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Ciclismo, Dumoulin: "All'Amstel Gold Race ho ritrovato il fuoco, Tokyo era un sogno. Per questo sono tornato"

Luca Stamerra

Pubblicato 19/05/2021 alle 02:01 GMT+2

OLIMPIADI TOKYO - Ci sarà anche Tom Dumoulin alle Olimpiadi di Tokyo 2020, per rappresentare i Paesi Bassi sia nella prova in linea che nella prova a cronometro. L'olandese ha spiegato il perché del suo stop a fine gennaio e perché ha ripreso proprio ora. L'essere alle Olimpiadi è stata una motivazione importante, ma ha sentito nuove sensazioni positive alla vista dei colleghi durante l'Amstel.

Primoz Roglic e Tom Dumoulin, Team Jumbo Visma

Credit Foto Getty Images

Tom Dumoulin è tornato. Qualche giorno fa la notizia della convocazione della Jumbo Visma, che ha selezionato l'olandese per il Tour de Suisse (dal 6 al 13 giugno), adesso la chiamata del ct dei Paesi Bassi. Dumoulin, infatti, rappresenterà il suo Paese ai Giochi Olimpici di Tokyo. Sia per la prova in linea che per la prova a cronometro, dove cerca una medaglia dopo l'argento di Rio. E dire che l'olandese si era preso una pausa di riflessione dal mondo del ciclismo nel gennaio scorso, dopo il primo camp con la Jumbo. Per molti quello sembrava essere un addio, visto che Dumoulin non riusciva più a vincere un Grande Giro (vinse il Giro nel 2017, poi fece 2° sia al Giro 2018 che al Tour 2018). Invece è rientrato e con grandi motivazioni, con la speranza di fare qualcosa di importante.

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Avevo perso la voglia

Negli ultimi anni avevo progressivamente perso di vista quello che mi piaceva e quello che volevo. Sono successe talmente tante cose a cui ancora non avevo dato un posto. La vita da atleta di punta scorre a tutta velocità. Ha iniziato a spremermi così tanto da sentirmi male fisicamente e stanco. Non andavo più bene e mi divertivo poco in bicicletta. Non sapevo da dove venisse. Questo è il motivo per cui ho deciso di fermarmi per un po’ alla fine di gennaio. [Dumoulin al quotidiano Wielerflits]

Non toccavo più la bicicletta

All’inizio mi sono riposato molto. Facevo lunghe passeggiate con il cane, lavoravo in giardino, camminavo molto con amici e conoscenti. Tante chiacchiere, non necessariamente con l’obiettivo di trovare una soluzione. Nel primo periodo non ho più toccato la bicicletta, ma dopo poche settimane ho ricominciato ad averne voglia e pian piano ha iniziato a piacermi di più

All'Amstel Gold Race ho sentito il fuoco

All’Amstel Gold Race ho davvero ricominciato a sentire il prurito, ho sentito il fuoco. Ho pensato che fosse davvero bello lì e ho scoperto che pensavo che il ciclismo professionistico fosse un mondo molto bello. Pochi giorni dopo l’Amstel ho avuto una conversazione esplorativa con il team manager Richard Plugge. Gli ho spiegato che le Olimpiadi erano ancora nella mia mente
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Le Olimpiadi erano un mio sogno

Ho chiamato anche il ct Koos Moerenhout che mi ha detto ‘la porta è ancora aperta, ma la selezione si sta per chiudere’ . Questo è stato il motivo per cui ho iniziato a fare sul serio. Poi ho preso rapidamente la decisione di provarci. Mi piace ancora andare in bicicletta, vado ancora veloce e ho i Giochi Olimpici in un angolo della mia mente, come un sogno, ormai da cinque anni. Queste tre cose mi hanno convinto a tornare. Poi mi sono seduto con Richard Plugge, Merijn Zeeman e Mathieu Heijboer. Abbiamo deciso in fretta e ho deciso di tornare
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