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Tour de France - Nibali, Pantani, Merckx: le 10 imprese nella storia

Luca Stamerra

Aggiornato 27/08/2020 alle 07:25 GMT+2

A pochi giorni dall'inizio del Tour andiamo a ricordare alcune delle imprese più belle viste nella storia della Grande Boucle. C'è tanta Italia: dalla rimonta di 20 minuti di Bartali, al pavé di uno scatenato Nibali. Dagli attacchi da lontano di Pantani ai 200 km di fuga di Chiappucci che sfidò Indurain. Qual è il vostro ricordo più bello?

Pantani-Nibal, Tour de France

Credit Foto Eurosport

Ci siamo! Sabato 29 agosto scatterà la 107esima edizione del Tour de France. Dopo rinvii e tante attese, si torna finalmente a godere con i Grandi Giri. Ma qual è stata, nella storia, la migliore azione alla Grande Boucle? Tra sogni infranti e grandi imprese, ecco la nostra personalissima top 10 (in ordine cronologico), svariando dalla storia del ciclismo ai momenti più recenti. C'è un momento tra questi che vi è rimasto più nel cuore?

1) Tour 1948: la Cannes-Briançon, la storica rimonta di Bartali che attaccò sull'Izoard

15 luglio 1948. L'Italia punta tutto su Gino Bartali, ma nonostante le 3 vittorie di tappa conquistate (compresa quella inaugurale), il corridore toscano aveva già accumulato 21 minuti di ritardo su Louison Bobet. Siamo a metà Tour e il francese sembra inarrivabile, ma Bartali si riprende sulle Alpi e sfodera un incredibile attacco alla 13a tappa sull'Izoard. Uno ad uno, tutti dovettero cedere al corridore italiano che in un colpo solo rifilò circa 20 minuti al leader della generale. Bobet, stremato per l'esito di quella tappa, perse addirittura la maglia il giorno successivo, con Bartali ancora pimpante, sfruttando le ascese del Galibier, del Coucheron e del Granier. Missione sorpasso compiuta, con Bartali che andò a vincere addirittura 7 tappe in una sola edizione del Tour. L'impresa fu però quella dell'Izoard, quando sembrava impossibile riuscire a rimontare più di 20 minuti dalla vetta della generale.

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Gino BARTALIItalia10h09'28''
2. Briek SCHOTTEBelgio+6'18''
3. Fermo CAMELLINIInternazionali+9'15''
12. Louison BOBETFrancia+18'07''
Quello fu un successo, raccontano le cronache di quei giorni, molto prezioso per tutta l'Italia. La vittoria al Tour di Gino Bartali, infatti, fu ideale per rasserenare il clima nel Paese dopo l'attentato a Palmiro Togliatti (Segretario del Partito Comunista) del 14 luglio 1948. Quello fu anche il secondo Tour conquistato da Gino Bartali, a 10 anni di distanza dal primo successo alla Grande Boucle (1938).

Tour 1949: la Cannes-Briançon, l'alleanza Coppi-Bartali e la prima doppietta Giro+Tour

18 luglio 1949. Ancora una Cannes-Briançon, ancora Gino Bartali protagonista. In questo Tour c'è anche un certo Fausto Coppi e, dopo la rivalità scoppiata al Giro, i due si scontrano anche per conquistare la maglia gialla del Tour. In quella tappa specifica, però, ci fu una clamorosa alleanza che strinsero Coppi e Bartali. Entrambi erano indietro in classifica generale (che vedeva Fiorenzo Magni in testa) e decisero di scattare insieme nei primi km di tappa per fare il vuoto. Missione compiuta, la fuga aveva portato i suoi frutti e, finita l'alleanza, i due potevano correre senza vincoli per centrare la vittoria di tappa. Bartali andò in crisi di fame, questa volta, sull'Izoard, venne raggiunto da Coppi, ma riuscì comunque a vincere la tappa in volata (bissando il successo dell'anno prima). Bartali conquistò anche la maglia gialla sfilandola a Magni, ma nel giorno successivo ci fu comunque il colpaccio di Coppi che vinse la Briançon-Aosta e portò la gialla fino a Parigi. Della tappa con arrivo a Briançon resta però quella alleanza nella prima parte di gara, un'alleanza che portò i suoi frutti nonostante la grande rivalità tra i due.

