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Da Montoya a Prost: gli 8 licenziamenti più famosi della storia della F1

Daniele Fantini

Aggiornato 25/07/2015 alle 22:50 GMT+2

Avevano grande talento, ma sono stati messi malamente alla porta dalle loro squadre per problemi in pista o extrasportivi. Ecco gli 8 licenziamenti più memorabili della storia della Formula 1

Alain Prost (Ferrari) - GP of Italy 1990

Credit Foto Imago

8 - Sébastien Bourdais

Dopo la sua grande carriera nelle ChampCar, il francese è una delle new-entry più intriganti del mondo della F1, quando, nel 2008, la Toro Rosso gli permette di debuttare nel circus. Ma la scuderia satellite della Red Bull non ripone particolare fiducia in lui: nonostante un lungo melodramma di voci e storie circolanti tra paddock e media di una sua rottura con il team, Bourdais prova a convincere tutti del contrario, salvo poi ritrovarsi alla porta al nono GP del 2009, in Germania, dopo aver conquistato 6 punti in 27 gare.

7 - Juan Pablo Montoya

Sin dall'inizio della sua avventura con la McLaren, il rapporto tra Montoya e Ron Dennis è, per così dure, frizzante. L'allora direttore della scuderia sospetta che Montoya si sia infortunato a una spalla per una brutta caduta al volante di un quad (e non, a detta del pilota, per una partita di tennis), poi, alla fine del 2005, la McLaren conferma Kimi Raikkonen e annuncia l'arrivo di Fernando Alonso per il 2007. Scornato e sconcertato, Montoya moltiplica i suoi già numerosi errori alla guida e bolla la F1 come "noiosa" esprimendo il desiderio di correre in Nascar. La McLaren gli dà il benservito in occasione del GP di Francia del 2006, sostituendolo con Pedro de la Rosa.

6 - René Arnoux

Mancanza di motivazioni? Screzi con Enzo Ferrari? Probabilmente, non sapremo mai la vera ragione che ha portato la Ferrari a interrompere il rapporto con Arnoux dopo un solo GP nella stagione 1985 (chiuso tra l'altro al quarto posto): il pilota francese non ha mai voluto dire nulla a riguardo.

5 - Scott Speed

L'americano trova subito il modo di scrivere il proprio nome nella storia della F1... ma dalla parte sbagliata. Dopo l'ennesimo errore che gli costa il ritiro nel GP d'Europa del 2007, Franz Tost, allora team manager della Toro Rosso, lo ripende duramente al suo rientro ai box: volano parole grosse, anche qualche spintone, e ne esce un'intervista in cui Speed dichiara di non trovarsi bene con la squadra. Viene immediatamente rimosso dopo aver collezionato 9 ritiri in 13 gare e 0 punti, sostituito da Sebastian Vettel.

4 - Michael Andretti

Messo subito sotto pressione da Ayrton Senna sin dal primo giorno del suo arrivo in McLaren nel 1993, Andretti fatica a brillare in F1 e, dopo una serie di performance sottotono, la scuderia britannica gli annuncia l'intenzione di non volerlo confermare per la stagione successiva. Al termine del GP d'Italia, dove fa registrare la sua miglior prestazione con un terzo posto, la McLaren annuncia il suo licenziamento e l'arrivo di Mika Hakkinen.

3 - Andrea De Cesaris

Suo malgrado grande specialista in ritiri e uscite di pista, De Cesaris si rende protagonista di uno spettacolare incidente al GP d'Austria del 1985. La Ligier perde la pazienza e decide di licenziarlo subito dopo la gara, accusandolo di aver danneggiato un numero eccessivo di telai. De Cesaris viene effettivamente rimosso dopo il GP successivo, quello d'Olanda, corso con lo stipendio dimezzato dalla scuderia come "rimborso" per l'incidente della gara precedente.

2 - Jacques Villeneuve

Villeneuve si infortunia in un incidente con il compagno di squadra, Nick Heidfeld, al GP di Germania del 2006: la BMW Sauber lo sostituisce con Robert Kubica (allora collaudatore) e, considerate le buone prestazioni del polacco, invita lo stesso Villeneuve a una serie di test privati con lo stesso Kubica. Sentendosi messo alla porta, Villeneuve decide di rescindere il contratto di comune accordo con il team.

1 - Alain Prost

Mentre il suo ex-compagno alla McLaren, Ayrton Senna, accumula successi a ripetizione, Prost non riesce a trovare il giusto feeling con la Ferrari, definita addirittura "un camion" al termine del GP del Giappone. La scuderia, già ai ferri corti con il pilota, lo licenzia in tronco, schierando Gianni Morbidelli per l'ultima gara della stagione, in Australia.
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