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Ciclismo, Mondiali Fiandre 2021 Alaphilippe ancora campione del mondo, bis d'oro a Lovanio, podio van Baarle e Valgren

Marco Castro

Aggiornato 26/09/2021 alle 18:27 GMT+2

MONDIALI CICLISMO - Come a Imola anche a Lovanio, Julian Alaphilippe è ancora campione del mondo! Il francese sferra l'attacco decisivo a 17 chilometri dalla fine e non viene più ripreso, centrando un bis consecutivo riuscito solo ad altri sei corridori nella storia. Argento all'olandese Dylan van Baarle, bronzo al danese Michael Valgren. Belgio fuori da podio, come l'Italia: Colbrelli è decimo.

Alaphilippe

Credit Foto Getty Images

Ghigna con grinta, sorride spavaldo, infine piange di gioia: tutte le emozioni di Julian Alaphilippe in fila e sovrapposte sono il succo e le celebrazione di un corridore straordinario, che nel giorno più importante dell'anno torna ad essere il numero uno. Il francese mette la sua personalissima bandierina anche a Lovanio e si conferma campione del mondo, il più forte di tutti come dodici mesi fa a Imola. Un epilogo simile per mettere nel sacco quel fior di campioni che erano arrivati a giocarsi le medaglie, ma incapaci di resistere ai suoi allunghi in serie al momento decisivo della corsa. Un inconfondibile marchio di fabbrica che gli permette di fare la differenza e sfilare dalla flamme rouge al traguardo pensando solo a come celebrare il trionfo, ormai irraggiungibile per chiunque. Gara incalzante e durissima, corsa a ritmi folli già a distanze siderali dalla conclusione. Argento ai Paesi Bassi di Dylan van Baarle, che brucia il danese Michael Valgren e il belga Jasper Stuyven. Padroni di casa delusi e giù dal podio, come l'Italia. Il migliore è Sonny Colbrelli, decimo.
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Alaphilippe si ripete, oro anche a Lovanio! Rivivi l'arrivo

La top 10

1. J. ALAPHILIPPE (FRA)5h56'34''
2. D. VAN BAARLE (NED)+32''
3. M. VALGREN (DEN)st
4. J. STUYVEN (BEL)st
5. N. POWLESS (USA)st
6. T. PIDCOCK (GBR)+49''
7. Z. STYBAR (CZE)+1'06''
8. M. VAN DER POEL (NED)+1'18''
9. F. SENECHAL (FRA)st
10. S. COLBRELLI (ITA)st

La cronaca

La resa dei conti nella culla del ciclismo comincia alle 10.41 ora italiana (e belga). Il gruppo lascia una festante Anversa di buona lena, con tanti corridori subito all’attacco e desiderosi di sfruttare la vetrina che questo palcoscenico offre. La fuga si concretizza dopo un quarto d’ora, con questi otto protagonisti: Josè Tito Hernandez (Colombia), Joel Levi Burbano (Ecuador), Pavel Kochetkov (Russia), Oskar Nisu (Estonia), Kim Magnusson (Svezia), Patrick Gamper (Austria), Rory Townsend (Irlanda) e Jambaljamts Sainbayar (Mongolia). Il gruppo non si scompone, ma a 244 chilometri dal traguardo (!) il Belgio piazza la sua locomotiva Tim Declercq a fare l’andatura, con Mikkel Bjerg (Danimarca) ad agire da controfigura del colosso della Deceuninck. Poi l’Italia, compatta. Le tre Nazionali di riferimento sono subito là davanti.
Una caduta coinvolge Ethan Hayter e il nostro Andrea Bagioli senza grosse conseguenze, poi la corsa vive il suo primo tuffo al cuore. Si entra nel circuito di Lovanio, dove i corridori sono accolti da un fiume colorato di tifosi. Una marea di gente, davvero da brividi. La Slovenia si porta davanti quando il gruppo affronta il primo dei 42 muri previsti, e anche Julian Alaphilippe zompetta nelle prime posizioni. Poi, il primo passaggio sul traguardo. Mancano ancora più di 200 chilometri. I battistrada, arrivati a un vantaggio massimo di sei minuti, cominciano già ad essere lentamente risucchiati. Nel frattempo, Mathieu van der Poel staziona con Bauke Mollema in fondo al gruppo.
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Pedersen tampona Ballerini, che caduta con Trentin!