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Gino BARTALIItalia10h25'35''
2. Fausto COPPIItaliast
3. Jean ROBICOuest/Nord+5'06''
8. Fiorenzo MAGNICadetti+12'12''
Come detto, a vincere il Tour fu poi Fausto Coppi, alla sua prima partecipazione in terra francese. Il corridore piemontese fu anche il primo a fare la doppietta Giro d'Italia + Tour de France nella stessa stagione, impresa completata anche nel 1952.

Tour 1969: la Luchon-Mourenx, Merckx diventa il Cannibale

15 luglio 1969. È la consacrazione di Eddy Merckx. Aveva vinto già il Giro d'Italia l'anno prima, oltre a Fiandre, Milano-Sanremo, Parigi-Roubaix, Liegi e un Mondiale, ma nel 1969 si completa conquistando il Tour de France. Un Tour stradominato, con quasi 18 minuti di vantaggio sul secondo classificato, Roger Pingeon. Mentre tutto il mondo si prepara all'allunaggio di Neil Armstrong e Buzz Aldrin, le pagine di giornali vengono riempite anche grazie alle imprese di Merckx. La tappa più spettacolare di quell'edizione fu quella con arrivo a Mourenx. È la tappa del Tourmalet: proprio sulla terza ascesa c'è lo scatto del belga, che in discesa continua ad incrementare terreno, scala con facilità Solour e Aubisque e vince in solitaria dopo 140 km di fuga. Ripetiamo: 140 km di fuga in solitaria dopo aver attaccato sulla terza salita (Tourmalet). A 7'56'' arrivò il secondo classificato di quella giornata, Michele Dancelli, mentre Felice Gimondi arrivò addirittura a quasi 15 minuti. In quel Tour, Merckx vinse la bellezza di 6 tappe e portò la maglia gialla fino a Parigi, conquistando il primo dei 5 Tour vinti in carriera.

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Eddy MERCKXFaema7h04'28''
2. Michele DANCELLIMolteni+7'56''
3. Martin VAN DEN BOSSCHEFaema+7'57''
In quell'edizione Merckx vinse anche la classifica a punti, la classifica scalatori, la combinata e il premio combattività oltre alla classifica a squadre. Insomma, vinse qualsiasi cosa. E fu così nelle stagioni a venire, tanto che nel 1970 il corridore francese Christian Raymond disse: “Non ci lascia nemmeno le briciole” e sua figlia rispose: “Allora Merckx è un Cannibale”.

Tour 1992: la Saint-Gervais-les-Bains-Sestriere, il sogno in giallo di Chiappucci

18 luglio 1992. Più di 100 km in fuga solitaria? Non solo Merckx, anche un certo Claudio Chiappucci ha scritto la storia del Tour de France con una fuga di 200 km in solitaria. Il corridore italiano, rivale di Indurain in quegli anni, attacca sulla prima salita, sul Saisies, lasciando sul posto sia Indurain che Bugno. Nelle sei successive ore, sei ore, Chiappucchi fu solo, in lotta con se stesso per andare a vincere a Sestriere e, se possibile, superare in classifica generale Indurain. Per lunghi tratti di gara fu anche maglia gialla virtuale, ma arrivò al traguardo con 'soli' 1'45'' di vantaggio sul corridore della Banesto. Il basco si prese così la maglia gialla che portò fino a Parigi, conquistando così la doppietta Giro + Tour nella stessa stagione.

