inverno ho lavorato come non mai. Ore e ore di bici e di lavori specifici. Poi in Colombia, a inizio anno, idem. Ore e ore, e sono tornato ‘cadavere’. Non ho potuto recuperare, perché 10 giorni lontano dalla bici non ho mai potuto farli. Dopo le Classiche, avrei avuto in programma il Giro. Poi abbiamo cambiato e ho fatto il Tour, ma l’occasione di staccare non c’è stata. Se avessi saputo di dover preparare il Tour de France fin dall’inizio, sarebbe stato diverso. Ho lavorato su un fisico esausto, al Tour sono arrivato già stanco prima di partire

Uno sforzo incredibile al Tour de France

Alla fine delle tre settimane ero morto. Stanchezza, ritenzione, ho mangiato di più… Mi sono gonfiato come un pallone. Mi sono pesato al ritorno a casa ed ero quasi 80 kg, mentre avevo cominciato la corsa intorno ai 70. Almeno 8 chili in più. Non mi riconoscevo. Ho fatto 8 giorni senza bici, ho cercato di recuperare curando tutto. Il cibo, gli allenamenti. Immaginate che cosa sia ricominciare dallo Stelvio in questa situazione. Mi veniva da piangere

"Ho tenuto duro in vista dei Mondiali"

Ma piano piano, ce l’ho fatta. Mi sono risollevato e questo Mondiale addolcisce un po’ il tutto. Non ho mai vinto quest’anno, e chissà che in questo finale di stagione non arrivi la sorpresa. In ogni caso, ho imparato che certi errori non si dovranno più commettere. Chi troppo vuole, nulla stringe. Vale sempre. Nel ciclismo e nella vita
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