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Parigi-Roubaix Sonny Colbrelli: "Roubaix come la Champions League, Juventus ora tocca a te"

Paolo Pegoraro

Aggiornato 05/10/2021 alle 09:40 GMT+2

PARIGI-ROUIBAX - Le emozioni del day after del vincitore della Parigi-Roubaix 2021 Sonny Colbrelli, autore di un'impresa ormai già passata agli annali del ciclismo e dello sport tout court.

Sonny Colbrelli

Credit Foto Getty Images

Calato il sipario sull’epica edizione 2021 della Parigi-Roubaix per il vincitore Sonny Colbrelli è tempo di realizzare l’impresa e godersi il meritatissimo momento di gloria. Dopo i 39 secondi posti e una miriade di piazzamenti il “Cobra” ha innestato le marce alte questa stagione e, grazie anche al sontuoso lavoro di squadra della Bahrain Victorious, ha finalmente raccolto quanto seminato in precedenza nella sua carriera. Ecco le sue emozioni del “day after” raccolte dal Corriere dello Sport:

Le emozioni

“Sono finito in un vortice, ho centinaia di messaggi a cui spero di riuscire a rispondere presto. Continua a scorrermi in testa tutto il film della corsa. La notte dopo il successo non sono riuscito a chiudere occhio. Con i compagni di squadra abbiamo festeggiato, ma una volta a letto ho continuato a ripensare alla gara. Mi giravo e mi rigiravo. L’emozione è stata davvero troppo forte”

Sognando il Fiandre, è arrivata la Roubaix!

“In realtà tra le classiche monumento io ho sempre sognato il Fiandre, ma è arrivato questo successo indescrivibile e mi sento la persona più felice del mondo. Lo slittamento ad autunno forse era un segno del destino perché io in genere ad aprile ho sempre puntato all’Amstel Gold Race, scartando la Roubaix per questioni di calendario. Però un giorno avrei voluto cimentarmi, l’ho fatto ed è finita così”
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Il momento della consapevolezza

“Staccato Moscon siamo rimasti in tre e ho iniziato a riflettere che già il podio al debutto sarebbe stato un successo. Ero molto sereno e allo stesso tempo concentrato. Poi ho passato indenne il Carrefour de l’Arbre, l’ultimo vero tratto di pavé, e l’idea di poter lottare per la vittoria si è fatta concreta. Dopo una giornata del genere, con tutti quei chilometri, può succedere di tutto e non sei più sicuro di nulla”

Le terribili pietre

“Le pietre non mi hanno mai spaventato, ho rischiato di scivolare in qualche occasione perché sembrava di essere su una lastra ghiacciata. Devo dire che la fortuna mi ha assistito. Sui tratti di pavé mi sono lanciato, a volte anche senza pensarci troppo. Forse il fatto di essere al debutto mi ha tolto pressione, non mi ha fatto pensare più di tanto anche se sulla testa ultimamente ho lavorato tanto con un mental coach”
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Lo spauracchio Van der Poel

”Van der Poel era assolutamente il mio riferimento. Le gambe stavano bene quindi ero deciso a seguirlo ovunque, a non mollarlo un attimo, perché sulla carta lui è un campione da paura. Quanto a Vermeersch, era una vera incognita ma spero non sia troppo dispiaciuto. Ha dieci anni meno di me, potrà sicuramente rifarsi un’altra volta

E ora?

“Ho bisogno di staccare e rimanere con la mia famiglia, ma prima c’è da chiudere la stagione. Giovedì sarò al Gran Piemonte, una gara che ho già vinto tre anni fa. Poi Coppa Agostoni e chiusura in Veneto a metà ottobre”.
Uomo del momento, Colbrelli - i cui obiettivi per la stagione 2022 si chiameranno Sanremo e Fiandre - si è concesso anche ai microfoni della Gazzetta dello Sport dove abbondano le note di colore, a cominciare dalle calorie bruciate in gara e all’inevitabile maniera per recuperarle:
“Quasi 7.000 calorie, avrò perso un paio di chili, alla sera mi sono concesso due hamburger e tre birra. Una sera, l’albergo ci ha servito per cena due uova sode per antipasto, 40 grammi di riso e una striscia di salmone come piatto principale. Così siamo saliti in camera e per riempire la pancia abbiamo mangiato tutti i cereali che avevamo con il latte. Un’altra sera, invece, pizza come antipasto e pasta, carbonara e ragù”
"Bicicletta e materiale tecnico (maglietta, pantaloncini, casco, scarpe) non passeranno mai dalla lavatrice: “Compro una teca di plexiglass e metto tutto esposto nel salotto di casa, al naturale. Non lavo nulla”

Roubaix-Juve

“Quando stavo per addormentarmi, ho rivisto le immagini dell’arrivo e mi è risalita l’adrenalina. Se la Roubaix equivale alla Champions League nel calcio, allora spero che per la mia Juve sia arrivato il tempo di vincerla visto che manca dal 1996. Non sono mai stato allo Stadium, spero di poterci andare e di conoscere Bonucci, che ammiro per il suo carattere. Questa Roubaix l’ho affrontata con la testa libera, volevo divertirmi e ho finito per alzare la bicicletta in segno di trionfo come aveva fatto Ganna a Tokyo”
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