Ciclismo, Doping - BBC pubblica le lettere tra UCI e Wada sul caso di Froome (poi assolto)
Aggiornato 05/05/2021 alle 17:43 GMT+2
CICLISMO - Ma Froome era dopato o no nel 2017? Il corridore non fu incriminato per mancanze di prove, non potendo dimostrare che i valori di salbutamolo superiori al normale fossero conseguenza diretta di una frode (Froome aveva la prescizione medica). Sono però venute alla luce le lettere tra UCI e Wada che "litigavano" sull'eventuale archiviazione del caso: chi ha avuto la responsabilità?
A qualche anno di distanza torna alla ribalta il caso salbutamolo di Froome, con i suoi valori anomali riscontrati durante la Vuelta 2017. Quella vinta contro Nibali, quando Froome fece doppietta Tour+Vuelta. Nonostante quei valori, dopo l'indagine effettuata dalla Wada, il caso venne comunque archiviato per l'impossibilità di dimostrare un tentativo di frode da parte del corridore britannico che, in realtà, aveva la prescrizione medica per l'utilizzo di quella sostanza, presupponendo quindi un errore nei dosaggi. La BBC ha pubblicato una serie di lettere tra il presidente dell'UCI David Lappartient e il suo omologo alla Wada Craig Reedie, con i due che si sono scaricati a vicenda la responsabilità di quella archiviazione che, comunque, scottava.
Fu proprio Reedie a scrivere a Lappartient, mostrando tutto il suo rammarico per dire che l'UCI voleva defilarsi dalla scelta della Wada di archiviare il caso, non prendendosi così la responsabilità di quella decisione.
La lettera di Reedie (Wada)
I tentativi dell'UCI di defilarsi da ogni responsabilità per la decisione su Froome sono stati accolti con rammarico. La posizione dell'UCI era di non avere all'apparenza scelta se non seguire la posizione della Wada e chiudere il caso. Se l'UCI fosse stata in disaccordo, non era costretta ad esprimerlo. [Lettera di Reedie a Lappartient]
La risposta di Lappartient (UCI)
Sappiamo bene entrambi chi ha preso l’iniziativa di chiudere questo caso e le ragioni per cui è stato fatto. È deludente vedere che la tua organizzazione non si prenda la responsabilità, sulla base del fatto che la decisione tecnicamente doveva essere presa dall’UCI. La Wada avrebbe dovuto supportare l’UCI nel giustificare ciò che, per il pubblico, è una decisione difficile da capire. [Lettera di Lappartient a Reedie]
Insomma, un bel problema tra responsabilità e ruoli. Detto questo, alla fine Froome fu assolto o per meglio dire non incriminato. Anche perché era impossibile fare un secondo test in farmacocinetica, non potendo riprodurre le esatte condizioni fisiche di Froome in quel dato momento, con i risultati che sarebbero stati per forza di cose differenti. Non potendo, quindi, dimostrare una colpevolezza, il caso fu archiviato senza nessun tipo di penalità o squalifica.
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