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Thomas trionfa anche sull'Alpe d'Huez! Nibali cade, ma riparte e contiene il distacco

Marco Castro

Aggiornato 19/07/2018 alle 19:02 GMT+2

L'Alpe d'Huez incorona per il secondo giorno consecutivo Geraint Thomas, che vince la volata finale davanti a Tom Dumoulin e Romain Bardet. Sfortuna per Vincenzo Nibali, caduto a 4 km dall'arrivo. Lo Squalo riparte dolorante e ricuce lo strappo, perdendo pochissimo dalla maglia gialla.

Vincenzo Nibali

Credit Foto Getty Images

Che tappa, che giornata, che finale. La terza prova alpina consecutiva premia ancora una volta uno splendido Geraint Thomas, che si prende l'Alpe d'Huez bruciando Dumoulin e Bardet allo sprint e consolidando la sua leadership in classifica generale. Froome e Landa arrivano a pochi secondi, ma il protagonista più sfortunato sull'ascesa finale è Vincenzo Nibali. Lo Squalo cade a 4 km dal traguardo, probabilmente a causa di una moto della polizia, ma con una grinta da fuoriclasse risale in sella e chiude a soli 13 secondi dal vincitore. Peccato, perchè aveva dimostrato una grande gamba. Applausi infine, per Steven Kruijswijk, che con un'azione solitaria partita ai 70 km dal traguardo ha cullato per un paio d'ore il sogno della vittoria nella tappa più prestigiosa di questa Grande Boucle.

L'ordine d'arrivo della 12esima tappa

1. Geraint THOMAS (GBR)Team Sky 5h18'37''
2. Tom DUMOULIN (NED)Team Sunweb+2''
3. Romain BARDET (FRA)Ag2R+3''
4. Chris FROOME (GBR)Team Sky+4''
5. Mikel LANDA (ESP)Movistar+7''
6. Primoz ROGLIC (SLO)LottoNL Jumbo+13''
7. Vincenzo NIBALI (ITA)Bahrain Meridast
8. Jakob FUGLSANG (DEN)Astana+42''
9. Nairo QUINTANA (COL)Movistar+47''
10. Steven KRUIJSWIJK (NED)LottoNL Jumbo+53''

La salita del mito

È uno dei templi del ciclismo a livello mondiale, è una delle salite più simboliche di questo sport, è luogo sacro dove i più audaci vogliono scrivere l'impresa che può valere una carriera. È l’Alpe d’Huez, chi vince qua entra nei libri di storia. Sede di arrivo di tappa al Tour per la 30esima volta, fu Fausto Coppi a inaugurare l’albo d’oro di questa ascesa, nel 1952. L’ultimo a legare il proprio nome alla salita-mito è stato l’enfant du pays Thibaut Pinot, primo nel 2015 davanti a Quintana e Hesjedal. Ma attenzione, il terzo tappone alpino di fila prevede anche dell’altro: Col de la Madeleine, Lacets de Montvernier e la Croix de Fer, per un totale di 5000 metri di dislivello e 70 km di salita. Tappa per giganti.
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Alpe d'Huez: i tifosi a bordo strada sui tornanti della celebre salita del Tour de France

Credit Foto Getty Images

Si parte a tutta

Specialisti degli attacchi da lontano, gregari lanciati in appoggio ai propri capitani, scalatori delusi con voglia di riscatto. Sono tantissimi i corridori interessati ad andare in fuga e i tentativi di allungo si sprecano fin dal via di Bourg-Saint-Maurice. Ma il gruppo tiene velocità altissime e fare la differenza è praticamente impossibile. Si arriva alle pendici del Col de la Madeleine a ranghi compatti e appena la strada si impenna la Movistar prova a far saltare il banco. Con attacchi in serie, la squadra spagnola fa buona selezione nel gruppo, dove si staccano anche nomi importanti come Wout Poels e Domenico Pozzovivo.

Fuga importante

A forza di insistere, la fuga di giornata si concretizza, con la presenza di corridori assolutamente non banali. C’è la maglia a pois di Alaphilippe e il suo sfidante Barguil. Ci sono Valverde e Majka. C’è anche Steven Krujiswijk, il sesto della generale. Sono in 30 là davanti. E il Team Sky, dietro, non può fare il ritmo blando che probabilmente aveva in programma per la prima parte di tappa. Dopo più di un’ora di ascesa si arriva ai 2000 metri dove è posto il Gpm. E Alaphilippe se lo aggiudica con facilità irrisoria su Barguil e Pauwels. Il gruppo scollina a 2 minuti e mezzo.

