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Nel nome del padre, Gianmarco ricorda Franco Ballerini: "Il suo esempio è la mia guida"

Giulia Cicchinè

Pubblicato 02/02/2018 alle 11:32 GMT+1

Per la prima volta da quel tragico 7 febbraio 2010, Gianmarco Ballerini parla ai microfoni della Gazzetta dello Sport del babbo Franco. Ricorda aneddoti e vicende dell'amato CT azzurro scomparso 8 anni fa in un rally.

Parigi-Roubaix Franco Ballerini

Credit Foto Eurosport

Ha legato indissolubilmente il suo nome alla Roubaix, vincendola nel 1995 e nel 1998, Franco Ballerini, uno dei talenti più puri del ciclismo azzurro. Azzurro, come la maglia che ha guidato in quattro imprese mondiali e in una storica Olimpiade con Paolo Bettini. Un talento che troppo presto è stato strappato alla vita e al ciclismo.
Franco Ballerini se n’è andato 8 anni fa, il 7 febbraio 2010 e oggi, per la prima volta, il figlio Gianmarco racconta qualche aneddoto del suo babbo ai microfoni della Gazzetta dello Sport.
Capitava si andasse a pedalare insieme, e lui mi sembrava un supereroe, mentre pedalava così facilmente accanto a me. Ancora adesso è il mio eroe
Nel 2008 Gianmarco aveva 16 anni, oggi 24 e ricorda ancora con commozione quel tragico 2010 quando, spensierato, era a La Spezia, per una partita della Lucchese. Così racconta alla Gazzetta dello Sport:
Al quarto d’ora del secondo tempo mi sostituiscono. Scelta dell’allenatore, penso. Vado nello spogliatoio, prendo il telefono e lo trovo spento. Ma io non lo avevo spento. Lo riaccendo e mi arrivano una sfilza di condoglianze. Faccio la doccia tranquillo poi vado da mio nonno – padre della madre – e gli chiedo spiegazioni. Uno shock
Nesuno può immaginare e nemmeno spiegare un dolore del genere, arrivato soprattutto all’età di 16 anni con un futuro da costruire e un vuoto enorme da colmare e da far colmare. A Matteo, fratello più piccolo di Gianmarco e a mamma Sabrina, donna non forte, fortissima che si è rimboccata le mani facendo leva sulla potenza dell’amore e della famiglia.
Ed è lì, in famiglia, che si trova un senso anche alle cose che apparentemente ne sembrano prive.
Perché Franco Ballerini un segno l’ha lasciato, non solo come ciclista o CT amatissimo della nazionale, ma anche come uomo, marito e padre di due giovani campioni di vita.
Babbo mi diceva di essere umile. La disponibilità nei confronti di tutti. Non essere superbi o arroganti solo perché di cognome ti chiami Ballerini. Il suo esempio è la mia guida
Ed è anche la nostra. Merci, Franco.
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