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Vuelta 2020 - Da padrone della Vuelta a gregario: la discesa di Froome

Luca Stamerra

Pubblicato 01/11/2020 alle 11:22 GMT+1

VUELTA - Sull'Angliru ci perse una Vuelta nel 2011, poi ne vinse una nel 2017. Fu combattivo come poche volte in carriera su quella salita maledetta, ma questa volta dovrà accompagnare il suo 'capitano' Carapaz. Un differente punto di vista da analizzare nella sua lunghissima carriera.

Chris Froome - Vuelta 2017, Angliru - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Non chiederei a nessun compagno di fare per me quello che io non farei per loro. [Chris Froome]
Sarà un Angliru molto particolare per Chris Froome. Lui che l'ha vissuto già due volte in carriera: una nel 2011 dove ci perse una Vuelta, e una nel 2017 dove mise invece il sigillo alla corsa spagnola. Ma che Angliru sarà per Froome questa volta?

Dal 2011 al 2020: da immaturo a padrone, fino a gregario

Questa non sarà la prima volta sull'Angliru per Chris Froome che, da corridore navigato, ha già affrontato altre volte il temibile Gigante asturiano, con gioie e dolori. Dolori la prima volta, quando nella sfida interna contro Bradley Wiggins favorì in realtà l'ascesa di Cobo che prese la maglia roja ad una settimana dalla conclusione di quella Vuelta. Né Froome né Wiggins furono capaci di andargliela a riprende, con Froome che pagò un po' di inesperienza nei Grandi Giri (non ne aveva vinto ancora uno). Quella Vuelta gli fu poi assegnata anni dopo a causa della sentenza di doping ai danni di Cobo. Nel 2017 ci fu invece il sigillo di Froome su quella salita, anche se a guidarlo fin su al traguardo fu uno spettacolare Wout Poels. Ecco, una bella differenza rispetto a 6 anni prima, quando il suo compagno di squadra era in realtà il suo più acerrimo nemico (in senso sportivo). Già aveva accumulato un discreto margine su Vincenzo Nibali, poi sull'Angliru completò l'opera per portare a casa un altro GC e, soprattutto, la doppietta Tour+Vuelta nella stessa stagione. E questa volta? Vedremo un Froome versionegregario.
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Chris Froome - Vuelta 2017, Angliru - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Il lavoro per Carapaz: ma arriverà sull'Angliru?

Questa salita l'ha domata, ma questa volta gli toccherà lavorare da gregario per Carapaz. Impensabile fino a due anni fa, quando era Froome a gestire i suoi gregari. I tempi passano e al britannico tocca mettere a disposizione la sua esperienza. Lui che, comunque, lascerà il Team Ineos a fine stagione e che, quindi, potrebbe anche mordere il freno ogni tanto. Froome però vuole una cosa sola: la vittoria di Carapaz, tanto da aver twittato una bellissima frase a chi gli chiedeva di non sforzarsi troppo in vista del 2021. “Non chiederei a nessun compagno di fare per me quello che io non farei per loro”.
Tutto bellissimo, anche se c'è il rischio che Froome veda l'Angliru dal “gruppetto”. Qui alla Vuelta sta lavorando e tanto, ma Froome si concentra nella prima fase, nelle prime salite, e non lo si vede più quando incominciano le ultime pendenze di giornata.
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Froome già in difficoltà alla Vuelta: il momento in cui si stacca dal gruppo

Froome il rivoltoso

Froome ha giocato un ruolo importante anche fuori dalla strada. Poi si può discutere se porterà o meno dei vantaggi o addirittura delle sventure. Prima della tappa della Farrapona, infatti, Froome ha guidato la rivolta contro Roglic. Non contro lo sloveno in senso stretto, ma contro la decisione della Giuria dei Commissari di assegnare dei distacchi tra Roglic e i suoi avversari nella giornata precedente a Suances. In un primo momento sembrava che Froome non volesse far partire la corsa. Insomma, sta facendo sentire la sua fiducia a Carapaz. Anche se la domanda vera è: “giusto aver messo questa pressione ai Commissari?
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