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Ciclismo, pagellone Mondiale: Ganna generazionale, delusione van Aert, Tony Martin da favola

Carlo Filippo Vardelli

Aggiornato 27/09/2021 alle 16:37 GMT+2

CICLISMO - I voti ai protagonisti del Mondiale in Belgio. Da Pippo Ganna, che si è preso un altro pezzettino del nostro cuore, a Julian Alaphilippe, splendido e inimitabile. Da Elisa Balsamo, che ha coronato una gara perfetta, a Filippo Baroncini, di cui sentiremo parlare a lungo.

Pagellone Mondiali di ciclismo

Credit Foto Eurosport

Bruges e Lovanio, Lovanio e Bruges. Nell'ultima settimana delle nostre vite di appassionati di ciclismo, questi due nomi hanno tappezzato ogni angolo del nostro cervello. Prima la crono di Bruges (con partenza da Knokke-Heist) e dopo il circuito di Lovanio. Due posti, 11 gare e un campionato del mondo che ha trasudato passione da ogni poro. A Imola aveva partecipato solo la classe élite, mentre nella patria del ciclismo sono scesi in campo tutti quanti. , che si è preso un altro pezzettino del nostro cuore, , splendido e inimitabile. Da Elisa Balsamo, che ha coronato una gara perfetta, a Filippo Baroncini, di cui sentiremo parlare a lungo. Dalla nuova scuola danese, ad un'Olanda e un Belgio a cui era lecito chiedere di più. Soprattutto per il pubblico, che ci ha fatto venire la pelle d'oca.
Ero rilassato, ma non pensavo di riuscire a ripetermi (Alaphilippe)

Filippo Ganna... 10: generazionale

Di Filippo Ganna forse è già stato detto anche troppo. Un ciclista del genere, anche in un paese di tradizione come il nostro, passa una volta ogni tanto. A Imola sapevamo che avrebbe fatto i buchi in terra, ma nella crono di Bruges avevamo paura. Temevamo che la distanza potesse fermarlo. E invece i grandi campioni vanno oltre alle difficoltà. Vanno oltre a tutto. La sua medaglia d'oro risplende della stessa luce che illumina i suoi occhi da bravo ragazzo. E quella di bronzo nella mixed relay racconta di come un campione possa trainare un intero gruppo di atleti che vogliono essere al suo livello. È un campione generazionale, di quelli che passano e lasciano il segno. Godiamocelo.
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Elisa Balsamo e la squadra femminile... 10: "anche se qualcuno non ci credeva"

"Lo sai che sei forte, anche se qualcuno non ci credeva". Qualcuno non credeva in Elisa Balsamo. Non credeva nella ragazza nata a Cuneo nel 1998. E probabilmente non credeva nemmeno nella squadra italiana alla vigilia della prova élite. E quando la batti l'Olanda nella prova in linea? Invece la coda lunga dell'estata italiana più leggendaria di sempre ci ha regalato l'ennesimo successo. Perché le ragazze italiane hanno corso da principesse, ed Elisa Balsamo è stata la loro regina. Una tattica perfetta, e un capolavoro che a distanza di 10 anni da Giorgia Bronzini brilla ancora di più.
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Gli U23 e Filippo Baroncini... 10: perfetti

Aveva il dente avvelenato Filippo Baroncini. L'argento a Trento, negli europei in linea U23, non gli era andato giù fino in fondo. Lui voleva l'oro. Voleva la medaglia pesante. La voleva così tanto che quando abbiamo visto la sua fucilata a pochi chilometri dall'arrivo eravamo già sicuri che nessuno lo avrebbe ripreso. Ha messo il punto esclamativo sul lavoro della squadra e si è preso l'oro. Devastante.
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Julian Alaphilippe... 10: inimitabile

"Ero rilassato, ma non pensavo di riuscire a ripetermi". Julian Alaphilippe è arrivato in Belgio come il più silenzioso dei predatori. Di fianco aveva Colbrelli, van Aert, van der Poel, ma lui ha preferito rimanere in disparte. Ha fatto pretattica. Quasi disinteressato. Poi però, quando è iniziata la corsa, ha messo a ferro e fuoco l'intero Belgio. Con la solita voglia di vincere e la consueta sequela di attacchi, ha salutato il gruppo a 17km dall'arrivo. È arrivato da solo e si è messo a piangere. Così forte e così fragile. Inimitabile.
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Tony Martin e la Mixed tedesca... 9: che storia!

