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Rebellin sotto inchiesta

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Pubblicato 30/04/2009 alle 23:34 GMT+2

La posizione dell'argento di Pechino è sempre più in discussione: nelle ultime ore è stato divulgata una pellicola compromettente, mentre è stata perquisita la casa della suocera

Si è sempre detto "pulito", identificando i suoi successi come simbolo del ciclismo che lotta contro il doping. La positività riscontrata alle Olimpiadi di Pechino, ma emersa solo nella prima serata di martedì, ha invece minato la sua immagini di corridore. Davide Rebellin non sarà di certo l"ultimo corridore trovato "dopato", ma la sua positività fa ancora più male.
Fa male perchè in lui, che aveva tenuto in piedi il ciclismo italiano nelle Classiche del Nord, erano riposte le speranze di tutte quelle persone che credono, e che forse non credono più, che il ciclismo possa essere uno sport pulito. Eppure Rebellin è lo stesso corridore che, come mostra un filmato concesso dalla Guardia di Finanza, nel 2001 era seguito da uno dei medici più chiacchierati di quel periodo, Enrico Lazzaro, condannato nel febbraio scorso dal tribunale di Venezia a 14 mesi con la condizionale proprio per gli esiti di quell'indagine.
Nei filmati divulgati nelle ultime ore, il tono dei discorsi lascia pochi dubbi: Rebellin si occupa anche di farmaci vietati, Epo, testosterone e ganadoreline. E l'atteggiamento del dott. Lazzaro è molto, molto accondiscendente. Il corridore veneto è sempre accompagnato dalla moglie Celina che, in un determinato frangente, prende anche in consegna due scatole di "farmaci" da Lazzaro e poi nasconde una fiala nella custodia di pelle dell'agenda.
Gli inquirenti hanno a lungo sospettato che si trattasse di Kriptocur, uno stimolante per aumentare la produzione di testosterone, l'ormone della forza e del recupero. Per dovere di cronaca, ricordiamo che Rebellin per queste accuse fu completamente assolto dal processo penale perchè i filmati che lo accusavano non sono presentati per via di un vizio di forma.
Intanto, gli uomini della Guardia di finanza di Padova hanno effettuato una serie di perquisizioni domiciliari nell'ambito dell'inchiesta, aperta oggi dalla Procura del capoluogo euganeo, sul presunto uso di sostanze dopanti da parte del ciclista veneto. Da quanto si apprende, le perquisizioni, disposte dal pubblico ministero Benedetto Roberti, riguardano la casa dei suoceri del ciclista, a Galliera Veneta (Padova), e lo studio del medico Enrico Lazzaro, a Montegrotto Terme (Padova). Si aprono scenari nuovi? Forse sì, forse no. Di certo non si tratta di notizie piacevoli.
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