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Claudio CHIAPPUCCICarrera Jeans-Vagabond7h44'51''
2. Franco VONAGBMG Maglificio+1'34''
3. Miguel INDURAINBanesto+1'45''
4. Gianni BUGNOGatorade-Chateau d'Ax+2'35''
Al termine di quel Tour, Claudio Chiappucci concluse al 2° posto della generale con un ritardo di 4'35'' sullo spagnolo, che nelle cronometro riuscì a costruire il suo vantaggio. Altro giro, altro ko per l'italiano che anche al Giro d'Italia si dovette arrendere ad Indurain. Chiappucci conquistò però la maglia a pois di miglior scalatore, vincendo ben 7 Gran Premi della Montagna.
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Claudio Chiappucci, con maglia a Pois, sull'Izoard (Tour de France 1992)

Credit Foto Imago

Tour 1994: la Montpellier-Carpentras, il record di Pantani sul Mont Ventoux nel giorno di Eros Poli

18 luglio 1994. Dopo aver dato spettacolo al Giro d'Italia, il giovane Marco Pantani si dimostra un osso duro anche al Tour de France. Lo stesso Miguel Indurain si deve guardare le spalle dal romagnolo che nella tappa del Mont Ventoux parte all'attacco con un'azione decisa, dopo il lavoro svolto dalla sua Carrera Jeans-Tassoni. Il Pirata va via come una scheggia, completando la salita in 28 minuti e 20 secondi. Indurain dovette sforzarsi per tenere il ritmo e, grazie al lavoro degli altri corridori che non volevano lasciar andare via l'italiano, riuscì a limitare i danni perdendo circa 38 secondi. In discesa ci fu poi il ricongiungimento, con Pantani che non riuscì ad attaccare seriamente il leader della corsa, anche se gli aveva fatto una grande paura... Quel 28'20'' resta, ancora oggi, il record di velocità di scalata sul Mont Ventoux. Record che non sono riusciti a ritoccare né Armstrong, né Froome, né Quintana (quello di quest'anno aveva una salita con un chilometraggio inferiore), né Contador, tanto per dire. Quello fu però il giorno di Eros Poli, sì proprio il corridore che faceva parte del treno di Mario Cipollini alla Mercatone Uno. Partì in fuga dopo 60 km di tappa, ma sembrava impossibile potesse rimanere da solo, soprattutto perché - ad un certo punto della corsa - ci si attendeva lo scatto di qualche big della classifica. Gli scatti ci sono stati, ma il corridore più alto dell'intero gruppo (195 cm x 85 kg) riuscì a conquistare un preziosissimo successo in quel di Carpentras: il suo primo e unico successo da professionista.
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Eros Poli - Tour de France 1994 stage 15 (Mont Ventoux) - Imago

Credit Foto Imago

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Eros POLIMercatone Uno-Bianchi6h31'39''
2. Alberto ELLIGB MG Maglificio-Bianchi+3'39''
3. Pascal LINOFestina-Lotus+3'39''
9. Miguel INDURAINBanesto+4'00''
10. Marco PANTANICarrera Jeans-Tassoni+4'00''
Il record di Pantani è ancora lì e il corridore romagnolo riuscì, comunque, qualche anno dopo a vincere sul Mont Ventoux. Era il 2000, quando il Pirata anticipò Armstrong (in maglia gialla) sulla linea del traguardo.

Tour 1998: la Grenoble-Les Deux Alpes, il Galibier di Pantani

27 luglio 1998. Jan Ullrich è la maglia gialla, ha 3 minuti di vantaggio su Pantani e può contare anche su una cronometro per incrementare il suo vantaggio. Marco Pantani non è però dello stesso avviso e sa che questa può essere la tappa giusta per attaccare la maglia gialla. In cuor suo, Pantani spera nel caldo afoso per fiaccare le resistenze del tedesco, ma trova invece pioggia, vento e tantissimo freddo. Il Galibrier è la cima più alta di quel Tour e l'avventura di Pantani non comincia benissimo: ai piedi della salita una caduta, una botta al ginocchio e un po' di preoccupazione. Ullrich viaggia del suo passo, ma anche lui non sembra brillantissimo. La visibilità non è ottimale, ma a 47 km dall'arrivo ecco che parte proprio Pantani. Ullrich rimane fermo, l'unico che prova ad inseguirlo è Leblanc, ma il francese si deve subito fermare.
Signori, quando parte Marco Pantani non ce n'è per nessuno. [Adriano De Zan in telecronaca]
Restano 4 km di salita e, uno ad uno, Pantani va a riprendere tutti i fuggitivi, ritrovandosi da solo in vetta e già con la maglia gialla quasi addosso, considerando il vantaggio già inflitto ad Ullrich che paga il freddo e una crisi di fame.
Pantani ha fatto il vuoto [Adriano De Zan e Davide Cassani in telecronaca]
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Marco Pantani, Mercatone Uno - Tour de France 1998 stage 15 Galibier - Imago