All'ultima gara, all'ultimo squillo, Tony Martin dice addio come il più classico dei campioni senza tempo. A 5 anni di distanza da Doha - e dall'ultimo successo ai Mondiali - il nativo di Cottbus alza ancora la voce e vince la medaglia d'oro nella Mixed Relay (insieme a Brennauer, Klein, Kröger, Arndt e Walscheid). Una carriera contro il tempo, chiusa con l'ennesimo capolavoro. Bravo Panzerwagen.
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Ellen van Dijk... 8: un treno

Una crono meravigliosa, una Mixed Relay devastante e una produzione mondiale esagerata. Sicuramente, nel pacchetto olandese planato in Belgio, è l'unica atleta (insieme a Vos) che possiamo promuovere a cuor leggero. Rifilare 10 secondi ad una scatenata Marlen Reusser dice tanto sulla classe di questa ragazzona di Harmelen. 34 anni e non sentirli. Chapeau.
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Danimarca... 7.5: la nuova scuola

Voi segnatevi i nomi, poi ne riparliamo tra qualche anno: Johan Price-Pejtersen, Gustav Wang, Carl-Frederik Bevort, Emma Norsgaard Jørgensen, Mathias Norsgaard, Mikkel Bjerg. In più, anche la medaglia di bronzo di Michael Valgren e il quarto posto a crono di Kasper Asgreen. Crescita esponenziale.
Danish gold medallist Gustav Wang compete during the junior men time trial race, 22,3 km from Knokke to Brugge, on the third day of the UCI World Championships Road Cycling Flanders 2021

Zoe Backstedt... 7: next big thing

Questa gallese classe 2004 dal fisico dirompente, argento a crono e oro nella prova in linea junior, ha dato l'idea di conoscere tutti i segreti per fare sfracelli anche ai piani più alti. Noi la aspettiamo, e nel mentre facciamo i complimenti a Magnus (il padre, vincitore della Parigi Roubaix del 2004): le ha insegnato bene.
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Zoe Backstedt campionessa del mondo junior, Ciabocco 9a

Olanda... 5.5: dolce amaro

L'Olanda ha vinto un totale di 6 medaglie (più di tutti), ma alcune volte il medagliere non rispecchia la realtà delle cose. Applaudito l'argento di van Baarle (frutto dell'andamento della gara più che della tattica) e l'oro di van Dijk di cui abbiamo già parlato, la prova femminile e la Mixed Relay hanno gravato e non poco sull'andamento di una delle BIG. Nella gara del sabato, vinta da Elisa Balsamo, l'argento dell'eterna Vos non basta per promuovere il Dream Team Oranje (per dispersione la squadra più forte), mentre nella crono a squadre la prestazione degli uomini ha buttato al vento la sicurezza della medaglia d'oro (sfuggita per soli 12 secondi). Poteva - e doveva - andar meglio.
The agony and ecstasy as Marianne Vos of the Netherlands (left) is pipped to women's road race by Italy's Elisa Balsamo

Squadra maschile élite... 5: in balia degli eventi

Avevamo tante aspettative sui ragazzi di Cassani. Il momento, la stagione di Colbrelli, il percorso adatto a Trentin: c'erano i presupposti per sognare. Magari era folle credere nella medaglia, ma ci speravamo. La realtà invece ci ha fatto scontrare con una gara corsa in affanno. Dopo le cadute di Trentin e Ballerini, gli azzurri sono stati presi in mezzo dal ritmo e ci hanno capito un po' poco. Anche nel finale, con la coppia Nizzolo-Colbrelli, la sensazione è che non ci fosse chiarezza. Peccato, perché il ruolo di outsider ci aiutava parecchio nella gestione della gara. Occasione sprecata.
Caduta Trentin e Ballerini

Stefan Küng... 5: brutto anatroccolo

È bi-campione europeo in carica a crono, e bisogna portargli rispetto, ma la sua vicenda fa quasi sorridere. Dopo aver regolato tutti a Trento, ha preso oltre un minuto da Pippo Ganna nel tic-tac e ha perso il podio nella Mixed Relay per 5 centesimi, confermandosi l'eterno piazzato. Il nativo di Wilen è sicuramente un protagonista della sua epoca, ma questa storia dei piazzamenti deve finire. Potrebbe seriamente impazzire.

Mathieu van der Poel... 5: in difficoltà

In apnea, ma finisce nei bocciati solo per colpa dei pochi chilometri di gara a ridosso della prova che non gli hanno permesso di raggiungere quella brillantezza necessaria per vincere.

Wout van Aert... 4: troppa pressione

Vivere un Mondiale come quello che ha vissuto Wout van Aert dev'essere qualcosa di terribile a livello di stress - tutte le luci addosso, il pubblico scatenato, it's coming home -, però era lecito attendersi qualcosa di più. La passività con Evenepoel davanti possiamo anche capirla, ma nella seconda parte di gara ha sempre corso ad inseguire. Non ha mai dato la sensazione di controllare la corsa e l'ha pagata. Troppa pressione anche per lui.
‘I have never seen him go on the attack!’ – Blythe on Van Aert after road race travails

Marc Hirschi... 3: delusione

La sua stagione riassunta in una prova.

Spagna... 1: voi li avete visti?

Ok che non è più la Spagna dei primi anni '00 o dei primi anni '10, però non hanno mai dato dei segni di vita. Sottotono, sotto ritmo e dritti dietro la lavagna. Devono ricostruire dalle basi perché la Generación dorada è finita da un po'.
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