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Zomegnan: “Nel 1999 tutti i ciclisti si dopavano, tra Epo e viagra. Pantani? Capro espiatorio"

DaOAsport

Aggiornato 12/01/2021 alle 13:57 GMT+1

CICLISMO - Il pensiero di Angelo Zomegnan, direttore unico del Giro d’Italia dal 2004 al 2011, ha fatto sulle colonne del quotidiano Libero.

Marco Pantani - Tour de France 2000

Credit Foto Getty Images

Nel 1999, quando Marco Pantani fu fermato al Giro d’Italia a Madonna di Campiglio per l’eccessiva presenza di globuli rossi nel sangue, verosimilmente dovuta al famigerato Epo, quasi tutti i primi dieci in classifica facevano uso di sostanze dopanti per migliorare l’ossigenazione del sangue ed avere prestazioni sportive più competitive“.
Questa è la confessione che Angelo Zomegnan, direttore unico del Giro d’Italia dal 2004 al 2011, ha fatto sulle colonne del quotidiano Libero. Le sue parole sono molto chiare: “Erano anni bui quelli della fine del secolo dove gli atleti cercavano di migliorare in tutti i modi le loro prestazioni, nulla era vietato ma semplicemente governato. Non si contrastava fattivamente l’uso dell’eritropoietina, ma semplicemente i globuli rossi prodotti artificialmente dovevano rimanere entro il 50% nel sangue“.
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19 anni senza Marco Pantani. L'impresa al Giro 1998

E alla domanda se quella era una pratica consolidata a quasi tutti i ciclisti risponde in maniera molto decisa: “Assolutamente sì. Non si vietava l’uso dell’eritropoietina, ma si cercava di gestirne l’uso, non una cosa eticamente bella. Come se il furto di soldi fosse consentito e non punito sotto i mille euro, ma a mille e un euro si andasse in prigione“.
Angelo Zomegnan difende Marco Pantani: “Hanno cercato di farlo passare come il delinquente nel convento di benedettine e così non era. C’era chi si faceva di epo, chi si faceva rinchiudere in una camera ipobarica, come Gotti, e chi addirittura si rimpinzava di viagra. C’erano alcune Miss che rimanevano stupite che, dopo 200 km di fatiche estenuanti, i corridori mostravano la loro parte intima pronta per un atto sessuale“. L’ex direttore del Giro d’Italia afferma anche che secondo lui Pantani aveva ragione quando diceva di sentirsi tradito da un sistema: “Il team del Pirata ha commesso errori e lui è diventato il capro espiatorio di un sistema marcio“.
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