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Alessandro Pittin è un campione ritrovato. E ora in chiave olimpica si può sognare

DaOAsport

Aggiornato 19/01/2018 alle 19:49 GMT+1

Dal nostro partner OAsport.it

Pittin Sochi 2014

Credit Foto Eurosport

Quel gesto di disappunto sul traguardo vale più di mille parole. Alessandro Pittin torna sul podio al termine di una strepitosa rimonta, ma la delusione per la sconfitta in volata per qualche istante sovrasta persino la gioia per un risultato che mancava da 21 mesi. Questo è il segnale del grande carattere del fuoriclasse carnico, la cui voglia di vincere lo ha condotto nuovamente ai vertici della disciplina dopo due anni bui e lo spinge ad andare persino oltre i propri limiti, soprattutto quando avverte il profumo del grande evento. Pittin non è un atleta come altri, è un campione, un fenomeno i cui guizzi improvvisi possono far saltare il banco, scombussolando tutti i pronostici.
La prima Gundersen a Ramsau, d’altra parte, era stata decisamente al di sotto delle attese, specie dopo il quinto posto di Lillehammer dal trampolino lungo, ma Pittin non è certamente uno che si arrende e ieri ha tirato fuori il coniglio dal cilindro, recuperando posizioni su posizioni, secondi su secondi, e arrivando a giocarsi la vittoria nell’ultimo giro e a tagliare il traguardo con appena mezzo sci di ritardo dal vincitore, il tedesco Fabian Riessle. Il combinatista italiano è di nuovo il leader del movimento azzurro ed ora i suoi obiettivi sono decisamente ambiziosi, soprattutto in chiave olimpica.
Se preserverà questa condizione di forma fino a PyeongChang, potrà davvero essere tra i protagonisti assoluti delle due prove individuali a Cinque Cerchi. Lui stesso ha rivelato di sentirsi ultimamente più a suo agio dal trampolino lungo rispetto a quello normale, ma ormai è chiaro che il salto per Pittin è una lotteria. Quando riesce a limitare i danni, sono guai per i suoi avversari, consapevoli che prima o poi il carnico arriverà alla loro calcagna e li brucerà con la sua straordinaria accelerazione sugli sci stretti. La vittoria ormai è dietro l’angolo, ma occorrerà mantenere a lungo il sangue freddo e la tenuta mentale che stanno caratterizzando il suo strepitoso avvio di stagione. E chissà che a PyeongChang il fenomeno Pittin non possa rinverdire i fasti di Vancouver, regalando all’Italia un’altra storica medaglia.
Il weekend di Ramsau, in ogni caso, lascia in eredità il ritorno al successo del tedesco Eric Frenzel e la rinascita di Fabian Riessle, tornato micidiale allo sprint. Ma al vertice della classifica generale persiste il dominio norvegese con il passaggio di consegne tra Espen Andersen e Jan Schmid, la cui regolarità lo ha premiato con la leadership attuale, un riscontro che potrebbe rivelarsi alla lunga tutt’altro che casuale.
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