Credit Foto Imago

C'è la discesa, il vento e la pioggia, bisogna stare attenti, ma Pantani è abile a mettersi la mantellina e plana in discesa, conscio di poter fare l'azione decisiva di questo Tour.
Erano anni che non vedevano un'azione del genere nel ciclismo. [Adriano De Zan in telecronaca]
Come detto, ci sarà una cronometro nel finale del Tour e il corridore romagnolo deve guadagnare il più possibile. C'è l'ultima salita, quella di Les Deux Alpes, e Pantani ha ancora benzina per attaccare e, intanto, Ullrich continua a perdere secondi, anzi minuti.
Cassani: Ullrich si sta togliendo la mantellina, ma c'è poco da fare. De Zan: Ullrich si sta togliendo la mantellina, mentre Pantani gli ha tolto la maglia gialla. [Durante la telecronaca]
È una cavalcata inesorabile quella di Pantani che arriverà da solo al traguardo tra due ali di folla. Sembra di essere allo stadio, con tutto il pubblico - di qualunque nazionalità - a gridare “Pantani!”, “Pantani!”, “Pantani!”, “Pantani!”. È una vera impresa, con il Pirata che aveva attaccato a 47 km dall'arrivo. La maglia gialla transitò sulla linea del traguardo con 8 minuti e 57 secondi di ritardo.

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Marco PANTANIMercatone Uno5h43'45''
2. Rodolfo MASSICasino-AG2R+1'54''
3. Fernando ESCARTÍNKelme-Costa Blanca+1'59''
25. Jan ULLRICHTeam Telekom+8'57''
Ullrich provò a rifarsi, vincendo la tappa del giorno dopo a Albertville, ma con Pantani che lo marcò a uomo. Poi ci fu il successo del tedesco nella cronometro di Le Creusot, ma il romagnolo perse solo 2'35''. È fatta: Pantani può festeggiare, diventando così il 7° corridore di sempre a completare la doppietta Giro d'Italia + Tour de France nello stesso anno. Fu anche l'ultimo a riuscirci (prima di lui furono capaci a farlo solo Coppi, Anquetil, Merckx, Hinault, Stephen Roche e Indurain). Fu anche l'Italia a festeggiare a 33 anni dall'ultimo trionfo, quello di Felice Gimondi (proprio direttore sportivo di Pantani) nel 1965.
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Felice Gimondi insieme a Marco Pantani sul podio del Tour de France nel 1998, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Tour 2009: la Pontarlier-Verbier, Contador contro tutti, contro Armstrong e tutta l'Astana

19 luglio 2009. È o non è un'impresa riuscire a battere la propria squadra? Armstrong è tornato a fare il corridore e vuole vincere ancora il Tour, ma deve fare i conti con un certo Alberto Contador che non si abbassa al ruolo di gregario. In quell'Astana, in quel Tour, c'erano Contador, Armstrong, Kloden, Levi Leipheimer, insomma, uno squadrone. Ma Contador non aveva il supporto della sua squadra che si schierò interamente con Armstrong, il quale aveva decise di boicottare Contador. Lo spagnolo non può vincere la maglia gialla. Ecco che alla prima occasione è proprio Contador a dare una lezione al più esperto compagno di squadra, dando una stoccata pesantissima sul Verbier. L'unico a seguirlo sarà Andy Schleck, il suo vero rivale di quel Tour, ma Contador aveva talmente tanta rabbia in corpo che fu impossibile riprenderlo, con lo spagnolo che guadagnò secondi ad ogni km della salita finale. Armstrong inizialmente si fece portare da Kloden, poi chiese addirittura collaborazione a Franck Schleck, il quale declinò, 'semplicemente' perché era di un'altra squadra. Ecco che Armstrong pagò dazio, perdendo diverso terreno nel finale. Contador non solo vinse quella tappa, ma si prese anche la maglia gialla, sfilandola a Rinaldo Nocentini. Sul 'podio' di quella tappa, salì anche uno scatenato Vincenzo Nibali che cominciava a farsi vedere tra i grandi.
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Contador, Scleck, Armstrong - Tour de France 2009 stage 15 - Imago pub only in ITAxGERxSUIxAUT