Che Kruijswijk!

La tappa vola nella veloce discesa dopo la Madeleine e incontra i suggestivi Lacets de Montvernier, Gpm di seconda categoria che si inerpica tra rocce e alberi con sinuosi tornanti. Qui è Pierre Rolland ad allungare, conquistando la seconda salita di giornata prima, e il traguardo volante di Saint-Jean-de-Maurienne poi. Ma anche oggi il percorso non dà tregua e si riprende a salire con l’infinita ascesa alla Croix de Fer, HC di 29 km al 5,2% di media. In testa alla corsa si riforma un gruppetto di una decina di corridori, finchè Steven Kruijswijk decide di lasciare la compagnia e parte in solitaria. Mancano 18 km alla vetta e 70 km al traguardo e l’olandese “veste” già la maglia gialla virtuale. La sua azione è brillante e redditizia e il corridore della LottoNL Jumbo scava subito un solco sugli ex compagni di fuga. Allo scollinamento ha 2 minuti e mezzo su Majka, Barguil e Nieve e 6 minuti sul gruppettino maglia gialla, ridotto a 15 unità.
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Froome spintonato da un tifoso: Magrini si infuria

Ecco l'Alpe

Kruijswijk si lancia nella lunga discesa a tutta, ma dietro il lavoro del Team Sky inizia a dare i suoi frutti. Nel tratto di pianura che precede l'attacco dell'Alpe d'Huez, l'olandese comincia a perdere sensibilmente e quando inizia la salita ha ancora 4 minuti di margine. Ci siamo, l'ascesa più iconica è invasa da due ali di folla festanti. Mentre la pedalata di Kruijswijk comincia a farsi legnosa, nel gruppo dei migliori entra in scena Egan Bernal. Il ritmo del colombiano fa male a tanti, restano in dieci. Ed è allora che Vincenzo Nibali sferra l'attacco, saggiando la gamba degli avversari. Dopo di lui sono Quintana e Bardet a provarci, ma un grande Bernal riporta sempre sotto i suoi due capitani.

Nibali giù, gode ancora Thomas

Appena passato lo striscione dei -5 km succede di tutto. Si stacca Quintana, si sposta Bernal e un tifoso spinge Froome, destinatario anche oggi dei soliti buu. Ma soprattutto, incredibilmente, Nibali finisce a terra. Lo Squalo, rimane dolorante sull'asfalto per qualche secondo, poi riparte. Thomas e soci sembrano guardarsi per un attimo, coma a voler aspettare Nibali. Poi però, scatta Bardet. Si riscatena la bagarre e mentre finisce l'avventura di un encomiabile Kruijswijk, è Froome a dare una frullata delle sue. Ma il britannico non fa il vuoto come al solito e Thomas, Dumoulin e Bardet lo riagganciano. Come quasi mai nella storia dell'Alpe d'Huez, sarà arrivo in volata. Nibali e Roglic accorciano sui battistrada, ma poi parte la stilettata di Geraint Thomas. Nessuno gli resiste, nessuno ne ha più. Il gallese trionfa il giallo nella tappa più ambita ed è sempre più leader della corsa. E del Team Sky? La risposta nella terza settimana.

La classifica generale

1. Geraint THOMAS (GBR)Team Sky49h24'43''
2. Chris FROOME (GBR)Team Sky+1'39''
3. Tom DUMOULIN (NED)Team Sunweb+1'50''
4. Vincenzo NIBALI (ITA)Bahrain Merida+2'37''
5. Primoz ROGLIC (SLO)LottoNL Jumbo+2'46''
6. Romain BARDET (FRA)AG2R+3'07''
7. Mikel LANDA (ESP)Movistar+3'13''
8. Steven KRUIJSWIJK (NED)LottoNL Jumbo+3'43''
9. Nairo QUINTANA (COL)Movistar+4'13''
10. Daniel MARTIN (IRL)UAE Emirates+5'11''
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