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Ciclismo, bentornato: la Strade Bianche inaugura la ripresa tra polvere, tradizione e fascino

Marco Castro

Pubblicato 31/07/2020 alle 17:29 GMT+2

Sabato 1° agosto, Siena e i suoi sobborghi saranno teatro della prima grande corsa di un giorno post lockdown. Una Classica moderna, unica, dove il pedale incontra la tradizione dei pionieri in scenari da cartolina. Alaphilippe mette in palio il titolo del 2019, con una folta schiera di pretendenti pronti a bussare alla sua porta.

Strade Bianche 2019 | Cycling | ESP Player Feature

Credit Foto Getty Images

Non ce ne voglia la Vuelta a Burgos, dove Remco Evenepoel sta già furoreggiando: la ripresa simbolica del ciclismo post lockdown ha il profumo della campagna toscana e il profilo esigente degli sterrati senesi, dove sabato 1° agosto si disputa la Strade Bianche. Una Classica moderna che è già mitica, come i suoi percorsi dove sbuffavano i pionieri del pedale. E poco importa se non sarà l’imprevedibile marzo ma il torrido agosto a battezzarla: lo spettacolo sarà comunque pirotecnico.
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Julian Alaphilippe alla Strade Bianche 2019

Credit Foto Getty Images

Corsa da duri, la Strade Bianche, come le cugine del Nord. Sono passati appena tredici anni dal suo debutto, quando vinceva il russo Kolobnev e la gara si chiamava ancora Monte Paschi Eroica. Eppure sembra si disputi da sempre, tanto sono cresciuti il suo nome e la poetica che la circonda. Facile con uno scenario così, ancor di più per merito dei cacciatori di Classiche che se ne sono perdutamente innamorati. Come Fabian Cancellara, primo tre volte e dunque meritevole di un tratto di sterrato a lui intitolato (il Monte Sante Marie). La Strade Bianche è il Ciclismo, perché qui ne si respira l’essenza originale, quella più pura. Una corsa che sembra democratica, perché fa gola a corridori di lignaggi molto diversi. Ma che si rivela tiranna quando la si assapora di persona.
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Il 1° di agosto si riparte con le Strade Bianche: nel 2017 l'assolo di Kwiatkowski a Siena

Albo d’oro recente

2019Julian ALAPHILIPPE
2018Tiesj BENOOT
2017Michal KWIATKOWSKI
2016Fabian CANCELLARA
2015 Zdenek STYBAR
2014Michal KWIATKOWSKI
2013Moreno MOSER
2012Fabian CANCELLARA
Da Siena a Siena, in mezzo 184 km di bagarre. Il percorso di quest’edizione non è cambiato dopo lo spostamento di data, a differenza di altre corse. Previsti 11 settori sterrati per un totale di 63 km tra pietre e polvere. Si parte col Vidritta e si chiude con Le Tolfe, che a 12 km dal traguardo e con le sue minacciose pendenze vicine al 20% può anche decidere la corsa. Ma se gli sterrati sono simbolo e cuore pulsante della Strade Bianche, non sono certo le uniche difficoltà. Curve e strettoie, strappi e discese infide costellano il percorso. Una sinfonia incalzante con un finale che non sfigura affatto rispetto al resto della gara. Siena riabbraccia la corsa con le sue tremende erte: via Esterna di Fontebranda (pendenze del 9%) è il preludio, poi, a 900 metri dal traguardo, ecco il lastricato di via Santa Caterina che raggiunge punte del 16%. L’ultima stilettata prima dell’epilogo, in leggera discesa, nella magnifica piazza del Campo.

I settori in sterrato

  • Vidritta (2,1 km) dal km 17.6 al km 19.7
  • Bagnaia (5,8 km), dal km 25 al km 30.8
  • Radi (4,4 km) dal km 36.9 al km 41.3
  • La Piana (5,5 km), dal km 47.6 al km 53.1
  • Lucignano d’Asso (11,9 km) dal km 75.8 al km 87.7
  • Pieve a Salti (8 km) dal km 88.7 al km 96.7
  • San Martino in Grania (9,5 km) dal km 111.7 al km 121.2
  • Monte Sante Marie (11.5km ) dal km 130 al km 141.5
  • Monteaperti (0,8 km) dal km 160 al km 160.8
  • Colle Pinzuto (2,4 km) dal km 164.6 al km 167
  • Le Tolfe (1,1 km) dal km 171 al km 172.1
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Uno scorcio senese della Strade Bianche 2019, la classica giunta alla 13a edizione con 63 chilometri di sterrato divisi in 11 settori

Credit Foto Getty Images

L’ultima volta fu gloria per Julian Alaphilippe, che sfiancò Jakob Fuglsang in odor di traguardo nel primo capitolo dei loro duelli primaverili. Il moschettiere andrà a caccia del bis con credenziali e il danese proverà a vendicarsi, ma l’uomo più chiacchierato è un debuttante: quel satanasso di Mathieu van der Poel, mai visto a queste latitudini ma le cui doti si sposano a meraviglia con il percorso. Ma la lista dei pretendenti è folta e di qualità. Da Wout van Aert, terzo nelle ultime due edizioni, a classicisti come Peter Sagan e Greg van Avermaet, che questa corsa l’hanno sfiorata un paio di volte a testa. Ma anche ex signori della corsa come Michal Kwiatkowski, Zdenek Stybar e Tiesj Benoot, vecchie volpi come Alejandro Valverde e Philippe Gilbert e qualche buona carta anche per noi. Alberto Bettiol, per dirne uno, ma anche il tandem UAE Davide Formolo-Diego Ulissi. E per finire Vincenzo Nibali, mai da escludere dalla contesa quando prende il via. Che dire, bentornato ciclismo.
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