Credit Foto Imago

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Alberto CONTADORAstana5h03'58''
2. Andy SCHLECKSaxo Bak+43''
3. Vincenzo NIBALILiquigas+1'03''
9. Lance ARMSTRONGAstana+1'35''
Contador vinse poi quel Tour, dominandolo, conquistando anche la cronometro di Annecy. Andy Schleck arrivò, infatti, a più di 4 minuti di ritardo a Parigi. Armstrong si dovette accontentare del podio in quel Tour, podio poi cancellato a causa dell'ammissione di doping da parte dello statunitense.

Tour 2014: la Ypres-Arenberg, la fuga di Nibali sul pavé

9 luglio 2014. Vincenzo Nibali è già maglia gialla dopo averla conquistata a Sheffield, ma il siciliano vuole incrementare il proprio vantaggio, sfruttando le sue doti sul pavé. Giornata sfortunata per Froome che cade due volte, prima di arrivare sul pavé, e finisce per sventolare bandiera bianca. Pioggia, fango, pavé, sembra di essere alla Parigi-Roubaix (il percorso grosso modo è quello) e Nibali prova a spingere nel secondo settore, trainato dalla sua squadra. Anche Alberto Contador è in difficoltà, con lo spagnolo che preferisce arrivare al traguardo (con qualsiasi risultato) piuttosto che fare la fine di Froome. Ecco che Nibali riesce a distanziare tutti sul pavé, insieme ai compagni di squadra Fuglsang e Westra, costringendo Porte, Valverde e Contador a distacchi già importanti. Nel quarto settore i tre dell'Astana riescono ad avere la meglio anche di specialisti come Sagan e Cancellara che dicono addio ai sogni di vittoria. A conquistare la tappa fu Lars Boom, poco male perché Nibali arrivò 3° alle spalle del compagno di squadra Fuglsang, dando più di 2 minuti a tutti i rivali (Contador arriverà a 2'35'' dal siciliano). Beh le montagne non erano ancora cominciate e Vincenzo Nibali, in pratica, aveva già vinto il Tour de France. Anche perché Contador si ritirò qualche tappa più tardi a causa di una frattura alla tibia, mentre Valverde non poteva essere considerato un vero rivale per la maglia gialla.

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Lars BOOMBelkin3h18'35''
2. Jakob FUGLSANGAstana+19''
3. Vincenzo NIBALIAstana+19''
Alla fine della fiera, Nibali vinse ben 4 tappe di quel Tour, conquistando ovviamente anche la maglia gialla. Sul podio di Parigi, il siciliano festeggiò anche la Tripla Corona (quando un corridore riesce a conquistare in carriera tutti i tre i Grandi Giri). Prima di allora c'erano riusciti solo Anquetil, Gimondi, Merckx, Hinault e Contador, qualche anno dopo anche Froome si aggiunse al club...
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Quando Nibali conquistò la gialla al Tour a La Planche des Belles Filles

Tour 2016: la Montpellier-Mont Ventoux, Froome scala il Monte Calvo 'a piedi'

