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Vuelta 2020 - Roglic vince la Vuelta per 24'': quando la testa conta più delle gambe

Luca Stamerra

Aggiornato 09/11/2020 alle 00:31 GMT+1

VUELTA - Alla fine ce l'ha fatta. Ci sono state le rimonte al Tour e al Giro, ma Roglic è riuscito ad evitare quella della Vuelta (dopo essere stato proprio la vittima alla Grande Boucle). Questa volta si è gestito, ha pedalato con la testa e ha utilizzato la 'calcolatrice' in corsa. Lo sloveno ha vinto per 'soli' 24'': un segno di debolezza? No, di maturità.

Focus - Quando la testa conta più delle gambe: chapeau Roglic!

Credit Foto Eurosport

Sospiro di sollievo grande come una casa per Primoz Roglic, che nei 4 km finali della Vuelta ha visto i fantasmi. Carapaz gliel'ha fatta sudare la maglia roja, ma alla fine lo sloveno ce l'ha fatta. Forse con un po' più di fatica, ma Roglic si è gestito senza andare fuori giri. Lui stesso lo ha detto a fine tappa: "Sapevo che andando del mio passo ce l'avrei fatta”. Grandi segnali di maturità per il corridore della Jumbo Visma: il prossimo anno può ripartire l'assalto al Tour de France?
Roglic vince la Vuelta: successo meritato?
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Il podio della Vuelta 2020: Roglic è il Campeón

La testa più forte delle gambe

È stata una Vuelta di alti e bassi per Roglic. Subito vincente ad Arrate, poi ha perso 43'' ad Aramón Formigal per colpa di una mantellina. Ha perso 10'' sull'Angliru e 21'' alla Covatilla, ma ne ha rifilati 49'' a cronometro a Carapaz. Insomma, dava e riceveva. Roglic è arrivato così con 45'' da amministrare all'ultima tappa di montagna. Sembravano troppi per immaginare una rimonta di Carapaz e Hugh Carthy, considerando che i rivali dello sloveno erano senza compagni di squadra ai piedi dell'ultima salita di questa Vuelta. Poi una fiammata, prima dello scatto di Carapaz che ha provato a ribaltare tutto a 4 km dal traguardo. Roglic ha abbozzato una risposta, ma ha capito che non poteva farcela. Andare dietro all'ecuadoriano poteva significare 'fuori giri' e, con 45'' di margine, poteva tranquillamente gestirsi. Poi, con una tattica questa volta perfetta, si è ritrovato Hofstede andato in fuga, con l'olandese a fargli l'andatura proprio nel tratto più difficile dopo essere stato staccato.
Così Roglic ce l'ha fatta. Senza andare nel panico come capitò a La Planche des Belles Filles al primo rilevamento cronometrico. Lui sa come vincere un Grande Giro e sa anche come perderlo e, questa volta, ha fatto andare la testa più che le gambe che ormai troppo legnose. Passo dopo passo è riuscito ad arrivare al traguardo, con soli 21'' di ritardo. Gliene restano 24'' in classifica generale, e può così festeggiare la sua seconda Vuelta consecutiva.
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Il momento decisivo: Carapaz scatta, Roglic si gestisce

Gli abbuoni, la squadra, la crono

I secondi di abbuono hanno giocato un ruolo determinante nella vittoria di Roglic. Lo sloveno ne ha accumulati ben 48 in questa Vuelta tra piazzamenti e le quattro vittorie (in realtà tre vittorie perché la crono non porta abbuoni). Non è un caso, infatti, che lo sloveno abbia trionfato anche nella classifica a punti: ha sprintato dove si poteva sprintare e ha trovato successi insperati come quello di Suances dove, in realtà, si dovevano affrontare i velocisti di un "certo tipo".
Forse Roglic già lo sapeva, prima di questa Vuelta, di dover fare il massimo su qualunque terreno per poter 'fregare' Carapaz e tutti gli altri avversari. Carapaz ne ha comunque guadagnati 16 di secondi di abbuono, ma questi 32 di differenza hanno giocato un ruolo fondamentale nel successo dello sloveno.
  • La classifica degli abbuoni
CorridoreAbbuoni accumulati
1. Primoz Roglic48''
2. Michael Woods22''
2. Daniel Martin22''
4. Tim Wellens21''
5. David Gaudu20''
6. Marc Soler19''
7. Richard Carapaz16''
7. Pascal Ackermann16''
7. Jasper Philipsen16''
12. Hugh Carthy10''
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Roglic, tributo alla sua bici Bianchi: purtroppo sarà addio

Altri 49'' sono arrivati dalla cronometro, altro cavallo di battaglia del corridore della Jumbo Visma che ha fatto segnare anche il miglior tempo di scalata sul Mirador de Ézaro. E poi, altro perno della vittoria di Roglic, la squadra. Squadra che gli era mancata ai tempi del Giro quando a vincere fu Carapaz, che aveva in Landa il miglior gregario che si possa avere in salita.
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Fair play tra Roglic e Carapaz: stretta di mano dopo la battaglia

Ma Roglic può vincere un Giro o un Tour?

Dopo due vittorie alla Vuelta, Roglic ha raggiunto il “livello Valverde”. Capace di vincere un Grande Giro impegnativo come la Vuelta e anche le Classiche Monumento (nel 2020 Roglic ha conquistato la Liegi). Ma lo sloveno può davvero vincere anche un Giro d'Italia o un Tour de France? Sfatiamo il mito delle tre settimane, considerando che Roglic ha avuto solo un paio di giornate sfavorevoli, ma due tappe fanno eccome la differenza in un Grande Giro, dove devi essere regolare il più possibile.
Nel 2020, però, avrà 32 anni e dove vuole andare contro la Nouvelle Vague del ciclismo? Ci sono Pogacar, Geoghegan Hart, Hindley, Bernal, Evenepoel, Gaudu e tanti altri. Per essere maggiormente competitivo nelle tre settimane, Roglic dovrebbe cambiare preparazione e avvicinamento alle corse.
Lo sloveno, infatti, rischia letteralmente di vincere ogni tipo di gara fino a maggio, anzi di stravincerla, arrivando però non con il picco di forma al Giro d'Italia (per esempio). Facendo così, non potrai mai mantenere un certo tipo di condizione durante una tre settimane. Detto questo, al Tour de France non è mai stato staccato in salita. Dovesse migliorare quelle due-tre cose, c'è il rischio che Roglic abbia la possibilità di completare la Tripla Corona prima della fine della carriera. Ma non sarà comunque semplice migliorarle quelle due-tre cose.
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Roglic salva tutto! L'esultanza a fine tappa: la Vuelta è sua

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