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Il ciclismo è Made in Britain: benvenuto a Simon Yates nuovo campione della Vuelta

Fabio Disingrini

Pubblicato 17/09/2018 alle 15:29 GMT+2

Applaudiamo un altro corridore britannico. Celebriamo il ciclismo del Regno Unito - che vince tutti i grandi giri di quest’anno - e Simon Yates che splende in maglia rossa, dalle grandi salite del Giro d'Italia al trionfo della Vuelta a España.

Simon Yates

Credit Foto Getty Images

Applaudiamo un altro corridore britannico. Celebriamo il ciclismo del Regno Unito che vince tutti i grandi giri di quest’anno e non era mai accaduto nella storia. È perfino il quinto consecutivo da Chris Froome - Tour de France 2017, Vuelta a España 2017, Giro d’Italia 2018 - Geraint Thomas campione della Grande Boucle e Simon Yates con la sua splendida maglia rossa.
Ultimo esemplare della nuova scuola anglosassone, fratello di Adam compagno di squadra: Simon Yates è nato Bury, cittadina del Greater Manchester, il 7 agosto 1992. All’alba de l’Avenir, delle frazioni sulla strada fra Parigi e Nizza, della prima grande tappa di montagna alla Vuelta (Ribeira Sacra 2016) e della maglia bianca del Tour de France, Yates è stato campione del mondo juniores nell’americana ed élite, appena ventenne, nella corsa a punti. É la sacra aderenza della Gran Bretagna. È l'osservanza del parquet, dei profili alti, delle ruote lenticolari, delle protesi in carbonio, dei muscoli volitivi, degli esatti posturali, della resistenza aerodinamica, della fisica quantistica. É la formazione metrica della pista che fonda i successi del ciclismo inglese su strada.
Ciò che però distingue Simon Yates da Wiggins, da Froome e (in parte) Geraint Thomas è una stupenda pedalata in salita, fluida e ordinata. Senza mai piegare la testa sul manubrio quando le gambe ritmano l’assolo e rilanciano l’ascesa in piedi sui pedali: lo sapevamo dal Giro d’Italia quando ha dominato due settimane di corsa, carezzando a lungo la maglia rosa prima di crollare sul Colle delle Finestre. Dialogando con Chaves in cima all’Etna, in assolo sulla Montagna Pantani di Campo Imperatore, di forza a Osimo, in difesa sullo Zoncolan, straordinario d’altri tempi a Sappada: una maglia rosa in fuga sulle Alpi per venti chilometri. Certo che la Cima Coppi l’aveva respinto al cospetto di un gigante come Froome, però oggi è stata questa Vuelta a confermare la grandezza di Yates.
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Simon Yates festeggia in maglia rossa sul podio a Madrid: è lui il vincitore della Vuelta a España

Credit Foto Getty Images

Con una magnifica padronanza tattica, Simon Yates ha chiuso la prima settimana da leader alla Covatilla, s’è defilato nel giorno della fuga bidone, ha vinto nella Asturie sull’inedita e durissima salita di Les Praeres: qui gli hanno messo la montera picona, la maglia rossa e non se l’è più tolta, dai Lagos de Covadonga al Coll de la Gallina, dalla salita simbolo di questa Vuelta ai tapponi pirenaici. Il capitano della Mitchelton-Scott non aveva un esercito di guardia come il Team Sky per Froome e Thomas sulle strade del Tour, ma ha vinto una Vuelta da solista contro il duo Quintana/Valverde che alla fine, per le solite cantonate della Movistar, ha fallito anche in Spagna. Dietro a Yates la classifica si rifaceva dopo ogni frazione di montagna: lui ha fatto meglio degli avversari a cronometro e perfino incrementato il suo vantaggio dove gli altri, dalle valli basche alle cime di Andorra, avrebbero dovuto attaccarlo.
Per questi stravolgimenti, sul podio di Madrid ci salgono Enric Mas della Quick-Step Floors, che ha 23 anni, e Miguel Angel Lopez della Astana, colombiano classe 1994. È stata una Vuelta giovane e bella. Abbiamo un nuovo campione che si chiama Simon Yates. Britannico, of course.
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