14 luglio 2016. È una tappa molto particolare. C'è il Mont Ventoux e c'è sempre molto attesa, ma a causa di raffiche di vento superiori ai 100 km/h in cima, il percorso viene modificato, con traguardo posto a Chalet-Reynard (6 km più in basso rispetto all'arrivo inizialmente previsto). L'inizio della salita è tosta e in molti sperano di sorprendere Chris Froome. La vittoria di tappa va ad uno stoico Thomas De Gendt, andato in fuga, come al suo solito, ma a pochi km dall'arrivo ecco che Mollema e Froome finiscono per terra a causa di una moto. Il britannico ha la bici distrutta, ma non c'è la sua ammiraglia a supporto. Il panico. La maglia gialla è senza bicicletta e in pochi secondi viene rimontato e scavalcato dai vari Adam Yates, Quintana, Aru, Valverde, Joaquim Rodríguez, Bardet e tutti gli altri uomini della classifica. E in quel momento Froome inizia a correre, a piedi, quasi disperato, incredulo di dover 'scalare' il Mont Ventoux senza bicicletta e farlo, letteralmente, con le sue gambe. Per fortuna arriverà l'ammiraglia del cambio bici neutro, ma dopo qualche metro si deve nuovamente fermare. Arriverà al traguardo scortato da Sergio Henao, ma con 1'45'' di ritardo su tutti i big.

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Thomas DE GENDTLotto Soudal4h31'51''
2. Serge PAUWELSDimension Data+2''
3. Daniel NAVARROCofidis+14''
25. Chris FROOMETeam Sky+6'45''*
*poi bonificato a +5'05'' per la caduta
Considerando però la caduta causata della moto e tutti i problemi relativi all'ammiraglia, alla fine la direzione di corsa ha bonificato il ritardo di Froome, assegnando al britannico lo stesso tempo di Mollema (erano caduti insieme). Froome riesce così a preservare la maglia gialla, che porterà fino a Parigi. Dove sta l'impresa? Beh, è stata un'impresa con la testa e non con le gambe questa volta. Non aver mandato tutto e tutti a quel Paese è stato un incredibile sforzo mentale per quanto successo. Tutto sommato, Froome è rimasto calmo e ci ha provato, andando anche a piedi. Se non è un'impresa questa...
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Quando Froome si fece il Mont Ventoux a piedi...

Tour 2018: la Mâcon-Saint-Étienne, la fuga per la vittoria di De Gendt

13 luglio 2019. Giulio Ciccone è in maglia gialla, ma al termine della tappa l'abruzzese sarà costretto a lasciarla nuovamente ad Alaphilippe. È una frazione di difficile interpretazione, non una dura tappa di montagna, ma c'è qualche asperità che mette in difficoltà i corridori. Cade Geraint Thomas, Nibali paga un ritardo superiore ai 4 minuti e Ciccone perde la maglia. I protagonisti, però, sono Thomas De Gendt e Alessandro De Marchi che vanno in fuga fin dal mattino. Il belga riesce a lasciarsi alle spalle il corridore azzurro sulla Côte de la Jaillière, ma da dietro spunta la coppia francese Pinot-Alaphilippe che attacca il gruppo dei big. I due sono motivati ed entrambi vogliono vincere la tappa per conquistare anche i secondi di abbuono, ma De Gendt riesce a resistere in questo duello a distanza e a vincere a Saint-Étienne dopo 200 km di fuga.

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Thomas DE GENDTLotto Soudal5h00'17''
2. Thibaut PINOTGroupama-FDJ+6''
3. Julian ALAPHILIPPEDeceuninck-Quick Step+6''
Alaphilippe arriverà terzo e conquisterà comunque la maglia gialla che porterà fino alla terzultima tappa di quel Tour. De Gendt, invece, ha conquistato il suo secondo successo in carriera al Tour è aggiornato la sua personalissima classifica di km in fuga di tutta la carriera.
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200km di fuga e poi la gioia: Thomas De Gendt non ci crede, rivivi la sua vittoria a Saint-Étienne

Bene. Questa era la mia speciale top 10. Tanti altri ricordi potrebbero essere inseriti, tante altre tappe, tante altre imprese della corsa francese. Voi avete negli occhi e nella mente qualche altra frazione storica? Ditecelo sui nostri social (Twitter: @Eurosport_IT, Instagram: eurosportitalia, Facebook: EurosportItaly).
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Da Nibali a Ciccone in maglia gialla: i 5 momenti che ci hanno fatto emozionare al Tour de France

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