Ciclismo, Vuelta di Spagna 2021, Impresa di Damiano Caruso sull'Alto de Velefique! Roglic stacca Bernal ed è già padrone

Finalmente è arrivata! L'ultimo successo italiano alla Vuelta era quello di Elia Viviani del 16 settembre 2018, un'era geologica fa ormai, ma Damiano Caruso ha resettato tutto con la sua impresa. 1071 giorni dopo, un grande successo italiano da parte del nostro miglior corridore che dopo una vittoria meravigliosa al Giro d'Italia, ad Alpe Motta, dove fece tremare la maglia rosa di Bernal, si prende anche uno scalpo della Vuelta nella stessa stagione. Anche perché in questa tappa c'erano la cima più alta, l'Alto Collado Venta Luisa (1965), e la seconda più alta, l'Alto de Velefique (1800 metri), mica una passeggiata. Che azione del siciliano che con questo successo si porta a casa anche la maglia a pois di miglior scalatore a lenire, invece, la giornata no del capitano Mikel Landa che esce definitivamente dalla classifica generale. A proposito di classifica generale, arrivano già dei distacchi importanti. Egan Bernal mette a tirare tutta la sua squadra ma non riesce ad isolare Roglic, anzi. È proprio il colombiano a patire sull'ultima salita, lasciando campo libero allo sloveno che fa 2° con il solo Enric Mas a tenere il suo passo. La prima settimana si chiude così con un Roglic già in controllo.

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È caccia alla fuga, ma nella prima ora di corsa si vola a 50,1 km/h: un'andatura che non permette nessuna azione. Si deve attendere la prima salita di giornata per vedere degli scatti con Dani Navarro che parte nella prima parte dell'Alto de Cuatro Vientos, ma viene ripreso. Nel finale riesce ad avere la meglio Poels che si prende i punti del GPM davanti a Bardet, ma il gruppo chiude anche su di loro. Nel tratto in discesa attaccano Le Gac e Molard e finalmente si forma la fuga di giornata composta da 11 uomini: Le Gac e Molard (Groupama-FDJ), Bardet e Tusveld (DSM), Damiano Caruso (Bahrain Victorious), Elissonde (Trek Segafredo), Calmejane (AG2R Citroën), Amezqueta (Caja Rural), Majka (UAE Emirates) e Madrazo (Burgos).

Sull'Alto Collado Venta Luisa, la salita più lunga di questa Vuelta (29 km), ecco che si mette a tirare la Ineos Grandiers con il lavoro di Pidcock, Puccio, Narváez e van Baarle, con l'intento di isolare Roglic. Davanti, invece, resta solo Damiano Caruso che si lascia alle spalle i compagni di fuga con un attacco a 71 km dall'arrivo. Il siciliano ci crede e guadagna in fretta 1' sugli inseguitori, mentre dopo la salita la Ineos si ferma: avendo già perso Pidcock, Puccio e Narváez, Bernal preferisce respirare e giocarsi tutte le sue chance sull'Alto de Velefique. Ne approfitta così Damiano Caruso che arriva all'ultima salita con 5'14'' di vantaggio sul gruppo e più di 3 minuti su Bouchard rimasto da solo a inseguire.

Caruso va, anche se nella salita finale disperde quasi tutto il vantaggio acquisito. Anche perché dietro ci sono i fuochi d'artificio. La Ineos non ha più le forze per fare un'andatura pressante e a questo punto parte in solitaria Adam Yates per stuzzicare Roglic. Lo sloveno non si lascia pregare e in due pedalate va a riprendere il britannico, lasciando sul posto Bernal. Reattivi Enric Mas e Miguel Ángel López, molto meno il capitano della Ineos Grenadiers. Con lui ci sono anche Ciccone e Vlasov, mentre c'è il crollo verticale di Landa. A 5 km dalla fine ci riprova Adam Yates, ma su di lui si fiondano ancora Roglic e Enric Mas, ma il britannico stesso si ferma perché Bernal non ce la fa da solo. Ecco che ne approfittano lo sloveno e lo spagnolo che vanno a caccia di Caruso.

Il siciliano riuscirà comunque a vincere con 1'05'' di vantaggio su Roglic e Mas che si prenderanno gli abbuoni. Bernal in difficoltà e a quel punto Adam Yates fa da solo per perdere lui stesso il meno possibile. Alla fine il colombiano pagherà 1'05'' da Roglic: l'avversario più credibile dello sloveno diventa Enric Mas.

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