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Peter Sagan a Eurosport: "Mi mancherà la strada ma torno in mountain bike, punto alle Olimpiadi Parigi 2024"

Giulia Cicchinè

Pubblicato 28/03/2023 alle 08:51 GMT+2

CICLISMO - È stato uno dei personaggi del ciclismo moderno, Peter Sagan appenderà la bici (da strada) al chiodo alla fine di questa stagione. Lo Slovacco, tre volte campione del mondo, si dedicherà alla Mountain Bike prima di chiudere definitivamente con l’obiettivo di Parigi 2024. A Eurosport ripercorre la carriera, dai primi colpi di pedale fino all’ultimo anno in sella.

Sagan: "Da piccolo vincevo sempre in mountain bike, l’impennata nasce da lì”

Uno dei personaggi del gruppo, nel modo più genuino in cui si possa intendere il termine personaggio. Peter Sagan classe 1990, per tutti è Hulk, per quelle 7 maglie verdi conquistate sulle strade del Tour de France e per quelle esultanze in cui mostrava i muscoli come eroe della Marvel. È stato 3 volte campione del mondo su strada: Richmond 2015, Doha 2016 e Bergen 2017, impresa mai riuscita a nessuno, impresa che quindi l’ha portato nell’Olimpo del ciclismo che conta, tra i più grandi.
Nel 2023 Peter Sagan saluta la strada, ma attenzione… non il ciclismo, perché si dedicherà alla sua grande passione, la Mountain Bike, verso Parigi 2024. Forse perché la strada è più “lavoro” e lo sterrato, per Sagan, è il ritorno alle origini. Dopo tutto, com’è che si dice: “Si torna dove si è stati bene”.
Da juniores riuscivo ad alternare strada e MTB poi ho dovuto decidere. Quando la Liquigas mi ha proposto di diventare professionista in strada, ho accettato subito. All’ epoca era anche facile prendersi la responsabilità, perché il ciclismo su strada era il massimo. Mi sono detto: se va male in strada, posso sempre tornare alla MTB. Ho fatto la scelta giusta, ma la MTB è sempre stata la mia passione. Bisogna anche godere del proprio lavoro. Il mio sogno è partecipare alle Olimpiadi di Parigi 2024 nella MTB: sarà una sfida
Così Sagan si racconta a Eurosport in un’intervista esclusiva rilasciata ai nostri microfoni in cui parla proprio del suo passato da biker e non, una storia che gli ha permesso, come dicevamo, di diventare anche personaggio su strada per il modo di porsi, per il modo di vincere e per il modo di… esultare!
Peter Sagan si racconta a Eurosport
“Ho sempre vinto da quando avevo 9 anni, l'impennata era il mio modo di festeggiare. È stata l’esultanza che mi ha accompagnato per tutta la vita. Mentre le altre sono nate per scherzo con gli altri ragazzi, che mi chiedevano di fare determinate esultanze quando vincevo. Facevamo delle scommesse, mi dicevano: questa non ci riuscirai perché è troppo ignorante, allora mi divertivo a farle”.
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Sagan: "Da piccolo vincevo sempre in mountain bike, l’impennata nasce da lì”

La bellezza del ciclismo

Questo sarà l’ultimo anno di Peter Sagan su strada e di certo lui mancherà sulle strade delle Grandi Corse a tappe e non solo. Ma a lui cosa mancherà del ciclismo, del suo ciclismo?
“Mi mancherà il gruppo della squadra, non quello in corsa. Spesso siamo in ritiro per settimane e ci spostiamo, ma farlo con il gruppo di amici è bello. Finché sarà così, nonostante i tanti giorni lontano da casa, saranno momenti belli. Scherziamo, ridiamo, facciamo tante cose insieme. Momenti piacevoli. Forse quella sarà l’unica cosa che mi mancherà: viaggiare e stare insieme alla squadra”
Peter Sagan si racconta a Eurosport

Esempio per i giovani

Peter Sagan si è affacciato al ciclismo professionistico comunque molto giovane, quando è arrivata l’occasione delle vita con l’allora Liquigas. Lui è stato uno dei più precoci, se consideriamo che il passaggio tra i pro è arrivato nel 2010 e oggi, 13 anni dopo, Sagan può anche considerarsi ed essere considerato un esempio da seguire per i più giovani. Lui che ha fatto della multidisciplinarietà un plus quando ancora questo modus operandi non era così contemplato nel ciclismo che conta
“Un giovane deve fare quello che gli piace. Se ama la strada, deve continuare lì. Se vuole fare MTB, la strada può diventare uno strumento, un allenamento. Però dopo dovrebbe concentrarsi sulla MTB, perché quando sei giovane sviluppi la tecnica, l’equilibrio, la potenza e la velocità. Da piccolo è più importante fare pista, MTB o BMX rispetto alla strada. La strada è quasi solo watt e performance, mentre le abilità tecniche le sviluppi nelle altre discipline”
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