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La web-difesa di Landis

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Pubblicato 11/10/2006 alle 18:11 GMT+2

Il vincitore del Tour de France Floyd Landis, poi risultato positivo, ha deciso di pubblicare su internet il proprio memoriale difensivo, circa 300 pagine di documentazione.

Incoronato sui Campi Elisi vincitore dell’ultimo Tour de France, domenica 23 luglio, Floyd Landis ha avuto soli 4 giorni per godersi la gioia della vittoria. In data 27 luglio emerge infatti la notizia che il corridore è risultato positivo al controllo effettuato al termine della 17ma tappa, vinta da Landis con un’impresa di altri tempi. In data 5 agosto arriva la conferma, via controanalisi, della suddetta positività, causata da un livello eccessivo di testosterone. Da quel giorno l’organizzazione del Tour de France ha più volte ripetuto di non considerare più Landis il vincitore del Tour, in attesa che i tempi burocratici del caso ne decretino la lunga squalifica e la sparizione dall’Albo d’Oro del Tour.
Landis però, si è sempre professato innocente, un innocenza che ha sventolato ai quattro venti, tra ospitate televisive e dichiarazioni al vetriolo rese a tanti organi di stampa. Dopo essersi operata a quell'anca già malandata da tempo, un intervento che obbligherà il corridore a 6-7 mesi di stop, Landis ha ripreso la propria battaglia, diciamo che ha fatto ricorso da una nuova arma difensiva, ovvero internet, nella propria pagina web.
Il memoriale difensivo di Landis, con tanto di slideshow fotografico e almeno 300 pagine di documentazione, è infatti disponibile e visibile a tutti sul sito ufficiale del corridore. Il corridore contesta in primis la regolarità del controllo spiegando che le competenti autorità non avrebbero seguito il necessario rigido protocollo, dunque il loro operato non può essere considerato attendibile. Il corridore contesta pure direttamente la positività al testosterone, spiegando che è emersa in uno solo dei 4 campioni necessari per il test specifico del caso, che mette in rapporto testosterone ed epitetosterone. Per parlare di positività al suddetto test, tutti e 4 i campioni analizzati dovrebbero invece presentare valori enormi. Landis parla cioè di un errore evidente, che però l'Agenzia Statunitense Antidoping rifiuta di considerare tale.
Alla luce degli ultimi sviluppi della vicenda Operacion Puerto, destinata a concludersi nel nulla di fatto e dunque a screditare la tesi accusatoria sempre sostenuta dalla UCI contro i corridori coinvolti, la difesa web di Landis merita di essere letta con attenzione, e qualche dubbio sull'effettiva correttezza dell'operato dell'antidoping al Tour è anche lecito averlo.
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