Poco prima dell’approccio al circuito “fiammingo”, una frenata improvvisa coglie in fallo Matteo Trentin e Davide Ballerini, che finiscono a terra insieme a Mads Pedersen. Dolorante soprattutto il lombardo, che rientra a fatica in gruppo insieme al compagno. Il problema è che la corsa esplode prima del previsto, nel momento peggiore per noi. Ad accendere la miccia è Benoit Cosnefroy e sulla ruota del francese si portano due big come Remco Evenepoel e Magnus Cort Nielsen. Un terzetto molto pericoloso, anche se manca una vita. Il gruppo si fraziona al loro inseguimento, l’Italia fatica a chiudere. Diversi corridori, invece, riescono a fuoriuscire e ricucire sul trio. Ci sono anche Primoz Roglic, Kasper Asgreen e Arnaud Demare. Tutte le Nazionali di punta sono rappresentate, tranne l’Italia. Che deve spremersi all’inseguimento mentre il Belgio rimasto indietro prova a fare da stopper.
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Cosnefroy attacca ai -178 con Evenepoel e Cort: esplode la corsa

Sono Alessandro De Marchi e Matteo Trentin a condurre una rincorsa estenuante, col trentino che evidentemente si sacrifica e abbandona i sogni di capitanato nel finale. Il ricongiungimento avviene a 133 chilometri dalla fine. Trentin molla dopo il grande lavoro, come lui Ballerini. Van der Poel risale posizioni, anche Peter Sagan fa capolino là davanti. Si susseguono gli scatti, con la Francia spesso protagonista. Il gruppo si sfilaccia e si ricompatta a più riprese. L’azzurro più brillante sembra Diego Ulissi. La macchia azzurra del Belgio fa paura per la sua compatezza, con Yves Lampaert che si mette a fare un’andatura molto severa. Fatica Caleb Ewan. Davanti restano circa una settantina di corridori, quando mancano 100 chilometri alle medaglie.
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Politt riaccende la corsa: l'attacco ai -90 km

Dopo una fase di stanca è Nils Politt a riaccendere la corsa. Evenepoel chiude e si porta dietro altri nove corridori, tra cui Andrea Bagioli, Dylan van Baarle, l’instacabile Jan Tratnik, Valentin Madouas e Ivan Cortina. Sul pavè di Moskesstraat c’è spettacolo sia davanti che dietro: Bagioli allunga e con lui restano solo Evenepoel, van Baarle, Madouas e Powless. Dietro si muove Kwiatkowski, con van Aert, Alaphilippe, Colbrelli e Nizzolo reattivi alla sua ruota. Il Belgio, nonostante Remco al comando, tira quel che resta del plotone. Torna il pavè e tocca al campione del mondo uscente piazzare la stilettata decisiva: Alaphilippe fa il forcing, lo seguono van Aert, dei pimpanti Colbrelli e Nizzolo e a fatica van der Poel. Fuggitivi ripresi, si crea un gruppo di 17 dalla qualità clamorosa. Oltre ai nomi citati, ci sono anche Senechal, Stuyven, Mohoric, Valgren, Stybar, Hoelgaard e Pidcock. 50 chilometri alla fine, saranno questi a giocarsi le medaglie.
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"Che bottaaaaa" Magrini impazzisce allo scatto di Alaphilippe

Evenepoel e Bagioli lavorano per i rispettivi capitani. Mentre impazza il delirio della gente sul percorso, in corsa si crea un surreale silenzio, una calma in attesa della perfetta tempesta finale. Remco molla a 26 chilometri dalla fine, esausto dopo una corsa di livello eccelso. L'Italia tira con Bagioli e poi Nizzolo, ma è Alaphilippe a rompere gli indugi ai -22, quando la strada si impenna. Van Aert risponde inizialmente, poi si rialza. Bagioli si sposta. Il francese rifiata un attimo, gli altri rientrano. Poi, sul Sint-Antoniesburg (-17), riparte. Dieci, venti, cinquanta metri. Nessuno risponde, la forbice si allarga. Colbrelli è impietrito, van Aert e van der Poel si guardano. Van Baarle, Stuyven, Valgren e Powless sono meno marcati e si lanciano all'inseguimento. LouLou passa al suono della campana dell'ultimo giro con una dozzina di secondi di margine, mentre Nizzolo, Colbrelli e van Aert sono segnalati a 25 secondi. Il francese sbuffa, si volta, ma in realtà guadagna. Sempre di più. E ai -5 chilometri, il finale è già scritto. La passerella è lunga e lui se la gode tutta fino all'ultimo metro. Marsigliese in Belgio come in Italia, bis consecutivo come Ronsse, van Steenbergen, van Looy, Bugno, Bettini e Sagan. Che corridore meraviglioso.
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Alaphilippe mette nel sacco Belgio e Italia: gli highlights

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Alaphilippe: "Ero rilassato, ma non pensavo di riuscire a ripetermi"

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