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Tour Review: da Froome a Sagan, tutti i protagonisti della seconda settimana

Fabio Disingrini

Aggiornato 21/07/2015 alle 16:56 GMT+2

Il Rest Day è la migliore occasione per un riepilogo di quanto avvenuto fin qui sulle strade della Grande Boucle: dalla salita monstre di Chris Froome alla crisi pirenaica di Vincenzo Nibali, dalle ambizioni alpine di Quintana e Contador al bis di Purito Rodriguez. Infine, la maledizione di uno straordinario Sagan, la grandezza in volata di Greipel e le polveri bagnate dei signori delle Classiche

Tour de France 2015: Alberto Contador, Alejandro Valverde, Chris Froome

Credit Foto AFP

THE FROOME SUPREMACY E UN DEJA-VU DI SETTEMILA METRI
Gli è bastata una salita, la prima pirenaica Hors Catégorie, per sgretolare gli avversari e chiudere credibilmente il Tour alla maniera del Mont-Ventoux (2013). Settemila metri di sentenza in cui, nel giorno della Presa della Bastiglia, si fa invece la restaurazione: è la grandezza della maglia gialla di Christopher Froome, che scala Pierre-Saint-Martin in assolo e poi, nelle tappe seguenti, non cede mai luce ai suoi rivali spegnendo sul nascere, e di persona, i primi fuochi della rivolta. Così, l'unica paglia calda l'ha concessa ieri, in discesa, a Vincenzo Nibali che ahinoi non è più un suo avversario diretto, ma ancora un defending champion da omaggiare sulle strade di Francia.
CONTADOR, QUINTANA E SEI ALPI IN CERCA D'AUTORE

Il Col d'Allos, il Col du Glandon, il Col du Chaussy, la Croix de Fer (due volte per la frana del Galibier), l'Alpe d'Huez: 6 salite alpine che potrebbero riportare Alberto Contador e Nairo Quintana sotto i riflettori. Certo che fin qui il Campéon non s'è mai visto mentre il colombiano, quando ha provato ad attaccare Froome, s'è preso uno sprint in faccia dalla Jaune sul traguardo di Mende. Così, le poste in gioco saranno il podio di Parigi per Contador a scapito di van Garderen o Valverde, e un bel successo di tappa per Quintana, che è ancora in età da maglia bianca, magari sulla mitica Alpe d'Huez, . Rien ne va plus, fateci divertire.
NIBALI DE RICHESSE A LA MISERE: UN ANNO DOPO TUTTO É CAMBIATO
Crolla sui Pireneri e il suo Tour de France, già precario nella prima settimana fra ventagli e cadute, somiglia sempre più a un calvario. Dodici mesi fa, nel Bastille Day, Nibali si prendeva tutto, tappa e maglia, scalando in solitaria La Planche des Belles Filles. Un anno dopo, Vincenzo si stacca dal gruppo giallo su due traguardi pirenaici consecutivi, i distacchi sono severi e le forature non si contano più. E allora è proprio tutto cambiato.

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Vincenzo Nibali sulle strade del Tour de France 2015

Credit Foto Panoramic


SAGAN CUORE VERDE, FUGHE E (TANTI) PIAZZAMENTI
Già enfant prodige del ciclismo mondiale, Peter Sagan ha infiammato tali aspettative da gelare, oggi che ha 25 anni, tifosi e addetti per un successo francese che gli manca dal 2013: dalla settima tappa del Tour del centenario infatti, lo slovacco s’è piazzato 23 volte fra i primi 5 dell’ordine d’arrivo. Sedici volte secondo (5 in questa edizione, beffato questa settimana da Van Avermaet e Ruben Plaza), 7 volte terzo, Sagan perde sia in volata sia da finisseur, però ha un cuore grande così, spettacolare (ieri) in discesa, ardimentoso in salita per 3 giorni di fuga ininterrotta. E quest’anno, a Parigi, le sue maglie verdi consecutive potrebbero diventare 4, a meno due dal primato di Erik Zabel. E a prescindere dalla classifica a punti, mica ci sentiamo di biasimarlo per una maledizione chiamata piazzamento.
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Tour de France 2015, Peter Sagan premiato sul podio della 14a tappa col numero rosso del "Combattivo" di giornata

Credit Foto Imago

“UBI MINOR”: IL BORSINO DELL’ITALIA AL TOUR
Partiti in 16 da Utrecht,gli italiani al Tour de France restano in 13 dopo i ritiri forzati di Luca Paolini (espulso) Ivan Basso (tumore al testicolo già operato, #ForzaIvan) e Daniele Bennati per una caduta innescata da Sepulveda. Bene il “terzetto tricolore” della BMC Oss/Caruso/Quinziato; l’inossidabile Matteo Tosatto, il corridore più “vecchio” di questo Tour, al servizio di Contador a 41 anni; Matteo Trentin sul pavé e nelle “fughe di transizione”, Adriano Malori ottavo a cronometro e Davide Cimolai per 4 giorni nella top-ten dei traguardi veloci. La migliore notizia per l’Italia è infine arrivata ieri dall’arrivo di Gap dove Ruben Plaza ha regalato alla Lampre Merida, unica squadra italiana partecipante e ormai priva del suo capitano (Rui Costa), il primo successo in questo Tour.
BIS DI PURITO, TRIS DI GREIPEL: I PLURIVINCITORI DI TAPPA
Fuori classifica, Joaquim Rodriguez replica il trionfo del Mur de Huy all'arrivo di Plateau de Beille e stavolta è un successo inedito, per uno scattista puro come Purito, su una della salite più lunghe e regolari della Grande Boucle. Bravo Rodriguez, che indossa la maglia a pois per procura di Froome, bravissimo Andre Greipel, l'uomo più veloce di questo Tour. Dalla Zelanda al Rodano, lo sprinter tedesco ha infatti battuto in volata Sagan, Cancellara, Cavendish, Degenkolb e Kristoff mirando alla decima tappa francese della carriera sugli Champs Elysees. La cura del gorilla.
CUMMINGS VINCE PER L'AFRICA NEL MANDELA DAY
É stato l'inglese Steve Cummings a regalarci il titolo più bello della seconda settimana, vincendo a Mende nel giorno di Nelson Mandela. Il successo di Cummings ha regalato infatti all'esordiente MTN Qhubeka il primo successo di una squadra africana alla Grande Boucle. Una maglia gialla nata e cresciuta a Nairobi, un corridore eritreo, Daniel Teklehaimanot, per quattro giorni in maglia a pois, Steve Cummings per Madiba: è la nuova storia del ciclismo africano dalle aule dell'università.
DEGENKOLB E KRISTOFF, RE DI PRIMAVERA SPODESTATI AL TOUR
Vincitori della Milano-Sanremo, del Giro delle Fiandre e della Parigi-Roubaix, i signori delle Classiche non riescono a vincere al Tour, beffati dalle fughe o, sul podio di tappa a Valence, da Greipel in una volata da cento carati. Peccato specie per John Degenkolb che, nell'anno del “doppio Monumento”, vorrebbe completare la sua “piccola tripla corona” con il primo successo al Tour de France dopo 9 tappe alla Vuelta e una, a Matera nel 2013, al Giro d'Italia.
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2015, Tour de France, Dieter Senft (AFP)

Credit Foto AFP

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