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Fausto Coppi e quel Tour de France indimenticabile: merito anche di Bartali

Fabio Disingrini

Aggiornato 04/07/2018 alle 07:57 GMT+2

Correva l'anno 1952 quando, il 17 luglio, il Campionissimo vinse a Puy-de-Dôme la sua nona e ultima tappa al Tour de France dominando quell'edizione della Grande Boucle. Una corsa indimenticabile per il ciclismo nostrano e merito anche di una foto, anzi della foto destinata a diventare il simbolo di un secolo di sport italiano: parliamo dello "scambio di borraccia" fra Coppi e Bartali naturalmente

Gino Bartali et Fasuto Coppi.

Credit Foto AFP

Il 17 luglio 1952, Fausto Coppi vince l'ultima delle sue 9 tappe al Tour de France. Tre volte a braccia alzate nel 1949, una nel 1951 a Briançon, cinque nel 1952, dominando un Tour con 28 minuti di vantaggio sul secondo, il belga Stan Ockers. A cronometro, sull'Alpe d'Huez, a Sestriere, a Pau e a Puy-de-Dôme, l'ultima volta 63 anni fa come oggi. Era l'anno del bis Giro-Tour dopo il 1949, era la Grande Boucle della foto destinata a diventare una bellissima leggenda: in concorso di merito fra Coppi e Bartali, lo “scambio di borraccia” che non finiremo mai di raccontare.
4 luglio 1952, tappa Losanna-Alpe d'Huez: sul passo del Galibier Fausto Coppi e Gino Bartali si passarono quella che in realtà era una bottiglia d'acqua (probabilmente Perrier) e non una borraccia e lo scambio fu immortalato da Carlo Martini, fotografo della Omega Fotocronache., in uno degli scatti più famosi del secolo. Pubblicata il 10 luglio su “Sport Illustrato” per completare la pagina di un articolo di Guido Giardini, l'immagine aveva questa didascalia: “Dove sono le diatribe di Milano, dove sono le polemiche prima (e dopo) Recanati? Ecco Coppi e Bartali, i due grandi atleti della squadra italiana, si scambiano le bottiglie dell’acqua. Siamo sulla strada che conduce al Galibier. Tra poco Coppi sferrerà il suo attacco”.
Un'altra foto però fu preferita sul quel numero di “Sport Illustrato”, a pagina intera, per elogiare la coralità della squadra italiana al Tour: un'immagine che ritrae Coppi dopo una foratura, Magni a passargli la ruota e Binda, sullo sfondo, mentre strappa il tubolare bucato dal cerchione. Nel mentre, un tifoso a torso nudo riempie d'acqua la borraccia di Fausto. Come vuole ogni storia mitica, il simbolo dello “scambio di borraccia” fu così minimizzato per qualche tempo finché la foto non riapparse nel 1956, debitamente colorata, come copertina del primo numero dell'anno di “Sport illustrato”. Presto ci si chiese chi dei due passò la borraccia, pardon la bottiglia all'altro, ma né Fausto, scomparso pochi anni dopo, né Ginettaccio fra risate e mezze verità, né Martini (morto nel 1968, vent'anni dopo gli fu assegnato postumo il Premio Fotocronista Sportivo dell’anno) vollero mai chiarire quel bel mistero.
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Papa Pio XII riceve in Vaticano Gino Bartali, Fausto Coppi e Costante Girardengo il 19 aprile 1950

Credit Foto Imago

Tarcisio Vergani, ai tempi massaggiatore di Bartali, disse per primo che la borraccia era di Gino, che nella foto ha ancora tutti i contenitori nei portaborracce (telaio e manubrio) al contrario di Fausto. Fu Il Cinese però - Luigi Malabrocca, gregario di Coppi, vinse per due anni consecutivi la maglia nera al Giro d'Italia - a replicare in un'intervista con la confessione di Fausto: "Ero io il benefattore!". Così, ci provò la RAI a svelare la verità mostrando un filmato in cui si vedono, su una salita sterrata, Coppi in maglia gialla e Bartali vestito tricolore dopo aver vinto i Campionati italiani. Non può che essere il Tour de France del1952 e si vede Bartali passare una bottiglia a Coppi: il Campionissimo beve, si defila e lancia il contenitore oltre la carreggiata. Caso risolto? No perché nella foto Coppi ha ha le due gabbiette portaborracce vuote, mentre nel filmato ha la borraccia sull'obliquo del telaio.
Infine, le rivelazioni di Vito Liverani, fotografo sportivo e poi proprietario dell'agenzia Omega Fotocronache (gestisce i diritti dell'immagine per conto della moglie di Carlo Martini) e del giornalista “enciclopedia” Gianpaolo Ormezzano. Per Liverani, “C’è poco di misterioso perché quella foto è stata creata: Martini si mise d’accordo coi due corridori e col direttore di gara per scattarla, diede una bottiglia a un suo amico e gli disse di dargliela quando passavano. A quei tempi noi fotografi ci tenevamo molto ad avere immagini diverse da tutte le altre. E’una foto creativa, bellissima, un’immagine che vorrei avere scattato io. Oggi una foto del genere sarebbe impossibile”.
Ormezzano: “Questa foto in realtà venne per così dire costruita a tavolino perché quella scena era già accaduta durante la tappa precedente. Solo che nessuno l'aveva ripresa. All'epoca non era come oggi, non c'erano mille telecamere, riprese, fotografie, moviole varie. Così, quel fotogramma in realtà era sfuggito a tutti. Così, un cineoperatore, Chiaradia si chiamava, propose a Bartali e Coppi di rifarla il giorno dopo. Gino e Fausto furono d'accordo e il giorno dopo ripeterono il passaggio di quella che è stata sempre considerata una borraccia, ma che in realtà è una bottiglia...E comunque, fu Bartali a passare la bottiglia a Coppi e non viceversa".
E ancora Liverani: "Certo che lo so chi ha passato la bottiglia, ma non ho intenzione di dirvelo. Basta avere il numero di "Un anno di sport" del 1952, costava 100 lire e aveva 100 notizie per cento pagine. Il l'ho preso a un mercatino tanti anni fa. Un segreto che non è un segreto. Nella didascalia della foto di copertina il mistero è svelato. Sfortunatamente sono rimaste pochissime copie. Ma io non voglio rompere questo silenzio".
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