Ciclismo, Mondiali: Italia, Nibali e compagni in cerca di un'impresa
Aggiornato 26/09/2020 alle 18:52 GMT+2
La 93esima edizione dei Mondiali di ciclismo su strada si tiene a Imola, ma gli azzurri non partono favoriti. Gli Otto scelti da Davide Cassani dovranno giocare di squadra, fantasia e coraggio per rompere un digiuno iridato che dura dal 2008.
Da giovedì 24 a domenica 27 settembre, Imola è teatro dei Mondiali di ciclismo su strada. Sei anni dopo Firenze e per la 14esima volta nella storia, l’Italia ospita la rassegna iridata, questa volta dopo il forfait delle svizzere Aigle-Martigny. Su queste strade, però, gli azzurri dovranno sgomitare non poco per mettere una delle loro ruote davanti a tutti sul traguardo posto all’Autodromo "Enzo e Dino Ferrari". Per il percorso, per la forma degli Otto scelti da Davide Cassani e per quella che possono vantare alcuni dei più quotati avversari: all’Italia servirà un’impresa.
Lo ha detto lo stesso Vincenzo Nibali, leader dello spogliatoio e teoricamente anche sulla strada: “Entro in questo Mondiale un po’ in punta di piedi”. Parole da corridore maturo e da persona realista: la gamba non è quella dei giorni migliori. Alla Tirreno-Adriatico, lo Squalo ha corso lontano dai primi, cercando la condizione giusta per l’obiettivo iridato, e a seguire per il Giro che parte il 3 ottobre. Ma i dubbi sono rimasti, come ha confermato il siciliano in conferenza stampa. E allora? L’Italia dovrà giocare di rimessa e sfoderare le armi giuste. La forza di squadra, che non invidia a nessun’altra selezione e gli ultimi tre Europei vinti ne sono l’emblema. Ma anche coraggio e fantasia, due delle doti che hanno permesso allo stesso Nibali di costruire un palmarès così ricco e variegato.
Gli otto azzurri per la prova in linea
Andrea BAGIOLI | Deceuninck Quick-Step |
Alberto BETTIOL | Education First |
Gianluca BRAMBILLA | Trek Segafredo |
Damiano CARUSO | Bahrain McLaren |
Fausto MASNADA | Deceuninck Quick-Step |
Vincenzo NIBALI | Trek Segafredo |
Diego ULISSI | UAE Emirates |
Giovanni VISCONTI | Vini Zabù KTM |
Non penso che sarò l’unica punta di questa trasferta azzurra e nella selezione ci sono diverse frecce [Vincenzo Nibali]
Già, perché Nibali, ovviamente, non sarà da solo. Diego Ulissi ha dimostrato di essere in forma al Giro del Lussemburgo. È veloce e ha i tempi per inserirsi in qualche minifuga dal sapore decisivo. Alberto Bettiol esce da un Tour di qualità corso al servizio di Rigoberto Uran: se all’ultimo giro sarà ancora lì coi primi sarebbe un guaio sottovalutarlo per le altre nazionali. Sono loro due le “punte” di Alessandro Ballan, ultimo azzurro campione del mondo a Varese 2008. Ma l’Italia non finisce qui. Perché Fausto Masnada ha lasciato ottime sensazioni alla Tirreno-Adriatico e può scombinare i piani con qualche attacco da lontano. E perché Andrea Bagioli, il più giovane azzurro al Mondiale da Saronni 1977, è un outsider che può fare male, al netto di inesperienza e chilometraggio molto lungo. Un’Italia che non avrà favoriti assoluti, ma che può dire la sua con ogni interprete. Perché gli altri sono Damiano Caruso, fresco di una strepitosa Top 10 al Tour de France, Gianluca Brambilla, capace di mettersi in proprio e di sacrificarsi per la squadra allo stesso modo, e un veteranissimo con la classe di Giovanni Visconti. Spiace per le assenze forzate di Davide Formolo e Giulio Ciccone, gente da corsa su questo percorso, ma è inutile piagersi addosso. Servirà il contributo di tutti, stavolta più che mai, per avere chance di cogliere il bersaglio grosso.
Nel 1968, a queste latitudini, fu una giornata trionfale per i nostri colori. Merito della Grande Fuga di Vittorio Adorni e dei suoi 90 km in solitaria verso l’iride. Ma anche del contorno di quel successo, con ben cinque italiani nei primi sei. Il percorso di quest’anno ricalca in parte quello di allora, pur essendo più lungo e con ben 5000 metri di dislivello. Due le salite impegnative presenti nel circuito di 28,8 km: Mazzolano (2,7 km al 6,1% con punte del 13%) e Gallisterna (2,7 km al 6,4% con picchi del 15%). Salite brucianti, da scattisti nati. Adatte a gente come Julian Alaphilippe, per citarne uno, meno ai nostri. Ma è anche vero che dalla cima dell’ultima ascesa al traguardo mancheranno 11 km, perlopiù in discesa. Ed è qui, se resisterà coi migliori sulle rampe precedenti, che uno come Vincenzo Nibali potrebbe provare a fare la differenza. Fondamentale per gli azzurri sarà provare ad accerchiare i veri favoriti, su tutti quel satanasso di Wout van Aert. Che anche nella cronometro di Ganna ha dimostrato di poter vincere ovunque in questo magico 2020. Vietato portarlo in volata, lì sarebbero dolori. Con una postilla: un anno fa Matteo Trentin era il più veloce nello sprint ristretto che valse l’iride e sappiamo tutti come è andata a finire. Perché in una gara come il Mondiale - lunga, dura e frenetica – la benzina può finire al momento più inatteso, anche per chi sembra avere la corsa in pugno. All'Italia il compito di fare corsa dura per sovvertire ogni pronostico, magari con l'aiuto di un meteo che si preannuncia tutt'altro che ospitale.
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