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Zanardi: "Correre in DTM un sogno che si avverà. Io in politica? Sono ignorante, ne resto lontano"

Stefano Dolci

Aggiornato 22/08/2018 alle 21:46 GMT+2

Alla vigilia dell'esordio nel campionato DTM nel round di Misano in nottura, Alex Zanardi racconta il significato e le emozioni alla vigilia di questa nuova sfida: "Poche cose sono belle come guidare in pista con una macchina DTM: le aspettative sono altissime, ma faccio sempre tutto per passione. Molti mi vorrebbero in panchina? Sono un ignorante e devo rimanere lontano dalla politica..."

Alex Zanardi dentro l'abitacolo della sua BMW M4

Credit Foto Other Agency

Alex Zanardi con le mani in mano non sa proprio stare. Il leggendario pilota ed atleta paralimpico di Castel Maggiore è pronto a tuffarsi in una nuova sfida e nel weekend prenderà parte alla doppia tappa in notturna del campionato DTM a Misano Adriatico, dove guiderà per la prima volta un auto da corsa (la BMW M4) senza le protesi. Come ogni avventura nuova, Alex si appresta a vivere questa avventura con l’entusiasmo di un bambino e con la voglia di primeggiare senza lasciare nulla di intentato e in una lunga intervista a Sky Sport confida le proprie emozioni ed ambizioni.

"Un vantaggio correre senza protesi"

Poche cose sono belle come guidare in pista, poche cose sono belle come guidare in DTM. Io mi ci sento ancora bene dietro a un volante di un auto: le aspettative sono altissime, perché ho abituato le persone che mi seguono a trasformare in oro quello che tocco, mentre questa era una cosa da non toccare. Però faccio le cose per passione: sento un senso di responsabilità per fare le cose che faccio nella maniera migliore possibile, senza dare esempi negativi. Cosa cambia senza le protesi? Non avere le protesi mi renderà probabilmente più lento in pista, ma avevo dei limiti nel rimanere in gara più a lungo di 55 minuti o un’ora: con questi nuovi dispositivi e mi sono fatto 700 chilometri fin dalla prima volta, è un altro pianeta… Quando i tecnici mi hanno chiesto come rendermi più efficace, io ho detto loro che creare un meccanismo per poter entrare in abitacolo senza protesi mi avrebbe aiutato soprattutto nella resistenza. Io sono come un motore senza radiatore, con le protesi avevo un effetto-sauna terribile ogni volta che entravo.

"Pronostici sono contro di me ma perché non sognare?"

Riguardo agli obiettivi, Zanardi prova a spiegare quale risultato lo renderebbe soddisfatto al termine di questo impegnativo weekend in pista…
Non ho paura di arrivare ultimo perché dietro di me ci sarà… la Safety Car. Non sarà facile fare bene: in F1 ci sono due squadre che dettano il passo e sedersi su una di quelle monoposto ti permette di essere competitivo quasi a prescindere. Nel DTM non accade: tutti i costruttori sono vicinissimi e il livello delle auto è simile, perciò conta la qualità dei piloti che sono separati da pochi decimi. Il pronostico è contro di me, ma perché non sognare?

"Io in politica? Sono ignorante, perciò ne resto lontano"

Nella lunga chiacchierata, inevitabile toccare anche le sue esperienze paralimpiche e soprattutto la visibilità che Zanardi ha garantito ai disabili. Negli ultimi tempi, in tantissimi vedrebbero bene un impegno di Alex in politica ma riguardo a quest’eventualità, Zanardi è netto e categorico…
Io credo che ogni persona che si cimenta in un qualsiasi campo al meglio delle sue capacità si rende protagonista di un gesto sportivo, ma per prima cosa bisogna desiderarlo, sentirlo e avere le competenze. Io sono un ignorante e devo rimanere lontano dalla politica perché non conosco le cose, non per umiltà ma per un atto di coerenza. Stiamo parlando della gestione del bene comune, è una cosa importante. Purtroppo ci sono tanti esempi poco edificanti di persone che hanno scelto quella strada per creare un’opportunità personale: è una cosa bruttissima e tristissima, ma ce le abbiamo messe noi quelle persone in quella posizione e dovremmo tirarci le orecchie. Io credo che ci siano tante persone meravigliose, probabilmente anche nella politica, che oggi fanno fatica a essere visibili perché se non hai un megafono in mano e se non ci urli dentro forte non ti nota nessuno. Tutti dovremmo farci un esame di coscienza, perché non ci credo che in mezzo a quel gruppo non ci siano delle brave persone che hanno le competenze per fare certe cose. Io è meglio se faccio altre cose, andare a Barcellona e correre l'Ironman in meno di 9 ore, diventando il primo atleta paralimpico a riuscirci".
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