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Vuelta 2020: Wellens vince la quinta tappa e prende la maglia a pois

Marco Castro

Aggiornato 24/10/2020 alle 20:11 GMT+2

VUELTA - Giornata campale per Tim Wellens, che corona finalmente una fuga e vince la sua prima tappa al Giro di Spagna battendo Guillaume Martin e Arensman. Per il belga della Lotto c'è anche la maglia a pois di miglior scalatore. Invariata la top 10 della generale: Roglic sempre in rosso.

Tim Wellens

Credit Foto Eurosport

Buona la quarta. Dopo le fughe infruttuose degli scorsi giorni, Tim Wellens azzecca finalmente l'azione giusta e si prende la quinta tappa della Vuelta, regolando sul traguardo di Sabiñánigo i compagni d'avventura Guillaume Martin e Thymen Arensman. Il belga della Lotto Soudal completa la giornata di grazia sfilando la maglia a pois di miglior scalatore a Richard Carapaz. Meglio di così non poteva andare. Giornata tranquilla per i big della generale? Quasi. Primoz Roglic è uno squalo nell'anticipare tutti nella volata dei battuti e per poco non riesce a rosicchiare secondi ai rivali. Dan Martin, Gaudu e Ion Izagirre vanno a terra nella bagarre finale: dopo un conciliabolo, la giuria assegna loro il tempo dello sloveno, il primo del gruppo. Insomma, neanche oggi ci siamo annoiati.
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La stoccata di Wellens! Martin deve cedere, rivivi l'arrivo

L'ordine d'arrivo della quinta tappa

1. Tim WELLENS (BEL)Lotto Soudal4h19'25''
2. Guillaume MARTIN (FRA)Cofidis+4''
3. Thymen ARENSMAN (NED)Team Sunweb+12''
4. Primoz ROGLIC (SLO)Team Jumbo Vismast
5. Felix GROSSSCHARTNER (AUT)BORA Hansgrohest
6. Alex ARANBURU (ESP)Astanast
7. George BENNETT (NZL)Team Jumbo Vismast
8. Julien SIMON (FRA)Total Direct Energiest
9. Richard CARAPAZ (ECU)Team Ineosst
10. Dorian GODON (FRA)AG2Rst
Dopo l’acuto di Sam Bennett nella prima volata della Vuelta, la corsa resta nella Comunità di Aragona e propone una tappa tutt’altro che banale. Tre Gpm, tutti concentrati nella seconda metà di corsa, e un tracciato che strizza l’occhio ai signori delle fughe. Detto, fatto. Il primo attacco decolla dopo pochi metri e nel giro di un paio di chilometri si forma un drappello di quattordici audaci. Tra gli altri, ci sono Guillaume Martin e Mattia Cattaneo. Fuga in ghiaccio? Tutt’altro. Caja Rural e Burgos-BH non hanno uomini in avanscoperta e ingaggiano un braccio di ferro con i battistrada che si protrae per oltre un’ora, con il gap tra le due parti che non supera mai i 40 secondi. Il risultato è che dopo 70 km corsi a testa bassa il gruppo torna compatto.
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La Vuelta 2020 | tappa 5

Credit Foto Getty Images

Si riparte. Nella bagarre generale riescono ad evadere in dodici, stavolta in maniera più concreta. E la notizia è che tra loro c’è anche Sepp Kuss, spettacolare luogotenente di Roglic al Tour e in queste prime tappe di Vuelta, oltre ad essere il sesto della generale a 44 secondi dalla maglia rossa. Con lui anche Andrea Bagioli, Guillaume Martin e Tim Wellens. Dietro il Team Ineos di Carapaz non può stare a guardare. E sull’Alto de Vio la situazione torna nei ranghi: Kuss viene ripreso, davanti restano Wellens, Martin e Arensman. Gente valida, ma che fa certo meno paura. E infatti il terzetto vola in un amen a tre minuti di margine su chi insegue, con Wellens che vince anche il Gpm di Alto de Fenlo e punta diritto alla maglia a pois.
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Primoz Roglic alla Vuelta 2020

Credit Foto Getty Images

Davanti i tre si danno cambi regolari, dietro non si dannano l'anima. A Martin il traguardo volante di Fiscal, a Wellens - e senza combattere - il Gpm di Alto de Petralba. Primo obiettivo di giornata in saccoccia per il belga. Per il gruppo la tappa è ormai andata, ma nel tratto di discesa che porta al traguardo si mette a tirare - tardivamente - la Total Direct Energie? Il perchè resta un mistero. Ai -2km il terzetto di testa comincia a guardarsi, alla flamme rouge ci prova Arensman, il meno quotato. Ma è il suo canto del cigno. Wellens lo riprende, controlla Martin e lancia lo sprint. Lungo a dir la verità, in leggera salita. Ma ha una gamba troppo superiore e vince con distacco. Dodici anni fa fu la volta di Greg van Avermaet, oggi Sabiñánigo è ancora terra di conquista fiamminga.

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